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Dopo l'uscita al ristorante tornammo a casa, fortuna che il nostro appartamento non è distante dalla fermata della metro. Appena entrati nella mia camera mi buttai senza ritegno sul letto.
«Ho mangiato così bene che credo ora potrei dormire come un sasso per 100 secoli!» Esclamai mentre George camminava per la stanza ammirandola, a parte per qualche momento di pochi secondi questa è la prima volta che George vedeva la mia camera, ammirava ogni dettaglio, ogni disegno che avevo appeso alle pareti, ogni libro, ogni fumetto, poi si fermò davanti alla scrivania.
«È questo qui quello che devi prendere?» Mi domandò prendendo in mano la scatola di un farmaco e soffermandosi a guardare le informazioni scritte al lato. Lo guardai girando la testa. «Si, un' iniezione a settimana. Visto che in questo periodo sono stato bloccato in ospedale ho chiamato il mio dottore e chiesto un consulto anche a quello dell'ospedale lì, dalla settimana prossima posso riprendere regolarmente» Gli risposi, lui ancora preso a leggere la descrizione della scatola si avvicinò leggermente.
«Devi andare da un medico per farla o tipo un ambulatorio o...» Iniziò a chiedermi interessato, mi girai sedendomi sul letto. «No posso farlo da solo. Dovendo farlo per il resto della mia vita ho imparato» Gli spiegai, lui mi guardò sorpreso poi annuendo si riavvicinò alla scrivania riposando il farmaco.
«Giusto dovrai continuare a prenderlo» Pensò ad alta voce poi si voltò di nuovo verso di me. «Fa male? Cioè tipo cosa si prova? Ti dà fastidio?» Iniziò a chiedermi curioso e preoccupato, lo guardai, certo che con quello sguardo potrebbe essere anche tenero. «Scusami ti sto tartassando è solo che sono curioso, non so praticamente nulla e vorrei aiutarti. Non ci avevo mai pensato prima che effettivamente dovevi fare tutte queste tappe, per me sei sempre stato un bambino, eri come me. Da bambini era tutto più semplice, tutto questo non serviva, bastava che io ti chiamassi Lukas» Mi disse sedendosi accanto a me sul letto. Okay è tenero.
«Ho iniziato a sedici anni, dopo quell'incidente, papà convinse mia madre a firmare il consenso. Ero minorenne quindi serviva la firma di entrambi i genitori, iniziai a prendere quindi il testosterone, un' iniezione a settimana. Poi mio padre trovò tra i migliori chirurghi per l'operazione al petto e mi aiutò con i vari procedimenti burocratici per rettificare i documenti» Spiegai a George che ascoltò con molta attenzione. «e sì, come pensi, tutto questo è stato un lungo e noioso percorso, chi immaginava ci volesse almeno un anno per cambiare degli stupidi pezzi di carta» Conclusi con ironia. «Ora però sono stanchissimo, che ne dici di andare a dormire?» Domandai infine alzandomi per andare verso l'armadio.
E sì, George avrebbe dormito qui, fortuna che le camere di questa casa sono così spaziose da permettere di avere anche un letto spazioso.
George si alza dal letto. «Ah! Dimenticavo! Stamattina sono passato al dormitorio anche per prendere questa!» Disse prendendo una pendrive dalla tasca e me la lanciò. Guardai confuso l'oggetto che avevo appena preso al volo, poi rivolsi lo stesso sguardo dubbioso verso George.
«Quando iniziai l'università sistemando le varie cose che dovevo portarmi trovai una scatola con vecchi videogiochi e altre cose con cui giocavamo da bambini. Alcune di queste le ho portate come portafortuna o semplicemente per nostalgia. Nei dormitori poi incontrai una ragazza che studia informatica e tempo fa le chiesi se sapeva e se poteva adattare un vecchio videogioco per PlayStation in un gioco per PC. Lei accettò, entusiasta di mettersi alla prova. Ci ho già giocato alcune volte ed è uguale alla versione che ti piaceva tanto» Mi spiegò, tornai a guardare la pendrive.
«Hai fatto adattare un vecchio videogioco?» Domandai sorpreso e confuso allo stesso tempo. «Si, era il tuo preferito. Volevo poterci giocare ancora, anche se senza di te non era molto divertente» Rispose, ora realizzai cosa contiene esattamente questa pendrive.
«Aspetta! Vuoi dire che qui dentro c'è...» Fui interrotto da George. « "I gladiatori di Roma" sì proprio quello!» Esclamò, sgranai gli occhi meravigliato. «Oddio dobbiamo giocarci subito!»
Esclamai saltellando come un bambino e con entusiasmo corsi verso la scrivania per accendere il PC e collegare il gioco. «Ferma Spartaco ci giocheremo domani» Mi fermò George bloccandomi con un braccio.
«Ma!» Protestai. «No, non fare quella faccia. Non avevi detto di avere sonno? Se hai sonno non passerai la sera sui videogiochi» Rispose prendendo la pendrive dalla mia mano per posarla sulla scrivania, lo guardai arrabbiato.
«No, non attacca, puoi fare il broncio o la faccia da cane bastonato quanto ti pare ma andrai a dormire stasera» Replicò serio, lo guardai interessante aspettando che cedesse come al solito ma visto che non lo fece mi rassegnai.
«Uff, va bene ma sappi che andrò a letto triste e desolato» Conclusi ritornando verso l'armadio. George sospirò «Melodrammatico» Mi disse, aprii l'armadio. «Vuoi un pigiama pesante o leggero?»
George è peggio di una stufa a legna, per questo alla mia domanda mi rispose che quando dorme usualmente mette una maglietta a mezze maniche o a volte semplicemente dorme senza.
Nonostante avessi molte maglie a mezze maniche lui scelse di dormire con solo dei pantaloncini. Mpff esibizionista.
Se ne stava al centro della stanza a petto nudo nel suo "pigiama" mentre aspettava che io indossassi il mio. Okay devo ammettere che negli anni ha messo su muscoli e degli addominali niente mali, cercai nell'imbarazzo di non fissarlo troppo, infilai velocemente la maglietta e camminai verso il letto cercando di non diventare rosso guardando George. «Allora vieni o no?» Gli dico una volta essermi ben messo al sicuro e comodo sotto la coperta.
«Hey, neanche la buona notte?» Rispose con un tono finto offeso mentre sento che si stende accanto a me. «Notte» Mormoro sistemandomi meglio sul cuscino e chiusi gli occhi. «Oh andiamo e il bacio della buona notte? Ah va bene te lo do io» Mise un braccio oltre la mia spalla e si avvicinò per darmi un bacio sul collo. «Notte Lukas» Sussurrò al mio orecchio per poi tornare a stendersi sul materasso, e io sento che le mie guance sono tornate rosse.
Me ne stavo girato su un fianco dandogli le spalle provando a dormire, quando dopo diversi minuti non ci riuscii mi girai dall'altro lato e mi avvicinai a George, che anche lui stava dormendo su un fianco, sembra così rilassato, notando poi che mi ero avvicinato si spostò allungando un braccio sotto la mia testa per farmi stare più comodo e abbracciami. «Non riesci a dormire?» Mormorò tenendo gli occhi chiusi. «Già» Sussurrai.
Lui in risposta avvicinò la sua fronte alla mia e sapendo che mi faceva rilassare iniziò a giocare con i miei capelli accarezzandoli delicatamente. Visto che ancora non riuscivo a prendere sonno mi guardai intorno, o meglio guardai George, visto che era l'unica cosa che al momento occupa il mio campo visivo.
Sempre per la legge "George è un stufetta che produce calore" mentre io ero coperto quasi fino alla testa col piumone lui dormiva con mezzo torso scoperto. Avevamo lasciato le tende semi aperte perciò la stanza non era completamente immersa nel buio ma era illuminata debolmente dalle luci della strada.
Notai che George aveva sul petto, più o meno all'altezza del cuore, un semplice e medio-piccolo tatuaggio, che non avevo mai potuto notare prima.
«Da quand'è che hai un tatuaggio?» Gli chiedo tracciando con le dita i contorni leggeri della mezza luna che aveva tatuato. Lui aprì gli occhi per guardarmi. «Da qualche anno» Rispose tirandomi più vicino a lui. «È bello» Lo vidi sorridere. «Ricordi una delle storie che ci raccontava mio padre quando andavamo in campeggio?»
Aggrottai le sopracciglia e ci pensai un attimo, suo padre ci raccontava spesso molte storie antiche di miti e leggende, capire a quale si riferisse era difficile, poi guardai il tatuaggio. «Quella del sole e della luna?» Gli chiesi.
Ricordo che una notte io e George non riuscivamo a dormire e allora suo padre ci fece osservare le stelle raccontandoci le leggende delle varie costellazioni e altre storie sul cielo, e io ero completamente assorto, ho sempre amato questo genere di storie. Ce ne raccontò così tante che passammo così quasi tutta la notte, e spesso confondevo i vari racconti ma ricordo distintamente quello del sole e della luna.
Mi colpì particolarmente anche perché il motivo per cui il padre di George ci raccontò quella storia fu perché vedeva un paragone tra me e George e il sole e la luna.
George mi prese la mano tenendola sollevata palmo contro palmo e iniziò a raccontare la storia anche se la ricordavo bene. «Sole e Luna la prima volta che si videro si innamorarono perdutamente, ma poi quando l'universo creò la terra decretando il giorno e la notte, i due furono costretti a separarsi e soffrivano entrambi. Sole soffriva per la tristezza di Luna e allora mandò le stelle a farle compagnia. Furono costretti ad amarsi da lontano, i giorni dell'eclissi erano gli unici in cui potevano incontrarsi» Anche se stava raccontando un sorta di riassunto della storia di suo padre, la sua voce era così armoniosa e calma che rividi nella mente tutto il racconto come un film.
Ruotò delicatamente il suo palmo contro il mio facendo in modo che le nostre dita si intrecciano. Poi mi guardò dritto negli occhi «La storia parla di un amore impossibile, sole e luna costretti a non rivedersi mai, ma non voglio che questo valga anche per noi» Disse con determinazione, mi trovai a sospirare sorpreso. Oh. Quella notte suo padre paragonò George al sole e io ero...la luna. Sgranai gli occhi appena realizzai.
Tornai con lo sguardo sul suo petto e poggiai l'altra mano sul tatuaggio. George mi sorrise «Esatto. Come nel racconto non importa quante stelle o pianeti possano girarmi intorno il mio cuore resterà alla mia luna, anche se non potevo vederla» Mi avvicinai di più poggiando la testa sul suo petto, sentendo dentro di me una sensazione calda e tranquilla. «Ora la luna è tornata» Sussurrai, George mi strinse di nuovo a sé e io provo a rilassarmi.
Non mi accorsi di come ma il braccio che mi avvolgeva non era più intorno a me ma sul mio torace, o meglio la sua mano si ritrovò sul mio petto da sotto la maglietta. «Ti hanno fatto male?» Domandò senza specificare un contesto, ma dato che stava passando delicatamente le dita sulle mie cicatrici sul petto capii che stava parlando dell'operazione che più di tutto mi ridonò vita. «No, non tanto. Più che altro non riuscendo ad alzare completamente le braccia per le prime settimane andavo in giro come un T-rex» Risposi con leggerezza imitando anche il verso del dinosauro in questione. George rise «Avrei voluto vederlo» disse per poi continuare a ridere. «Oh per carità no! Sono sicuro che mi avresti dato il tormento per anni!!» Risposi ridendo. «Andiamo non l'avrei mai fatto. Però se vuoi posso posso accompagnarti da Trichy, piedino e i suoi amici e andate insieme alla ricerca della valle incantata.» Alzai gli occhi al cielo. «Ecco vedi che ti dicevo!?» Sospirai sarcastico. «Che c'è vuoi una foglia a stella? Posso trovartela! Nonna collolungo mi ha insegnato dove cercare» Continuò. «Georgeee» Mi lamentai cercando di non apparire troppo divertito dalle sue battute, sentii che stava per replicare così mi allungai e lo zittii baciandolo.
«Dormiamo ora?!» George mi sorrise divertito. «Se per farmi stare zitto devi baciarmi allora credo che straparlerò molto più spesso» Mi sistemai comodo sul suo petto. «Stupido» mormorai.
«Ricordi di quell' acquascivolo vertiginoso che andava super veloce di cui avevamo paura?! E che ti convinsi a fare» Riprese George. «Si, ricordo che uno non avevamo l'età, visto che dovevamo avere almeno 16 anni, e due tu trovassi il coraggio di provarlo solo perché hai visto che un bambino con i braccioli davanti a noi aveva avuto l'okay dal bagnino e tu testuali parole "Se lo fa lui noi non dovremmo avere paura". Ma eri più spaventato di me»
«Hey quel bambino alla fine si sbucciò un ginocchio strisciando vicino al bordo dello scivolo! Ovvio che avevo paura e comunque..» Lo bloccai «E comunque stai cercando di blaterare ancora così io debba darti un bacio per zittirti di nuovo?» Alzai gli occhi verso di lui.
«Noo, cosa!? Io? Fare una mossa del genere!?» Gli diedi il bacio della buonanotte. «Dormi ora» Conclusi sistemandomi sul cuscino.
Chiusi gli occhi, lui giocò con qualche ciocca dei miei capelli e dopo qualche minuto quando credette che stessi già dormendo lo sentii pronunciare «ti amo» debolmente. E si stavolta non sono ancora nel mondo dei sogni, lo sentii forte e chiaro «Aspetti che io dorma per dirmelo?» Gli risposi tenendo ancora gli occhi chiusi.
«Hey sei ancora sveglio?! Non vale!» Replicò imbarazzato, non lo potevo vedere ma di sicuro era arrossato.
«Mi ami davvero? Intendo il me di ora o ami i ricordi che hai di me?» Gli domandai guardandolo negli occhi. Era da ieri sera che mi frullava questa domanda, sono cambiato tanto negli anni, ho perso dei pezzi di me, lui si era innamorato della versione che ero da bambino e ha amato quella per tutto questo tempo, mi vuole ancora ora che sono così?!
Lui mi guardò intensamente. «Io ho amato il te del passato, amo il te del presente e sono sicuro amerò il te del futuro» Mi sentii euforico ma mi inghiottì anche un senso di colpa. «Non hai paura che io ti trascini con me in uno dei miei baratri depressivi senza fondo?» Gli domando, lui mi guardò. «No perché d'ora in poi non permetterò più che tu affonda neanche di un millimetro» Mi disse concludendo con un bacio. Sentii ancora mille emozioni contrastanti, chi faceva a pugni nel mio stomaco, chi battendo veloce sembrava correre infinite maratone, le farfalle che ormai erano così tante che iniziarono a volare per tutto il corpo «Anche io ti amo» Gli sussurrai per poi addormentarmi definitivamente sul suo petto. «Lo so» mi rispose.

What's my name?Where stories live. Discover now