20

15 4 8
                                    

Dopo quel bacio improvviso George vide Rei scappare.
Provò a chiamarlo e seguirlo ma lui era decisamente in difficoltà.
Rei si muoveva veloce e sapeva dove portavano ognuno dei corridoi che a George apparivano solo come un ammasso di labirinti.
Aveva anche perso tempo cercando di sbloccare il telefono e chiamare Ania.
Cercò di spiegarle velocemente dove fosse e cosa fosse successo.
Ania cercò di guidare George in modo da riuscire a raggiungere l'uscita a cui probabilmente Rei si stava dirigendo mentre lei e Carlos si appostarono all'ingresso così se Rei fosse corso li lo avrebbero fermato.

Nessuno di loro tre vide Rei.

Dalla porta dove aspettavano Ania e Carlos uscì solo George.
I tre si fermarono un istante a pensare a dove Rei fosse andato.
Non potevano cercarlo per tutta la città, raggiunsero il loro appartamento, improbabile che Rei fosse lì ma tentar non nuoce.
Come immaginavano l'appartamento era vuoto.
George sfinito si sedette sul divano, Carlos camminava avanti e indietro per la sala mentre Ania preparava qualcosa in cucina.
«Ho fatto un casino! È tutta colpa mia»
Ripetè George, sbatteva ripetutamente il piede a terra nella preoccupazione, Carlos continuò ad andare più veloce, mentre borbottava qualcosa in spagnolo.
«Tranquillo amico, è da giorni che Rei si comporta in modo strano. Più strano del solito. Por Dìos! Non possiamo nemmeno chiamarlo!»
Sbottò Carlos posando il cellulare di Rei sul tavolino davanti al divano.

Gli era caduto quando aveva visto Ania arrivare con George e Carlos lo aveva raccolto ma Rei non lo prese dalle sue mani prima di "andare al bagno".

Ania tornò con un vassoio e tre tazze fumanti.
«Ragazzi! Calmiamoci okay. Lo so dobbiamo trovare Rei ma così non risolveremo nulla. Dobbiamo pensare a dove andrebbe. Sappiamo che Rei non mostra spesso, quasi mai in realtà, le sue emozioni però sono sicura sia andato in un luogo a lui familiare»
Disse Ania passando una tazza con una tisana allo zenzero ai due ragazzi, poi si sedette sul divano, guardando la finestra.
Carlos stava in piedi difronte al divano e fissava il telefono sul tavolino.
«Tu conosci Rei da molto, anche da più tempo di noi. Qualche idea su dove sia andato?»
Carlos alzò lo sguardo verso George che scosse la testa.
«Non credo di essere d'aiuto. Da quando eravamo bambini è cambiato tanto, troppo. È come se fosse un'altra persona. Io conosco il vecchio Rei, mi dispiace»Disse George sconfitto.

Sente che è colpa sua, se non avesse seguito Rei.
Se non l'avesse baciato.
Lui non sarebbe andato in tilt e corso via.

«Allora dicci dove andrebbe il vecchio Rei»
Ania disse guardando George poi si alzò dal divano.
«Tutta questa storia è successa per qualche vostro scheletro nell'armadio del passato no?»
Continuò.
George tenne lo sguardo basso.
«Non credo funzionerà. È già successo in passato, eravamo a una stupida festa alle medie. Lui scappò io andai a cercarlo ma non lo trovai. Cercai per quasi tutta la notte. Poi il mattino dopo lo vidi uscire da casa sua, non mi disse dove fosse stato. Nessuno l'ha mai saputo»
George posò la tazza sul vassoio e seppellì il suo viso tra le mani.
«Credi che tornerebbe a casa?! Dopo tutto quello che ci ha detto sulla sua famiglia?»
Domandò scettico Carlos guardando Ania e George.
Un idea colpì violentemente George che scattò in piedi.
«Voi lo conoscete da anni»
Disse e i due annuirono
«Rei vi ha mai parlato di un bosco?»
Ania sembrò confusa
«Un bosco? No mai sentito. Tu Carlos?»
Si volse verso l'amico che scosse la testa.

George si mosse veloce afferrando le chiavi della sua moto che erano cadute sul divano appena era entrato nell'appartamento. Sembrava un concentrato di caffeina per come si muoveva e parlava veloce.
«È solo un'idea, ma c'è questo bosco in cui passavamo ogni estate da bambini. È come una seconda casa. Ed è l'unico posto che in quella sera non cercai, perché beh Rei è terrorizzato da quel posto di notte. Non so se stia lì ma è un ipotesi. Da qui ci vorrà all'incirca un' ora o poco più con i treni e l'autobus, se prendo la moto posso accorciare quei tempi e stare lì in una quarantina di minuti»
Ania sembrò riprendere vita.
«Perfetto! Tu cerca li, noi setacceremo i suoi posti preferiti in città» Disse e Carlos annui.
«Solo li non c'è campo e il bosco è grande. Se tra un ora non lo abbiamo trovato venite li. Vi mando la posizione prima di entrarci»
Concluse George.
«E stai attento amigo con la moto. Cerca di non andare troppo veloce dobbiamo tornare tutti sani e salvi»
Si raccomandò Carlos vedendo in George troppa agitazione e senso di colpa e temette che potesse perdere il controllo della moto se fosse andato troppo veloce.

George si diresse alla moto che aveva parcheggiato sotto l'appartamento prima ancora di andare al festival, era lì che Ania gli aveva dato appuntamento all'inizio.
Indossò il casco e corse via veloce.
Dopo quarantacinque minuti si trovò davanti all'insegna in legno che indicava l'ingresso del bosco, inviò la posizione ad Ania e si inoltrò sul sentiero.
Fu scosso da un brivido, erano anni che non andava lì.

Il bosco gli parve diverso, non gli ricordava per niente il luogo della sua infanzia, anche se non c'era il sole sembrava essere avvolto in un'oscuritá maggiore di quella che doveva essere.
Gli alberi scuri su cui si iniziavano a vedere i primi segni di un'estate che si conclude.
Camminò a passo svelto stando attento a non scivolare, i ricordi riaffiorarono.
Vedeva lui che su quello stesso sentiero si sfidava in una corsa con Lukas per chi arrivasse prima al ponte e delle volte doveva tornare indietro e prenderlo per mano e tirarlo su.
Sentiva il rumore del ruscello, scorreva più veloce di quanto ricordava, e subito gli tornò in mente quando con Lukas costruì una zattera e quello spericolato del suo amico voleva provarla a tutti i costi nonostante c'erano dei sassi sulla riva su cui potevano scivolare e battere la testa. Lukas gli disse con un sorriso di non preoccuparsi che se era in pericolo lui sarebbe venuto a salvarlo.
Un fitta gli strinse il cuore e mentre correva alla ricerca di Rei le lacrime scendevano libere.

Io lo troverò. Devo trovarlo. Ti troverò Lukas.

Vide il ponte in lontananza, sfocato e poco illuminato.
Il cuore gli saltò in gola, più si avvicinava e più distingueva una figura in piedi sul muretto.
Si spinse a correre più veloce, le gambe implorarono riposo, inciampò un paio di volte sulle foglie e pigne cadute a terra, e si graffiò i palmi delle mani nella caduta.
Cercò di alzarsi il più velocemente possibile, non aveva quasi più fiato ma doveva arrivare al ponte.
Il suo cuore si fermò quando vide che la figura non chiaramente distinguibile nella penombra stava oscillando, come se stesse perdendo i sensi.

Stava cadendo.

George non capì subito se la figura fosse caduta indietro verso il ponte o in avanti nel ruscello.
Il terrore si impossessò degli occhi di George, mandò un urlò a pieni polmoni, improvviso, pieno di terrore.

«LUKAS!»

George corse con ancora più energie verso il ponte, lacrime scorrevano forti come il ruscello sotto di loro.
La sua unica preghiera, che Rei fosse caduto sul ponte.
Appena fu abbastanza vicino da toccare con una mano il muretto George cercò la figura di Rei.
La trovò steso a terra e si precipitò da lui. Ringraziando il cielo che non fosse caduto verso morte certa.
Lo sollevò stringendolo in un abbraccio mentre entrambi restavano seduti a terra, sembrava svenuto.
«Hey. Hey Lukas sono qui! Ti ho trovato»
Cercò di scuotelo, fece appoggiare la schiena di Rei contro il suo petto, lo tenne stretto e controllò subito che respirasse ancora.
Il respiro e il battito erano lenti, ma c'erano.
George respirò come se fino ad allora avesse tenuto la testa sotto l'acqua.
Fu allora che mentre si spostò per controllare il respiro di Rei notò che il suo giubbino sembrava essere sporco nelle parti in cui prima c'era la testa di Rei.
Passò subito una mano sulla nuca dell'amico e sentì qualcosa di bagnato.
Deve aver battuto la testa su una pietra sul pavimento, pensò George, poi imprecò.
Doveva portarlo via da lì.
«Hey Lukas non preoccuparti ti sei ferito alla testa ma ci sono io. Ti ricordi? Ti dissi che se ti troverai in pericolo sarei venuto a salvarti. Ci sono io, stiamo insieme. Lukas, andrà tutto bene»
Disse George, anche se consapevole che l'amico non poteva sentirlo, nel mentre si tolse la camicia che portava aperta sopra una felpa, artocigliò la camicia su sé stessa e cercò di legargliela intorno alla testa per fermare l'emorragia, avvolse il corpo di Rei nel suo cappotto e lo prese in braccio cercando di raggiungere l'uscita il più velocemente possibile.
Appena il campo del telefono prendeva le tacchette necessarie chiamò i soccorsi.

Un ambulanza fu lì in cinque minuti e prese Rei. George salì con lui e spiegò ai paramedici la situazione.
Con ancora i nervi a fior di pelle scrisse un messaggio ad Ania dicendole che aveva trovato Rei e che stavano su un' ambulanza.
Inviò la posizione dell'ospedale che avrebbero raggiunto dicendole che avrebbe spiegato meglio una volta che fossero arrivati. Sull'ambulanza George restò accanto a Rei tenendogli stretto la mano mentre i medici si agitavano come atomi impazziti intorno a lui.
«Sono qui. Non avere paura Lukas non ti lascio»
Sussurrò con un filo di voce.






Heyla, piccolo chiarimento, questo capitolo è un piccolo excursus, scritto in terza persona ed è ambientato in un momento passato della storia. Precisamente la notte del festival prima del viaggio temporale intrapreso da Rei, e appunto mostra cosa è successo con George, Ania e Carlos mentre Rei scappava.
Spero vi piaccia e che lo troviate interessante, i prossimi capitoli seguiranno il corso temporale della storia.

What's my name?Where stories live. Discover now