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Continuavo a guardare Lukas felice che giocava,  aveva incontrato una bambina e ora ci stava giocando insieme.
Un sorriso stampato in volto, e li ebbi la conferma che ciò che stavo facendo era per forza giusto, volevo conservare il suo sorriso, volevo tornare a casa e guardandomi allo specchio riconoscere quel sorriso sul mio viso.
Poi un po' lontano da noi riconobbi qualcuno.

Il me adolescente aveva ancora quei tratti da bambino sul viso, i capelli simili ai miei solo un po' più corti e di un colore lievemente più chiaro.
Guardando me, lui e Lukas mi accorsi di come nel tempo i miei capelli si fossero così scuriti, e da castano scuro ora sembrano quasi neri.
Il me adolescente aveva una maglietta nera con su scritto "Fuck off" in bianco e jeans neri strappati.
Ricordavo quel periodo, ero ancora arrabbiato con tutti per ciò che accade alle medie, volevo distaccarmi dal carattere dolce e ingenuo di Lukas e diventare freddo e più apatico come, beh come me ora in effetti.
E nel mentre che avveniva questo passaggio c'è stato lui, un ragazzino ferito e arrabbiato col mondo.

Vidi che il me adolescente si stava avvicinando e mi affiancò restando in piedi accanto alla panchina dove ero seduto.
«Non dovresti essere a scuola?»
Gli chiesi calmo, lo guardai stava fissando Lukas divertirisi.
«Un pazzo sgravato che mi è vagamente familiare mi viene incontro alludendo di venire dal futuro con un bambino che si chiamava come me e pretendi che io resti buono per cinque ore di lezioni? Voglio delle cazzo di spiegazioni! Una parte di me crede che sei solo un cazzo di pazzo, ma sento che hai ragione, sento una specie di connessione tra noi due e più lo guardo più vedo Lukas»
Indicò il bambino, che preso a giocare con la nuova amica non si accorse della nostra conversazione.
«Qui nessuno sa di quello stronzetto. Mi faccio ogni giorno due ore di treni tra andata e ritorno apposta, perché qui Lukas non è mai passato, qui non esiste. E tu che fai? Mi porti lo stronzo qui?»
Mi alzai afferrando il colletto della sua felpa.
«Senti prima di tutto tu non parli di lui così, okay? Altrimenti ti laverò la bocca con la candeggina»
Dissi arrabbiato, e si credo che stare con le versioni passate di me influenzi le mie azioni, come se le loro personalità vivessero ancora dentro di me, con Lukas mi era più facile sentire e provare forti emozioni, gioia e empatia, con quest'altro qui la rabbia usciva facilmente. Il me adolescente sembrò sorpreso
«Se tu fossi davvero me del futuro lo odieresti anche tu. Cazzo sai cosa ci ha fatto. Lo stronzo era troppo ingenuo, ha lasciato che i suoi amici, i due di cui si fidava di più gli facessero male. Si, hai detto bene l'ho ucciso, io ho ucciso Lukas, è un male? Cazzo, dovresti volerlo uccidere anche tu»

Il ragazzo strinse i pugni.
«Hai ragione io l'ho odiato infatti, per anni. Ma poi è cambiato qualcosa. Ho passato del tempo con lui, ed è solo un bambino, le cose che gli abbiamo fatto passare sono ingiuste. Noi ora possiamo evitare che lui soffra»
Cercai di spiegargli tornando alla mia calma solita.
«Noi? Ora sarebbe colpa nostra? È colpa sua!»
«Era solo un bambino! Eravamo dei bambini, ci eravamo fatti degli amici alle medie, solo questo. Non è colpa sua. La sua colpa sarebbe che si sia fidato dei suoi amici?»
Il me adolescente mi fissò.
«Si. Sai se ora succederebbe la stessa cosa io non reagirei così, non passerei una notte a piangere come un bambino nel bosco. Anzi non me ne fregherebbe un cazzo di quello che pensano»
Replicò, ma la sua voce sembrava essere meno arrabbiata, gli tremava a tratti, stava mentendo non l'aveva superato completamente, stava ancora soffrendo.
«Hey ascoltami»
Gli dissi cercando di confortarlo, gli feci cenno di sedersi sulla panchina.
«No ascoltami tu. Prima di parlare di Lukas, mi devi spiegare tutto per bene. Capisco che sei me del futuro ma perché? Perché ora? Cosa è successo?»
Mi chiese calmo, e quando si sedette accanto a me vidi gli occhi lucidi.
«Noi l'abbiamo superato vero? Non siamo più come Lukas vero? Ti prego dimmelo. Parlami di te»
Continuò, e detto in un altro modo mi stava chiedendo se eravamo riusciti a diventare più forti in modo che gli altri non potevano ferirci. Il ragazzo stronzo dalla parolaccia facile in realtà era solo ferito e aveva capito che solo io potevo capirlo, essendo beh la stessa persona. Decisi di raccontagli tutto, o almeno in parte cosa succederà.
«No non siamo più come Lukas»
Appena lo dissi tirò un filo di sollievo
«E allora? Se non siamo più mister emotività portami via perché hai voluto fare questo viaggio del tempo? Perché vuoi riportare lui indietro?»
Disse, e vidi che si stava sforzando di non dire brutte parole quando parlava di Lukas, proprio come gli avevo chiesto.
«Beh, se non sbaglio più o meno in questo periodo, tra qualche mese o un annetto circa, papà ci aiuterà, lo conosci sai che non è mister papà dell' anno, ma ci aiuterà a diventare un ragazzo a tutti gli effetti e lasciarci per sempre alle spalle la bambina che eravamo. Ma non è questo il punto, come vedi io e te siamo diversi, tu sei ancora pieno di rabbia. Credevo di essere diventato immune alle emozioni, di aver spento per sempre la brace che alimentava Lukas. Ci siamo fatti due nuovi amici, sono un po' esuberanti e all'inizio li odiavamo ma ora sono come una famiglia, di quella bella non come quella che avevamo. Siamo andati all'accademia. E si eravamo felici»
Il me adolescente mi guardava con attenzione e pendeva letteralmente dalle mie labbra.
«E allora Perchè..»
Lo fermai

What's my name?Where stories live. Discover now