Capitolo 31.

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Credevo di avere già toccato il fondo, ma mi devo ricredere

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Credevo di avere già toccato il fondo, ma mi devo ricredere. 

So di aver combinato di peggio nella vita, ma la sensazione che mi serpeggia dentro credo di non averla mai provata prima di adesso.

Avrebbe potuto anche starsene lì, in piedi, in silenzio, senza spiccicare parola che io avrei comunque capito, perché ho sentito sgretolarsi in lei qualcosa come se fosse successo a me.

Pensavo che sarei stato sollevato, che una volta allontanata da me, avrei avuto un problema in meno a gravarmi sulle spalle, ma non è stato così, anzi, mi sento un pezzo di merda della peggior specie, perché io avevo giurato di proteggerla e non l'ho fatto.

L'ho ferita solo perché sono uno stupido egoista che non ha saputo darsi un freno e che non è riuscito a starle distante. Io, l'uomo più indifferente e freddo sulla faccia della terra, non mi sono trattenuto dallo sfiorarla, guardarla, desiderarla.

Io, sono stato un'idiota, convinto che sarei riuscito a tenere tutto sotto controllo.

Be', mi sbagliavo, su tutta la linea, e non smetterò mai di sentirmi in colpa per aver dovuto ricorrere a certi mezzucci per allontanarla da me.

Anche se non avrei voluto.

Anche se solo io so quanto mi piacerebbe andare a riprenderla e dirle che non è come pensa, che c'è una spiegazione a tutto, che sono stato un'idiota a fingere che non mi importi di lei, quando avrei solo voglia di baciarla e reclamarla come mia.

Ma so che è meglio così. Per lei. Perché ho promesso che l'avrei protetta sempre e io sono il primo da cui devo tenerla distante, perché non deve essere sporcata dal tetro mondo in cui vivo fino a quando non sarà il momento giusto.

«Brooke, puoi andare.»

Mi sono quasi dimenticato della sua presenza da quando ho avvertito la porta sbattere e lei andarsene, ma è una tortura a cui devo porre fine, perché sento il mio membro sempre meno teso.

Risucchia il glande, sperando di ottenere un qualche tipo di reazione da parte mia, che non arriva.

«Come, scusa?» il suo tono è contrariato e non riesco a capire se sia per la mia richiesta, o per la mia mancanza di partecipazione.

Ho evitato le avance di Brooke da quando lavora qui, perché non c'è mai stato un minimo interesse da parte mia, i suoi soli modi di fare, il suo corpo, non mi trasmettono nulla, se non l'apatia che caratterizza il mio essere. Sono sempre stato consapevole, però, che non appena avessi dimostrato un minimo d'interesse, lei ne avrebbe approfittato e così ho fatto, perché avevo bisogno di un diversivo efficace per far capire ad Amy che io non sono in alcun modo l'uomo che fa per lei.

Devo ammettere che per qualche minuto ho temuto di aver fatto una cazzata, che il mio geniale piano si sarebbe rivelato essere un flop, solo perché nemmeno mentre Brooke ce l'aveva in bocca riuscivo a farmelo venire duro e invece... è bastato che Amy entrasse in stanza e la situazione si è ribaltata.

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