Capitolo 45.

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Qualcosa di umido mi solletica il collo

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Qualcosa di umido mi solletica il collo.

Una mano mi accarezza il seno, stringendo il capezzolo da sopra la maglietta e...

«Aaron» gemo.

Lo sento sorridere sulla mia pelle, per poi leccarla e succhiarla.

«Che stai facendo?»

«Mi assicuro che tu sia pronta» sussurra roco.

Con il bacino spinge tra il solco del mio sedere, dandosi piacere. È eccitato, da morire e mi sento fremere all'idea che mi entri dentro.

«Lo sono sempre se mi stai vicino.»

Mi abbassa il pantaloncino del pigiama insieme alle mutande. «Ah sì? Anche adesso lo sei?»

Il suo glande stuzzica la mia entrata e mi inarco nella sua direzione. «Controlla.»

«No, voglio che me lo dica tu, Wendy.»

La sua voce mi fa rabbrividire e lo sento chiaramente farsi strada in me solo con la punta, in una piccola provocazione che ha l'intento di farmi uscire fuori di testa e ci sta riuscendo, perché il mio cervello è annebbiato, assuefatto dalla voglia e chiudo gli occhi.

«Concentrati, cosa sei?»

Sposto il bacino nella sua direzione, ma le sue mani mi afferrano per i fianchi e mi tengono distante. «Sono pronta per te.»

«Sei bagnata per me» ribatte.

Tremo, perché il suo sussurro eccitato è un pugno alla mia libido già compromessa. Non mi ci abituerò mai a sentirlo esprimersi in maniera così diretta, a tratti volgare. È erotico, è sporco, sa di proibito.

Avverto le mie guance andare a fuoco e scuoto di poco la testa.

«Se non lo dici, Wendy, non ottieni niente. È questo che vuoi, che mi allontani?»

Nego con forza, ma non riesco a spiccicare parola, perché è imbarazzante da morire. Spinge i fianchi dentro di me di poco, mozzandomi il respiro e poi si ritrae con lentezza, facendomi mugugnare contrariata.

«È meno complicato di quanto pensi» addolcisce la voce e mi lascia un bacio delicato sotto l'orecchio.

«A te viene naturale.»

«E non ti piace?» mi picchietta il lobo con il naso.

«Da morire» ammetto.

Si spinge di nuovo dentro di me solo con la punta per poi uscire. «Allora immaginati quanto potrà essere bello per me sentirti ammettere quanto tu sia bagnata.»

Le mie pareti pulsano e a lui sfugge un verso strozzato, perché il mio gesto coincide con una sua lenta spinta. Mi scappa un sorriso. «Ti si sta ritorcendo contro, eh?» ripeto volontariamente la contrazione e si sfila da me del tutto, allontanando il bacino con uno scatto.

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