Extra.

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«Rev, abbiamo un problema.»

La voce di Arnold mi fa alzare la testa di scatto, rivolgendogli un'occhiataccia.

Sono seduto nel mio ufficio, quello stesso in cui mi ha accolto Amy quando sono tornato, e mi sto dando ripetutamente del coglione per averla lasciata da sola per tutto questo tempo. Non solo perché l'idea di averla fatta soffrire per tanti anni mi stringe il petto in una morsa che non se ne vuole andare, ma anche perché il mondo nella quale abbiamo deciso di vivere sta cambiando e il pugno di ferro è sempre più necessario. Sapere che in tutti questi anni ha dovuto ricorrere alla violenza lei in prima persona, mi spezza e mi fa incazzare con me stesso.

Ho sempre voluto proteggerla, ho cercato in tutti i modi di darle la possibilità di condurre una vita normale e poi mi lascio sopraffare dai sensi di colpa e dalla paura proprio nelle battute finali. Se io fossi stato qui, lei non avrebbe mai dovuto sporcarsi le mani ulteriormente e non si sarebbe macchiata l'anima come me.

Sono stato un coglione? Sì, su tutta la linea.

Mi sto prendendo a sberle da solo da quando sono tornato? Decisamente sì.

Arnold mi ha raccontato che la situazione è peggiorata negli ultimi anni, per questo Amy ha pensato bene di assumere più di una puttana, perché aveva bisogno di più occhi che tenessero gli animi calmi, ma è servito a ben poco. I ragazzini di adesso si sentono grandi ad avere qualche grammo in tasca e questo li porta a spendere anche ciò che non spetta loro.

Insomma, una merda e un continuo pensiero.

Davvero ho lasciato che la donna della mia vita passasse tutto questo?

Un deficiente, ecco cosa sono.

In mia difesa non avevo idea che fosse diventato tutto così complicato.

«Di nuovo?»

Fa spallucce. «Il cambio della guardia sta facendo pensare loro di poterla fare franca.»

Mi massaggio gli occhi con le dita. «Sempre nella zona di Jeremy?»

Arnold tituba un po', reazione che mi porta a spalancare gli occhi. «Sì, e credo che lo stia facendo apposta, Rev.»

Già, ci sono arrivato anche da solo, ma ho cercato di ignorare il problema, perché speravo che capisse che il suo atteggiamento del cazzo non ha senso. Be', mi sbagliavo.

«So che non sono fatti miei...»

«Ar, ti prego, sei un amico, puoi dirmi quello che vuoi.»

Fa un sorrisino, uno di quelli che mi stupisce sempre, perché mi ricorda che è cambiato davvero tanto nel corso degli anni. L'amore e la famiglia lo hanno reso un uomo diverso e non si nasconde più come faceva prima. Forse anche avere a che fare con Amy ha scalfito un po' i suoi angoli. Sono consapevole che il mio atteggiamento di un tempo non rilassasse le persone e forse era anche un po' colpa mia, se lui era tanto rigido.

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