Capitolo 51.

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Sono seduta nell'aula di filosofia, sto aspettando che il professor Dubois varchi la soglia e cominci la sua lezione, con la speranza che ci dia notizie di quel compito che mi ha messo in crisi per settimane

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Sono seduta nell'aula di filosofia, sto aspettando che il professor Dubois varchi la soglia e cominci la sua lezione, con la speranza che ci dia notizie di quel compito che mi ha messo in crisi per settimane. Nell'attesa non riesco a far altro che pensare agli ultimi giorni, alla mia vita che sembra aver preso una piega così tranquilla, che non riesco a crederci nemmeno io.

A pensare che solo qualche mese fa, mi sentivo così spaesata da faticare a immaginarmi un futuro pe non mi sembra vero, e tutto solo perché una persona è entrata nella mia vita e ha stravolto il mio mondo.

Gioco con la catenina che indosso al collo, quella stessa che mi è stata regalata da Aaron qualche giorno fa. Mi sono resa conto che la prendo in mano ogni volta che mi perdo nei miei pensieri e che non so cosa fare.

Abbasso lo sguardo e la osservo, il colore opaco dell'argento è quello che mi stupisce sempre. Per quanto la storia raccontata da Aaron possa essermi sembrata assurda, non riesco a far altro che pensare che sia vera, almeno in parte. Sono convinta che mio padre abbia un po' migliorato ciò che è davvero successo tra di loro, solo per creare un racconto così entusiasmante da catturare subito l'attenzione.

«Buon giorno a tutti,» il professor Dubois mi riporta prepotentemente alla realtà. «Prima di iniziare la lezione, volevo dirvi che ho sfruttato la settimana di vacanza per leggere i vostri compiti.»

Sì, lo sapevo!

Mi agito un po' e mi siedo meglio, mentre continuo a giocare con la catenina.

«Volevo fare i complimenti a tutti, perché sono stati davvero un'ottima compagnia. Mi avete dato molti spunti di riflessione e qualcuno di voi ha fatto un eccellente lavoro anche per quanto riguarda la filosofia, che vorrei ricordare a tutti è quello di cui veniamo a parlare a ogni lezione.»

Mi acciglio, questa premessa non mi piace.

«Comunque, ve lo dico, il mio intento non era quello di spingervi a osservare l'argomento dal punto di vista filosofico, ma voleva solo essere un modo per sondarvi un po' dentro, per farvi domande sulla società e il mondo che ci circondano.»

Ora andiamo un po' meglio.

«Quindi, visto che il fine di tutto non era accademico, ma quasi personale, ho deciso di non darvi nessun voto.»

Un mormorio di dissenso riempie l'aria e il professore alza le mani per bloccare ogni nostra protesta.

Non ci posso credere che mi sono scervellata per giorni, solo per non ottenere un bel fico secco!

«Calma, calma, lo so che non era quello che volevate sentirvi dire, ma terrò conto di ciò che avete scritto. Ovviamente, ho un'opinione su tutto ciò che ho letto, per ognuno di voi ho scritto delle considerazioni su un quadernino, quindi, la prossima volta che ci sarà un esame potrete avere dei punti extra.»

Lui si gira e ci dà le spalle. Una ragazza davanti a me alza la mano e lui, come se avesse sentito lo spostamento d'aria, volta la testa e la osserva.

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