Capitolo 32.

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Mi sono nascosta da Lucy per tutto il weekend

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Mi sono nascosta da Lucy per tutto il weekend.

Sono scappata, come una codarda che non ha il coraggio di affrontarlo, ma davvero non so come potrei guardarlo in faccia dopo quello che è successo, che ormai è palese a chiunque: Rev mi piace e nemmeno poco. Mi attira in un modo che mi accende, mi fa vibrare ogni singola fibra del mio corpo: lui mi guarda e io incendio, ma dopo l'umiliazione che ho provato l'altra sera, non credo che riuscirò mai più a incrociare il suo sguardo.

Continuo a ripetermi che sono stata una stupida allocca a credere davvero all'insensata vocina nella mia testa che mi diceva d'insistere, che gli piacevo, che provava lo stesso. Stronzate!

Promemoria futuro: non ascoltare mai più qualsiasi sciocchezza esca dalla mia testa, sono tutte cazzate e mi sto di sicuro sbagliando.

Non voglio più ritrovarmi a fare una figura di merda, talmente grande da volermi sotterrare. Sto quasi valutando di emigrare in un paese sperduto dove non incontrerò nessuno che mi conosce.

Ok, forse sto un po' esagerando e sono diventata melodrammatica, ma ogni volta che ripenso alla scena a cui ho assistito, mi sento morire e mi eccito come non mai. Giuro, non vorrei, ma mi basta ricordare i dettagli del suo corpo per mandare tutto il mio intero essere in tensione e la mia fantasia galoppa. Mi immagino di andare da lui, spostare quella ragazza e di inginocchiarmi ai suoi piedi, lo sguardo che non molla il suo nemmeno un istante, mentre con la mano raggiungo la sua erezione e la massaggio un po', prima di...

Alt. Ferma. No!

Chiudo gli occhi e affondo la faccia nel cuscino. È una cazzo di tortura. Non solo devo sopportare la parte di me che si sente ferita e umiliata, ma devo anche fare i conti con l'altra che manderebbe al diavolo tutto, andrebbe da lui e metterebbe in pratica tutte le fantasie a cui ho pensato in queste ore. Ma che problemi ho?

Voglio morire.

«Ci stai pensando di nuovo, vero?» Lucy ridacchia, ormai sono più le volte che mi vede disperarmi a questo modo, che piangere.

Non che l'abbia fatto molto, sia chiaro, ma diciamo che la delusione l'ha fatta da padrone per un po' di tempo, prima che riuscissi a riprendermi.

Le ho raccontato tutto, ogni cosa, non appena sono arrivata al divanetto e Arnold è andato a prendermi una bottiglietta d'acqua. Lo so che lui è a conoscenza del piano di Rev, ma non riesco a fargliene una colpa. So perfettamente in che situazione si trova con lui e non mi aspetto che si ribellasse, o gli facesse capire che c'era qualcosa di sbagliato.

Perché sì, sarò stata anche sorda alle parole di Rev, ma non c'era bisogno che arrivasse a tanto, avrebbe potuto comportarsi in maniera diversa. Solo che Rev è Rev e ormai mi è chiaro che non sa gestire le difficoltà come le persone normali, per lui il dialogo è inesistente.

E io ho dei pensieri sconci, su una persona che non sa nemmeno comportarsi da adulto.

«Purtroppo sì,» ammetto.

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