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Nauìya

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Nauìya

Il suo piano iniziava a delinearsi sempre più chiaramente. Quello che Louid aveva scoperto era la soluzione a tutti i problemi.

Come sempre, l'amico non aveva saputo guardare in grande, si era limitato a creare qualcosa che li proteggesse alla perfezione durante gli scontri, ma lei pensava già al dopo.

Nauìya, a differenza di tutti gli altri, sapeva bene che non sarebbe bastato uccidere la Strega per cambiare ogni cosa e togliere sofferenza e morte. Le persone erano stupide, lo aveva sempre pensato; volevano solo un capro espiatorio da incolpare per tutto ciò che non andava. Avevano bisogno di credere in qualcosa, e lei glielo aveva dato, era diventata l'Ayìsse, qualcuno da venerare e seguire a costo persino di morire.

Sapeva però, che una volta che la sovrana fosse morta, avrebbero semplicemente trovato qualcun altro da incolpare per la loro sofferenza. Sarebbe stato così per sempre, perché l'uomo, per qualche ragione che Nauìya non si era mai spiegata del tutto, sceglieva sempre di soffrire e, inevitabilmente, incolpava qualcun altro.

Nauìya sapeva che finché questo meccanismo sarebbe rimasto in atto, non c'era alcuna possibilità di sopravvivenza.

Doveva quindi spezzare questo ciclo, e l'unico modo per riuscirci era prendere il controllo, non come aveva fatto la Strega ovviamente, lei era stata troppo ingenua sperando di dominare l'intera Aretem con le sue sole forze. Doveva prendere il controllo di ogni cosa, prime fra tutto, le menti delle persone. Se avesse comandato quelle, nulla avrebbe più potuto fermarla.

Lo stava già facendo in realtà, sfruttava la loro speranza, le loro paure, il loro odio; ogni emozione poteva essere usata a suo vantaggio. Le emozioni potevano essere usate per portare al movimento grandi masse, proprio come aveva fatto quando aveva salvato Orm e gli altri due, ma Nauìya sapeva che erano un'arma a doppio taglio. Le si sarebbero ritorte contro, lo sapeva perfettamente, quindi se voleva porre fine a tutto quel ciclo di sofferenze, avrebbe dovuto privare il mondo di esse.

Le tute che Louid aveva progettato erano geniali, e perfette per lo scopo. Aveva detto che ogni cosa era convertibile in impulsi elettrici, dunque anche le emozioni. Non importava se la debolezza del rivestimento era la volontà, una volta messa quella tuta, non sarebbe più stata un problema perché sarebbe stata completamente soffocata, la sua volontà sarebbe stata la volontà di tutti.

Forse era crudele imporre le sue idee su quelle di tutti gli altri, ma le persone erano autodistruttive, in quel modo le stava semplicemente salvando dalle sofferenze che si sarebbero inflitte.

Strinse i pugni con forza, se solo le emozioni non fossero mai esistite! Guardò la parete bianca che aveva di fronte, era lì che tutto aveva avuto inizio. Era in quella camera, quella dei genitori, che aveva sentito le grida furiose dei due.

Lei stava dormendo nella sua stanzetta quando era stata svegliata dalle loro grida, stavano litigando per qualcosa che lei non era riuscita a comprendere avendo dormito per la prima parte della discussione. Ricordava di essersi coperta le orecchie con il lenzuolo pur di non sentire i genitori in quello stato di estrema sofferenza, sofferenza che sentiva come sua, e la faceva piangere e fremere di rabbia.

MOÌRIAS-L'ombra della luce-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora