Epilogo

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La Strega

Negli ultimi tempi aveva avuto molto tempo per pensare. Sapeva che la sua ora ormai era giunta.

Fin da quando Auleen le aveva raccontato di Nauìya Eyl, la ragazza che diceva di essere l'Ayìsse che l'avrebbe uccisa, si era ritrovata a chiedersi quale fosse il senso di tutto ciò.

La sua vita era stata tormentata e piena di sofferenze, nulla di tutto quello che aveva desiderato si era avverato.

Ormai era troppo tardi per cambiare le cose, il suo tempo era agli sgoccioli. Tutti avevano sentito l'annuncio che Nauìya aveva fatto negli schermi a distanza, erano anni che non ne vedeva uno e, come un incubo, erano tornati a tormentarla.

Avrebbe voluto dire ad Auleen di lasciar perdere, che lottare era inutile, ma non ci era riuscita, quella ragazzina in un certo senso le ricordava lei da giovane, anche se forse era persino più coraggiosa.

Scoprire tutto quello l'aveva travolta, improvvisamente si era resa conto che tutto ciò che aveva fatto, tutti i suoi sacrifici, tutta la sua sofferenza, erano stati completamente privi di senso.

Durante la sua intera esistenza si era tormentata nel tentativo di capire chi fosse Moìrias e perché il suo nome comparisse ovunque davanti a lei. Le scritte rosso sangue che venivano fatte nei muri di tutta la città l'avevano perseguitata per moltissimi anni. Era giunta alla conclusione che il Moìrias fosse una specie di organizzazione criminale come la resistenza, dei sovversivi che non facevano altro che ostacolare il suo potere, ma non si era mai sbagliata tanto.

A scrivere quei messaggi che predicevano la sua fine, probabilmente erano stati dei poveri vecchi che, a differenza sua, avevano capito che cosa era realmente accaduto, interpretando dei lontani ricordi che riaffioravano nelle loro menti. Avevano tentato invano di avvertire gli ignari, ma nessuno aveva mai realmente compreso la reale entità delle loro parole. Anche lei non l'aveva capito, non prima che fosse troppo tardi.

Prese tra le mani il libro. La risposta era sempre stata lì, sotto ai suoi occhi, ma era stata troppo cieca per vederlo.

Appena era stato pubblicato ne aveva fatte diffondere moltissime copie, in memoria della sua storia, buffo che non si fosse resa conto della reale importanza dell'oggetto che si trovava tra le mani.

Era quello la chiave di tutto, il libro che le aveva aperto un mondo, il libro che aveva permesso che tutto quello accadesse. Guardò la foto dell'autore sul retro, quale strano scherzo del destino.

Al momento probabilmente aveva appena abbandonato Nauìya, non lo aveva ancora neanche scritto, eppure lei lo aveva lì con sé, con una foto di lui anziano.

Alla fine aveva avuto tutte le risposte che aveva cercato. Come era stata ingenua pensando di cambiare le cose; era troppo perché chiunque potesse fare alcunché. Era strano pensare che, se anche solo una persona avesse compiuto una scelta diversa sarebbe potuto cambiare tutto, sapere che andava avanti così da secoli, forse da millenni, e ogni cosa rimaneva sempre uguale perché tutti continuavano a fare sempre le stesse scelte.

Eppure lei non aveva avuto poi molte possibilità, aveva provato a salvare il mondo, aveva provato a salvare le persone e a diffondere l'amore, ma aveva fallito. Le avevano remato contro, l'avevano costretta a prendere decisioni drastiche che le avevano fatto perdere il sonno, perché in quel mondo regnava la legge del più forte. Se non avesse agito in tale maniera, sarebbe stata schiacciata da un pezzo ormai.

Quando era giovane era terribilmente ottimista, credeva di poter salvare il mondo, ma il mondo non voleva essere salvato; voleva liberare le persone, ma loro volevano rimanere prigioniere; voleva diffondere l'amore, ma loro avevano scelto la via della sofferenza.

MOÌRIAS-L'ombra della luce-Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu