Capitolo 6: In nome della ragione (Revisionato)

2.3K 250 33
                                    

«No» ripetei per l'ennesima volta. «Non è un problema.»

«Sicura? No perché... beh... non ci ho pensato. Sai come sono fatta. Sono impulsiva e penso sempre dopo alle conseguenze. Non volevo invitarlo senza prima chiedere la tua opinione in merito» mi disse Alexis, con voce sottile e piena di rammarico. Anche attraverso l'interfono del cellulare riuscii a immaginarmi il suo viso ammantato dalla tensione per la paura di avermi ferita. In verità, un po' me l'ero presa per il fatto che aveva invitato Celina e Dimitri senza prima chiedere cosa ne pensassi. Ma, ehi, non doveva mica chiedermi il permesso?

«Va tutto bene» la rassicurai con tono leggero. «Non c'è ragione che ce l'abbia con te. Insomma: sì, non mi è simpatico e sì, odio sua cugina fin dentro le ossa e anche più in profondità per via del suo carattere altezzoso e il suo essere tanto snob, ma se a te ti stanno simpatici non c'è ragione per non uscirci. Volendo, potrei anche non venire con voi all'appuntamento.»

«Non conosco sua cugina e se non sta simpatica a te non sarà diverso per me!»

Sentii il debole rumore di acqua che scorre. «Ma stai facendo la pipì?» le domandai disgustata, esibendo una smorfia. «Talvolta vorrei che tra noi due ci fosse un po' più di mistero.»

Alexis rise. «Ma quale pipì! Sono nella vasca da bagno, completamente nuda e immersa in dolci e morbide nuvole di schiuma.» Lunga pausa. «Completamente nuda...»

Roteai gli occhi. «Risparmia questi tuoi commenti hot per un'altra persona che non sia io, grazie. Non sono lesbica! Ah, a proposito, tua zia è una donna davvero sottile

«Sottilissima.» Si zittì, poi scoppiò in una fragorosa risata. «Non hai la minima idea della faccia che ha fatto Celina quando mia zia Katy ha fatto quel commento. In un secondo l'ho vista ridimensionarsi completamente. Sembrava che l'idea di essere amata da te la spaventasse più della possibilità di una donna che la possa amare davvero.»

Non ero riuscita a rimanere completamente zitta. Alla fine, avevo ceduto e le avevo raccontato del mio battibecco con Celina senza però citare l'aggressione fisica. Incominciai a osservarmi le unghie. Mi piaceva il colore vinaccio. «Solo tu puoi farti un bagno dopo essere stata in un Centro Estetico.» Dopo la sauna e un doppio bagno con oli essenziali non ne vedevo assolutamente la necessità.

«Ammetto di apparire un po'...»

«Ossessiva?» la interruppi. «Morbosa? Ah! Ho trovato: maniacale. Ecco, sì. Direi che questo termine può andare.»

«Ah ah ah. Esilarante.»

«Ti sbagli, non sei esilarante. Sei una maniaca!» la rimbeccai, petulante peggio dell'antico orologio a cucu che avevo nella stanza ancora inspiegabilmente in funzione.

«Era rivolto a te, scema!» Sospirò fingendo di essere esasperata, ma sapevo che dall'altra parte del cellulare stava sorridendo. «Stavo dicendo: ammetto di apparire quasi esagerata, ma stasera deve essere tutto perfetto perché io devo essere perfetta.»

«Perché?» le domandai con voce che quasi rasentava l'incredulità. «Di solito non lo sei abbastanza?»

«Per me stessa non sono mai abbastanza. Conosci i miei drammi meglio di me.»

«Vorrai dire: "Conosci i miei stupidi drammi meglio di me".»

Alexis sbuffò. «Perché non mi parli un po' dei tuoi? Non mi dici mai niente! Come vanno gli attacchi d'ansia e gli incubi? Ora che stai vedendo una terapista non ti senti meglio?»

Ci pensai su. «Va decisamente meglio» la informai, alzandomi dal letto per prendere le vitamine nella borsa. Mi sentivo un po' giù quel giorno e non avevo mangiato molto, ma non glielo dissi. Presi la pillola e la inghiottii bevendo un sorso d'acqua. Riposi il pacchetto di nuovo nella tracolla. «Gli attacchi d'ansia sono sporadici, adesso. La terapista mi ha abbassato il dosaggio dei medicinali, ma devo ancora prenderli quindi non è consigliabile bere alcolici.»

Utrem Humano SanguineWhere stories live. Discover now