Capitolo 11: Un grave errore (Revisionato)

1.8K 213 10
                                    

Un silenzio assordante avvolse l'intera biblioteca e mi meravigliai di quanta incidenza potesse avere su di me qualcosa di astratto. La tensione che percepivo nell'aria era palpabile, quasi quanto il palese scetticismo che comparì sui volti di coloro che mi sorvegliavano dall'alto come falchi arroganti. Non sapevo come registrare le reazioni dei presenti, né tanto meno come affrontare le loro opposizioni. Quali argomentazioni avevo per perorare la mia causa? Cosa ne sapevo, io, di demoni?

Li fissai, e compresi che ai loro occhi non ero altro che una stupida ragazzina che non sapeva quello che diceva, che a stento riusciva a capire l'irrimediabile situazione in cui si trovava.

Il silenzio fu spezzato dalle grasse risate di Marcus, così forti da farmi rimpiangere la quiete prima della tempesta. Il volto dell'uomo divenne paonazzo, divertito, si riempì di increspature: la falsa cortesia che aveva mostrato era scomparsa. Si asciugò le lacrime agli angoli degli occhi provocate dalle risate, guardandomi con espressione saccente e intimidatoria al tempo stesso. «Tu?!» mi chiese, «Una cacciatrice? Un Utrem?!»

Incrociai le braccia al petto cercando di non far valicare le mie insicurezze. «Come posso combattere quest'entità se non so come fare? E se non combattessi solo metaforicamente? Non posso stare seduta con le mani in mano mentre qualcosa di marcio si aggira nella mia mente!»

«Dalilah, non è così semplice» si intromise Rachel che aveva sentito tutto nella stanza contigua. «Questo non è un lavoro, non è qualcosa che puoi iniziare e lasciare a metà: è uno stile di vita. Quando diventi cacciatrice, muori da tale.»

Strinsi i pugni così forte che conficcai le unghie nei palmi. Contai fino a tre prima di proseguire: «So bene che è rischioso: hanno ucciso mia nonna, mi hanno privata dei ricordi, hanno distrutto la mia casa e sono con le spalle al muro. Devo liberarmi da questo demone che si è impossessato di me e non posso farlo se starò chiusa in una stanza. Lo so che credete che non ci sia più speranza per me, ma dovete almeno lasciarmi tentare!»

Marcus mi guardò con espressione grave, il suo divertimento era evaporato nella frazione di un secondo. I suoi occhi mi fecero venire la pelle d'oca. «Credi davvero di essere in grado? Anche se riuscissi a superare la prova – cosa improbabile – risulterebbe troppo pericoloso lasciarti scorrazzare in giro. Potrebbero catturarti o il demone potrebbe avere la meglio su di te proprio mentre ti trovi tra i civili; qui è diverso, questo territorio è consacrato, senza contare il fatto che siamo addestrati e preparati ad affrontare questo tipo di incombenze. Anche mio figlio Dave, che ha quindici anni, è in grado di capeggiare questi imprevisti.»

Dimitri avanzò di un passo. «Lasciala tentare.»

Sentendo la sua interruzione sobbalzai. Guardai Dimitri con la coda dell'occhio, cercando di capire se quello che avevano sentito le mie orecchie fosse stato reale. Lui ricambiò il mio sguardo quel tanto che bastava per farmi salire lunghi brividi lungo la schiena, infine tornò su Marcus, lasciandomi libera. «Se avesse una guardia del corpo i rischi che temi diminuirebbero visibilmente. La terrò d'occhio io, non la lascerò da sola neanche per un momento fuori da queste mura. Lo so, è una mossa azzardata, ma dobbiamo tentare. Sai che posso farcela, ho sempre svolto il mio lavoro nel migliore dei modi.»

Sembrava seriamente determinato e pronto, pensai che in battaglia doveva apparire così: fiero, valoroso, caparbio... e anche un po' arrogante.

Marcus scosse la testa, formulò una risposta con difficoltà: «Non supererà mai la prova di iniziazione.»

Dimitri sembrava avere la risposta a ogni obiezione. «La addestreremo noi. Io, Celina e Alexander, e faremo in modo di prepararla a dovere.»

Sgranai gli occhi, fissandolo inebetita. Addestrarmi? Volevo rispondere, dire qualcosa di sensato, ma ammutolii. Volevo che il pavimento mi inghiottisse in una voragine.

Utrem Humano SanguineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora