Capitolo 15: Quando il controllo è l'unica cosa che ti rimane (Rev. parte 1)

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Uno spirito vendicativo. Un potentissimo, agguerrito, violento, sanguinario spirito vendicativo. Cominciavo a capire la sicurezza di Marcus nell'affettare di buon grado questa mia folle iniziativa. Erano convinti che sarei morta nella prova e incominciavo a crederlo anche io.

No. No! Non dovevo pensare in questo modo o veramente non ce l'avrei mai fatta. Ma come... potevo anche solo avere una possibilità?

«Ahi!» esclamai cadendo a terra.

«Sei troppo sovrappensiero Dalilah! Devi concentrarti, è chiaro?» disse Dimitri con tono autoritario. Incrociò le braccia al petto e mi parve ancora più alto del solito in quella posa. D'altronde lo stavo guardando dalla stessa altezza del suo zerbino all'ingresso.

Ci stavamo allenando sul ring provando alcune mosse corpo a corpo nel pomeriggio, ma non riuscivo a non pensare a ciò che mi aveva rivelato non molto tempo prima.

«Ci sto provando, ok?» dissi alzandomi dolorante da terra.

Dimitri sbuffò appena, lo faceva sempre quando non facevo bene qualcosa. «Come vuoi, allora adiamo a correre, così vedremo se riuscirai a liberare la tua affollatissima mente in modo da concentrarti sul combattimento.»

Lo guardai accigliata ma non ribattei, poiché non aveva torno. Sapeva benissimo del motivo che mi spingeva ad avere la mente "affollatissima" eppure il suo tono non accennava ad ammorbidirsi.

Iniziammo a correre nel freddo pomeriggio ottobrino, al parco. Aveva ancora un che di strano, per me: pensare che a pochi mesi di distanza ci eravamo incontrati proprio in quel modo e adesso stavamo percorrendo lo stesso tragitto ma uno di fianco all'altra. Decisamente surreale.

Il sole si abbassava verso l'orizzonte, a ovest, incendiando con uno scintillio arancione le montagne incappucciate di neve. Non scaldava davvero e presto, al crescere del mio fabbisogno d'ossigeno, cominciai a sentire il freddo penetrarmi nei polmoni. Non parlammo. Dimitri rallentò le falcate fino ad adattarsi al mio ritmo, così restammo vicini. Stranamente, questo non mi infastidiva, ma reputavo fosse una sconfitta il fatto che lui doveva trattenersi per regolarsi al mio andamento e così accelerai il passo sforzandomi fino all'inverosimile, facendo lavorare più duramente i muscoli e i polmoni. Sei giri facevano quasi cinque chilometri; rimanevano altri sei giri.

Arrivati al penultimo giro iniziai a boccheggiare.

Dimitri mi guardò. «Stai rallentando» disse in tono brusco, strappandomi lo sguardo dall'asfalto. La severità nella sua voce mi sconcertò. «Vai piano e fai dei tempi orribili se non metti tutta te stessa.»

Accelerai ancora il passo, nonostante il corpo cominciasse a gridarmi delle oscenità.

«Non male eh?» dissi dopo aver finito, entrando di nuovo in palestra con Dimitri al mio fianco.

«Discreto.»

Alzai gli occhi al cielo. «Attento, non cercare di montami la testa con tutti questi complimenti!»

«Un mio "discreto" è molto più di quanto abbiamo mai detto a qualcuno, fidati, è un complimento.»

«Se lo dici tu. Ma per quale motivo mi fai correre così tanto? È davvero una cosa tanto importante?»

«È fondamentale non importante. Ti basti sapere questo.»

«Sono certa che in una realtà parallela c'è un te eloquente che dà risposte sensate ed esaustive.»

L'ombra di un sorriso parve affiorargli sul volto ma fu così rapido che pensai di essermelo immaginato. «Sei troppo inesperta per combattere qualsiasi male e a volte l'unica scelta che puoi avere è... scappare.»

Utrem Humano Sanguineحيث تعيش القصص. اكتشف الآن