Capitolo 5: The wellness paradise (Revisionato, parte 2)

1.9K 175 17
                                    

La mia amica era stata posizionata da tutt'altra parte, in confronto a me. La lampada che mi capeggiava era così forte che per un breve istante mi parve di essere in una sala operatoria. Katy mi disse di attendere sul lettino, e così feci, credendo che la mia quiete faticosamente riacquistata non potesse essere turbata da niente e da nessuno. Svuotai la testa, severamente inserita nel foro al centro del lettino, e mi sentii, se non libera, almeno rilassata. Avrei dovuto aspettarmi che quell'attimo si sarebbe dissolto nell'aria nel giro di poco tempo. Udii una risatina. Non ci feci caso, così non alzai la testa dal mio appoggio.

«Credevo che la clientela venisse meglio selezionata in questo posto. Evidentemente mi sbagliavo, fanno entrare anche gli straccioni. Che disgusto.»

La mia testa scattò in aria prima ancora di aver elaborato nel mio cervello quelle parole e mi voltai proprio in direzione della voce. Il mio separé non c'era più o, almeno, non era dove avrebbe dovuto essere. Al suo posto c'era una ragazza alta e... nuda, appoggiata al lettino adiacente con le braccia conserte. Come me, aveva indosso solo un asciugamano che avviluppava la parte superiore del busto sino a metà coscia, coprendo le parti intime ma non riuscendo a nascondere la formosità del suo corpo. Mi rivolgeva un sorriso di scherno che mi disse: "Esatto, ce l'ho con te". I capelli color cioccolato le ricadevano sulle spalle in onde morbide, tuttavia mi davano l'impressione di essere selvaggi. Era una ragazza davvero stupenda da guardare, ma aveva un crudele scintillio animalesco negli occhi in grado di ancorarti al terreno e intimidirti senza il benché minimo sforzo. I suoi penetranti occhi scuri mi osservavano con ostentato sdegno.

Diedi una rapida occhiata in giro, quasi piombata in uno stato di trance, per poter accertare che quel commento fosse rivolto proprio a me, perché non ci credevo. A parte noi due, c'erano altre tre persone, ma erano fin troppo distanti da noi. Quando ne ebbi la conferma, un moto di violenza mi diede la spinta per affrontarla. «A quanto pare hai ragione,» ribattei, lasciando trapelare il fastidio della mia voce «oltre agli straccioni vedo che fanno entrare anche rozze ragazze maleducate. Dovrebbero rivedere la loro clientela, e magari incastonare i separé nel pavimento, già che ci sono.»

Parve accusare il colpo. Almeno non era impenetrabile come Dimitri. La ragazza si rizzò immediatamente, staccando la schiena dal lettino e sciogliendo le braccia dal loro nodo. Il suo corpo era rigido e incominciava a fremere.

Nel frattempo, io ero ancora sdraiata, ma vedendola prorompere in quel modo mi chiesi se fosse arrivato il momento di mettermi in piedi.

Possibile che incontravo tutti io gli psicopatici?!

Tuttavia, la misteriosa ragazza si rilassò improvvisamente e incominciò a ridere. «Sai, questo posto non fa miracoli. Per quanto si sforzino non credo che riuscirebbero a renderti bella. Ma non posso biasimarti, fai bene a provarci.»

Le mie guance si accalorarono. «Se essere  bella vuol dire importunare le persone senza una giusta motivazione facendomi prendere per un'idiota, allora sono felice di non esserlo.»

«Sicura che puoi permetterti di pagare un Centro Estetico?» ingranò la mia avversaria, continuando a sorridere forzatamente. «Ti ho vista entrare. Non ti serviranno a niente questi trattamenti se poi vai in giro con quegli stracci.»

«Non credo di conoscere il tuo nome. Non credo di sapere nulla di te. Perché tu pensi di sapere qualcosa sul mio conto?»

«Non serve un genio per capire quanto tu sia inadeguata. Quel parka che indossavi quando sei entrata è passato di moda pressappoco nello stesso periodo della caduta del muro di Berlino.»

«Che sono certa tu sappia quando sia avvenuta, giusto?»

«So molte più cose di quanto tu creda» mi informò. 

Utrem Humano SanguineWhere stories live. Discover now