Diamond 4

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La gioia del cuore si dissolverà, ma il dolore che tocca il cuore rimarrà.
Kahlil Gibran


"My little good girl."

"Tu avanti e io dietro."

"Ed ora sei anche mia."

Inclinai la testa, osservando il mio riflesso nello specchio. Ero completamente bagnata a causa della doccia appena fatta, le guance arrossate per l'acqua calda e i polsi ornati da nuovi "braccialetti".

Il ventre segnato da lividi, il suo profumo persistente sulla pelle nonostante l'abbia strofinata fino alla stanchezza. Gocce d'acqua mescolate a lacrime sulle guance, un corpo preteso da molti, ma ormai estraneo a me.

Seguii i contorni dei lividi guardandomi allo specchio. Oggi la bambina non mi ha fatto visita, non è apparsa nel riflesso, come se volesse punirmi, delusa dalla mia enorme debolezza, delusa dalla promessa che non sono riuscita a mantenere. Non sono diventata la donna di cui avevo bisogno da piccola, non sono diventata io la carnefice nella mia vita.

Ho fallito. Nuovamente usata. Sporca sto osservando quello che oramai divenne la mia condanna anziché il rifugio della mia anima.

L'oggetto dei desideri maschili.
Strinsi il basso ventre sentendo le unghie premere con forza, chiusi gli occhi assaporando quel leggero dolore mescolato al calore del sangue che ancora fluiva dai miei polsi.

Debole? Debole.

Non sono riuscita a preservare me stessa, a mantenere la promessa fatta alla bambina, ad adempiere all'impegno preso con papà. Non ho avuto successo nel coltivare amore e accettazione per me stessa, né nel liberarmi dei continui "braccialetti" che costruisco gradualmente, giorno dopo giorno.

<GOOD GIRL, GOOD GIRL, GOOD GIRL!> gridai colpendo il mio ventre ripetutamente. <YOU'RE MY LITTLE GOOD GIRL!> urlai di nuovo, crollando a terra, abbracciando le ginocchia e nascondendo la testa tra di esse.

Non uno, né due, ma ben quattro uomini. Quattro uomini diversi abusarono di me. All'età di soli 21 anni. Ognuno di essi più violento, disgustoso e atroce del precedente. Ciascuno di loro bramando il mio corpo per i propri scopi egoistici: il mostro della mia infanzia per piacere, i due mostri al Blue per affermare la loro dominanza su una donna, mentre il mostro che ho sposato, per vendetta.

<Diamond> udii la voce dello psichiatra e sollevai lo sguardo, incrociando i suoi occhi dorati. Si avvicinò con calma, abbassandosi alla mia altezza. <Ti ho sentita gridare> disse con calma. Riorientai lo sguardo sul mio riflesso, osservando attentamente il mio corpo senza vestiti, finché non sentii il calore di due polpastrelli estranei diffondersi sul braccio. <Non mi toccare!> urlai, allontanandomi velocemente.

Lui ritirò la mano, alzandole entrambe come segno di resa. Lo osservai attentamente, poi distolsi lo sguardo fissando il vuoto davanti a me.

La sensazione del calore di mani non familiari sul mio corpo, ancora una volta senza il mio consenso, mi fece rabbrividire portandomi una sensazione di nausea.

Lo psichiatra n. 7 si alzò ed uscì dal bagno. Inspirai profondamente, chiudendo gli occhi, consapevole di aver agito istintivamente, di aver destinato all'unico uomo che mi aiutò veramente ciò che avrei dovuto infliggere a quei mostri.

Dopo alcuni minuti, ritornò abbassandosi al mio livello e invitandomi a stringere la piccola coperta che portò con sé. Alternai lo sguardo dalla coperta a lui, notando un sorriso forzato apparire sul suo volto. Mi alzai, avvolgendomi in essa per poi notare le sue mani, ora coperte da un paio di guanti neri in pelle.

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora