Diamond 6 (parte 2)

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Prese due piatti e li sistemò sulla tavola, uno di fronte a me e l'altro di fronte a sé. Poi distribuì le verdure, qualche patatina e una bistecca su ciascun piatto.

<Perché non mi rispondi?> chiesi, ma lui ignorò la mia domanda versando del vino in entrambi i bicchieri. <Parlami, voglio sapere qualcosa in più su di te. Voglio capire con chi vivo.> ribadii.

<Assaggia la bistecca, è cotta alla perfezione.> disse, indicando il piatto di fronte a me.

<Mangerò solo se mi racconti qualcosa di te.> dettai con decisione, sentendo lo sguardo dolce ma penetrante posarsi su di me come un metallo rovente.

<Sì, sono entrato nella mafia per il potere. Sono diventato König per avere potere. Sono temuto perché detengo potere. Non sono un angelo, non lo sono mai stato.> disse, lasciando trapelare rabbia in ogni parola pronunciata, ma mantenendo un controllo totale.

<Per me lo sei..> ammisi, prendendo le posate e tagliando un pezzo di bistecca che portai alla bocca, mantenendo la mia promessa. <Hai solamente una percezione sbagliata di me.> dichiarò, portando il bicchiere di vino alle labbra.

<Hai appena preparato la cena per me, se non fossi un angelo non ti saresti fatto scrupoli a lasciarmi su quel letto.> ribattei, prendendo delle patatine e cominciando a mangiarle.

<Decipit frons prima multos.> affermò con freddezza quasi sussurrando, mentre tagliava un pezzo di bistecca. <Cos'hai detto?> chiesi confusa, non comprendendo nessuna parola di quelle da lui pronunciate.

<Non sei uscita dalla villa?> chiese, ignorando la mia precedente domanda.

<No, ho l'alba qui dentro, perché dovrei uscire?> dichiarai sorridendo, cercando di sdrammatizzare per stemperare la tensione accumulata.

Inspirò profondamente. <Terminerai tutto quel piatto. Dopo, faremo una passeggiata. Non puoi restare chiusa in casa, devi tornare a vivere.> disse con totale indifferenza, continuando a mangiare.

"Devi tornare a vivere.", come avrei potuto comunicargli che è solo grazie a lui se trovo la forza per farlo? Come avrei potuto spiegare che ogni volta che i suoi occhi incrociano i miei, vedo un'alba nuova, ricca di speranza e possibilità? Come avrei potuto condividere che il suo profumo mi avvolge donandomi una sensazione di fiducia e protezione, come se tutto potesse andare bene se lui fosse accanto a me? Quando sono con lui è come se ogni incertezza svanisse.

Il suo sorriso è come un faro che illumina il cammino, allontanando le nebbie dell'insicurezza. Il suono della sua voce è un conforto che calma ogni dubbio. La sua presenza è un rifugio sicuro che allontana ogni paura, donandomi tranquillità.

Lui ha il potere di calmare quelle voci, di placare i miei pensieri, avvolgendomi con la sua presenza. Lui sa donare silenzio attraverso le sue parole.

<E dove andremo?> chiesi, desiderosa di scoprire la meta.

<È una sorpresa.> affermò lui con un sorriso, continuando a mangiare, e io feci lo stesso.

Ogni muscolo delle sue braccia si evidenziò con eleganza mentre si mosse per indossare il cappotto, scendendo le scale con disinvoltura. Un maglione beige chiaro delineava gli addominali ben definiti, mentre i pantaloni bianchi accentuavano le sue lunghe gambe. I suoi capelli neri, impeccabilmente pettinati, si adattavano con precisione al cappotto dello stesso colore e alle scarpe lucenti, conferendo un'aura di raffinata eleganza e cura nei dettagli alla sua presenza.

<Prendi.> disse, spostando una ciocca di capelli che gli scivolò sulle ciglia. Accettai la giacca in totale silenzio, consapevole che se avessi provato a parlare, non avrei fatto che balbettare. I miei occhi alternarono lo sguardo tra le sue labbra, inumidite dalla lingua, ai suoi occhi, che mi parvero risplendere.

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora