Eros 18

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Anche se cercasse di uccidermi, rimarrebbe mia.
Eros Knight


Pace... Di quale pace stava parlando? Un uomo meschino che, pur di vincere, ha osato violare una delle regole a cui tutti, per onore, si sono sempre attenuti dall'alba dei tempi.

Lo ammetto, pur di soddisfare il desiderio della mia Helianthus e dimostrarle che Victoria non è l'angelo che sembra, ho infranto uno degli accordi più importanti tra le due fazioni. Ho sfidato l'Alpha, interrompendo così la fragile pace che avevamo faticosamente raggiunto dopo secoli di guerre.

Aveva ragione, avremmo scritto la storia. E probabilmente i futuri Alpha e König avrebbero seguito le nostre orme, ma ho appena cambiato un pezzo di storia con un altro. Mai prima d'ora un König aveva osato sfidare apertamente un Alpha. Di solito, le lotte tra di loro finivano con la morte ma senza una sfida ufficiale.

Gli gettai la pistola ai piedi, costringendolo a inginocchiarsi davanti a me per raccoglierla, al contrario lui me la porse e cercò il consenso nei suoi compagni, mostrandosi debole dinnanzi a me e a tutti i miei uomini.

Il consenso non va richiesto ma preteso.

Nonostante tutti questi atti nobili da parte sua, che per un istante fecero vacillare la mia decisione di sfidarlo, si rivelò essere un bastardo sul ring.

Gli diedi l'opportunità di scegliere: se avesse accettato di inginocchiarsi e di consegnarmi la fazione volontariamente, non l'avrei mai sfidato né ucciso. Ma lui scelse la morte, e così sarà.

Iniziammo la sfida con colpi moderati, ma la sua vera natura si manifestò quando mi colpì alle parti intime, obbligandomi a crollare a terra.

Quel dolore fu inimmaginabile. Mi piegai su me stesso, stringendo quella parte con forza, mentre lui mi urlava "Arrenditi!". Nonostante la momentanea perdita di lucidità, cercai di ignorare le sue parole e mi rialzai, colpendo immediatamente il suo viso e facendo sanguinare il suo naso.

Colsi la pausa successiva al colpo per riprendere fiato e cercare di manipolare la mia mente, spostando l'attenzione dal dolore lancinante in mezzo alle gambe all'importanza di vincere quello scontro.

L'Alpha si piegò a terra, cercando di bloccare il flusso di sangue con una mano, mentre con l'altra sfilò un piccolo pugnale dalla scarpa e me lo puntò contro.

Con un solo gesto, ha annientato ogni forma di rispetto che nutrivo nei suoi confronti. Con quel pugnale, non solo ha violato una delle più sacre norme d'onore delle sfide, ma ha anche macchiato il nome dell'Alpha e della sua fazione. Un uomo meschino che ha osato compiere un tale atto di fronte ai più grandi esponenti della mafia: come poteva sperare di essere rispettato?

Anche se avesse vinto quella sfida, nessuno si sarebbe inginocchiato davanti a lui. Nessuno lo avrebbe rispettato né lodato. Con quel gesto, aveva condannato sé stesso. Un vero leader è colui che mantiene la propria parola, e un uomo che non è stato in grado di rispettare una norma vigente da secoli non potrà mai guidare una fazione con onore e fedeltà. Questo è ormai chiaro a tutti loro.

Preferirei perdere ma morire con onore, piuttosto che vincere disonorando me stesso e la mia fazione.

Effettuai un passo indietro mentre lui continuava a cercare di colpirmi con il pugnale, evitando ogni suo tentativo.

Non potevo permettere che mi colpisse. Non avrei mai perdonato me stesso se avessi causato alla mia Helianthus un simile trauma. Vedermi sanguinante per via della sua richiesta... No. Diamond ha già sofferto abbastanza nella sua vita. Non mi aggiungerò al suo dolore. Se perderò, lo farò con onore.

Mi mossi attorno al ring, deciso a valutare fino a che punto avrebbe osato spingersi. L'Alpha si dimostrò esattamente come mi avevano descritto: lento. Riuscivo facilmente ad anticipare le sue mosse e a evitarle con maestria.

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora