Diamond 8

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La crudeltà del destino conduce al silenzio la dolcezza della vita.
Mira Light

Salvai la vita all'uomo che tentò di porre fine alla mia.

Mi guardai allo specchio, sfiorando il mio riflesso.

Ma sarò mai in grado di salvare te? Riuscirò mai a perdonare questo corpo per non essermi mai appartenuto?

Mi toccai il ventre.

Riuscirò mai a cancellare la sensazione di disgusto provata dopo che quei mostri riversarono il loro piacere dentro di me? Come potrò fissare negli occhi la bambina nello specchio? Come potrò dirle che ho fallito, che sono diventata solo un oggetto usa e getta nelle mani degli uomini?

"My little good girl."

"Tu avanti e io dietro."

"Ed ora sei anche mia."

Le loro voci risuonano nella mia mente come un'eco lontano, straziante e intriso di veleno.

Le loro mani che mi toccano senza il mio consenso, il loro respiro che lentamente consuma la mia anima, la mia voce che svanisce dopo ogni colpo.

L'enorme forza esercitata nelle spinte, come fossi fatta di ferro, come fossi immune al dolore.

La mia incapacità di urlare, di maledire il giorno in cui sono nata.

E quanto desiderai che mia madre avesse scelto di non portare a termine la gravidanza, che avesse abortito, evitandomi così una simile vita.

Desiderai con tutto il cuore che mia madre non mi avesse mai abbandonato davanti a quell'orfanotrofio, che non mi avesse mai costretto a subire tutto quel male ingiustificato.

Ero solamente una bambina.

Una bambina che ha dovuto affrontare l'abbandono dei genitori, quel mostro... Una bambina costretta a diventare donna prima del tempo.

Sono stata costretta a crescere, prima ancora di imparare a vivere.

Sono io il problema? È colpa del mio aspetto? Dei capelli rossi, degli occhi, della mia pelle? È a causa del mio corpo? Del fatto che sono una donna?

Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? Cosa ho fatto per essere costretta a vivere con questi ricordi che mi attanagliano la mente e l'anima, che mi consumano nel profondo e mi costringono ogni giorno a una lotta incessante contro l'esistenza?

Io volevo solo vivere... Giocare a calcio, a pallavolo, inseguire le farfalle, raccogliere le margherite, essere una bambina.

Vivere la mia infanzia con serenità. Invece mi è stata negata, così come il resto della mia esistenza.

Mi hanno costretta a piegarmi al loro piacere, a soddisfarli. A farli godere con le mie urla e con le mie lacrime.

La mia sofferenza accresceva la loro brama e più mi ribellavo, più continuavano. La mia resistenza era interpretata come un invito al persistere. Come se fossi priva di sentimenti, immune al dolore.

"You're mine."

Il mio corpo usato come un sacco da riempire. I miei desideri inesistenti. La mia volontà ignorata.

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora