CROSTATA

1.2K 107 105
                                    

Norah

Tornai a casa qualche ora prima per preparare una crostata da portare a quella cavolo di cena.

Una volta pronta, feci una doccia e andai nella mia stanza per vedere cosa mettere. Scelsi dei pantaloncini a jeans e una camicetta bianca a manica lunga; la sera faceva sempre fresco.

Mi posizionai allo specchio e abbottonai i pantaloncini. Stavo per prendere la camicetta adagiata sul letto, ma mi accorsi di una luce accesa al di fuori della mia finestra.

La sua stanza era di fronte alla mia?
Da quando?

Quando Elia si accorse che l'avevo visto, fece finta di niente, tornando a fare qualsiasi cosa stava facendo con il suo computer, ma non l'avrebbe passata liscia così.

«Scusa!» Poggiai le mani sul davanzale pronta a fargli sapere che era un grandissimo maleducato.

Tolse una cuffia dall'orecchio. «Si?»

«La prossima volta fammi sapere che sei lì.» Indicai la sua stanza. «E magari evita di guardarmi di nascosto.» Ero ancora in reggiseno, ma ero davvero infastidita e neanche ci pensai.

Si alzò dalla sedia per lasciare la scrivania e poggiare i gomiti sul davanzale della sua finestra. «Dovrei farti sapere che sono nella mia stanza? Non hai una tenda?» Quel sorrisetto mi dava davvero sui nervi.

«Ce l'ho.»

«Allora vedi di usarla.» Mi diede le spalle per tornare al suo posto e mettere le cuffie alle orecchie.

In risposta, agguantai il tessuto della tenda e la scostai per coprire la finestra. «Dovrò tenere la tenda chiusa per tutta l'estate. Benissimo» bisbigliai tra me e me.

Indossai la camicetta e passai un semplice burrocacao sulle labbra. Adoravo l'estate anche per questo: l'abbronzatura e nessuna perdita di tempo per truccarmi. Il tempo veniva speso per la preparazione di cocktail freschi. Preparai tre mojito quando Taylor e Ronnie vennero a casa mia prima della cena.

Acquistarono un liquore da portare, che io misi in freezer. Mancavano pochi minuti alla chiusura del negozio e aspettammo che mio padre facesse ritorno.

«Perché quel ragazzo ti dà così fastidio? È stato gentile a invitarci» commentò Taylor bevendo un sorso dalla cannuccia di carta.

«Gli avevo detto che non ci sarei stata e ha insistito. Ha bisogno di me per farsi dei nuovi amici?» Aggiunsi la menta nel mio bicchiere.

«È nuovo, è giusto che si ambienti.»

«Con noi, Ronnie?»

«Cosa c'è di male?» rispose lui.

«Che se non resta solo per la stagione estiva, dovrò accollarmelo io quando voi, a settembre, tornerete al college.» Aggiunsi lo zucchero di canna. «E io ho bisogno dei miei spazi, lo sapete, lui è fin troppo vicino casa mia.»

Gli raccontai l'aneddoto della finestra.


«Eh tesoro mio, non è gay come me» ridacchiò Ronnie stritolandomi le guance. «Peccato però, speravo lo fosse.»

ANCORAOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz