PODIO

903 85 94
                                    

Norah

Taylor domandò a Elia e i suoi amici se volevano passare la serata al pub. Accettarono, perciò dopo cena mi sistemai.

Spruzzai il profumo; una goccia in più rispetto al solito. Baciai le mie stesse labbra per spalmare meglio il burrocacao al cocco, ed ero pronta.

Per un millesimo di secondo mi chiesi se a Elia sarebbe piaciuto il mio nuovo vestitino verde oliva.

Passai le dita tra i capelli prima di spegnere la luce del bagno. Sospirai. Ok, vado.

Scesi le scale, seguita da Shell e, arrivata alla porta, l'accarezzai chiedendole di fare la brava e dicendole che sarei tornata presto.

Spensi la luce, guardando quella casa vuota: mio padre sarebbe andato a pescare con amici, dovevo ancora capire quali.

Una volta fuori, quei quattro erano seduti sulla veranda di Elia.

Cosa dovevo fare? Salutare? Fermarmi? Magari volevano stare soli.

Saluterò con la mano e me ne andrò.

Parlerebbero di me dopo aver oltrepassato casa sua?

L'ansia sociale, che strazio.

«Norah!»

Quello era Cole o Tom?

«Ciao!» Salutai senza aggiungere nessun nome. Semplice.

Josh per qualche ragione lo spinse, e per altre, quando continuai a camminare, Elia mi raggiunse. «Aspetta!»

Mi voltai e me lo ritrovai davanti con una camicia bianca di lino.

È devastante la sua bellezza.

I suoi occhi mi squadrarono, lentamente. Non come quei tipi che fischiano e dicono cose sconce, ma come quelli che vengono ammaliati senza poterne fare a meno, come fanno le sirene con i pirati.

Anche lui pensava che fossi bella? O almeno carina?

Avevo spesso ricevuto commenti simili, ma non mi ero mai emozionata nel sentirli. Non erano importanti e dolci come quelli che mio padre faceva a mia mamma.

Elia, invece, non mi aveva mai fatto un complimento. Quasi da lui lo volevo.

«Vieni con noi, non andare sola» proseguì.

Andavo sola da sempre. «Tranquillo, ci vediamo lì.»

«Il tempo di una birra e andiamo insieme» insistette.

Diedi un'occhiata ai suoi amici. Stavano ancora seduti sui gradini di legno ma ci stavano guardando: sembravano più pettegoli dei gemelli.

«I tuoi amici mi mettono ansia.»

Tornai agli occhi di Elia e, non sapevo neanche come, ma l'avevo ferito.

«Ah, ok... Fa niente, ci vediamo lì.» Era già pronto per andarsene e io avevo capito che mi ero espressa male.

«No, scusami, Elia!» Piantò le Birkenstock nere sulla sabbia e aspettò. «Volevo dire che le presentazioni mi mettono ansia. Conoscersi, iniziare un discorso, non so mai di cosa parlare, ecco. I tuoi amici non hanno niente che non vanno.»

ANCORAWhere stories live. Discover now