SILENZIO

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Norah

Non portai quel manga né a lavoro e neanche in spiaggia per paura di rovinarlo, quindi lo leggevo la sera nella mia stanza.

Solitamente, d'estate, non passavo mai del tempo in casa ma, dopo l'episodio dell'ultima festa, avevo bisogno di solitudine. I gemelli pensarono che fossi arrabbiata con loro - me lo rivelarono una mattina al lavoro - e ne avevo chiesto il motivo.

Quando mi dissero "perché Elia sembrava davvero furioso con noi l'altra sera", quasi non ci credetti; le loro voci, durante quel momento di panico, erano così lontane da neanche sentirle.

Con me era sembrato così calmo e si era mostrato il solito rompiscatole. Non riuscivo neanche a immaginarlo arrabbiato.

A causa di quei pensieri, dovetti tornare ai balloon precedenti perché avevo letto, sì, ma senza attenzione. Stavo quasi per finirlo con la compagnia di quella palla di pelo con la testa sempre poggiata sulla mia pancia.

L'accarezzai e scodinzolò, scoprii dopo che muoveva la coda rumorosamente anche per un'altra presenza.

Mi voltai verso la finestra del mio vicino di casa e lui era lì, di spalle, senza maglietta ad allenare i bicipiti allo specchio.

La mia camera era illuminata solo da una candela che di certo lui non poteva vedere, quindi forse pensava che io non ci fossi. Ad ogni modo, era la sua stanza e poteva fare ciò che voleva, forse ero io quella a non doverlo spiare, ma il suo dorso e spina dorsale richiamavano i miei occhi.

Aveva un corpo così definito da pensare che lavorasse sul suo fisico da anni, e forse era questo che faceva, per la sua passione.

A proposito, non so niente della sua passione per il surf... E non mi deve interessare.

Smisi di invadere la sua privacy per tornare a leggere. Quel manga mi stava facendo andare fuori di testa. Aveva una componente sia fantasy che mistery, ma il romance era altrettanto principale. I due si odiavano ma era palese che si mangiassero con gli occhi. Dopo qualche minuto lo terminai sul più bello: stavano per baciarsi. Qualcosa mi diceva, però, che qualcuno nel secondo volume li avrebbe interrotti.

Dovevo sapere.

Diedi un'altra sbirciata ad Elia. Si stava ancora allenando. Ma con quale voglia? Lo avrei interrotto: avevo bisogno del secondo volume. Accesi il lume e mi avvicinai alla finestra, sedendomi sul davanzale.

«Non ti sei ancora stancato?» alzai la voce per farmi sentire.

Mi guardò con la coda dell'occhio. «Mi spii?» chiese, dopo aver finito la sua ultima serie di tricipiti.

Buttò per terra il manubrio e si avvicinò. Metti almeno una maglietta. Si sedette anche lui sul davanzale, sudato, con il fiatone e bello da morire.

«L'ho finito.» Sventolai quel volume. «Quando si baceranno questi due?»

Ridacchiò. «Oh, mettiti comoda.»

«Immaginavo.»

«Scommetto che tu voglia il secondo.»

Annuii, soddisfatta.

Anche al buio riuscii a vedere i suoi denti bianchi. «Cosa mi dai in cambio?»

ANCORAWhere stories live. Discover now