DISTRAZIONE

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Norah

La mattina dopo una sbronza è la peggiore. Mi ci voleva un caffè e che questo pesante cane si togliesse di dosso.

«Ma quanto pesi?» gli accarezzai la testa e lui continuava a leccarmi. «Sono sveglia!» Più ridevo e più si agitava per la felicità. «Ok, hai vinto!»

Mi alzai dal letto. Era già tardi, come ogni mattina, perciò mi sbrigai per riuscire ad aprire in orario il negozio.

Una volta pronta, scesi al piano di sotto per addentare una mela e adocchiai mio padre mentre leggeva il giornale.

«A che ora sei tornata ieri sera?» chiese.

«Non lo so...» Ed era la verità, non lo ricordavo.

Masticai mentre lui mi guardava di malocchio. «Questa sera andrò a pescare con Thomas.»

Prima domanda che mi feci: a pescare? Seconda: «Chi?»

«Il vicino» indicò la casa accanto.

«Ahh.» Il padre di Elia, quindi. Gli diedi le spalle per prendere una tazza e poi una caraffa di caffè. «Buon divertimento allora.» Come ha fatto a convincerlo? Addentai un altro pezzo di mela.

«Vorrei che venissi anche tu.»

Esasperata la poggiai sul piano cottura per versarmi il caffè e focalizzarmi su quel liquido miracoloso. «Perché? Non mi piace la pesca» risposi con la bocca piena.

«Perché è da un po' che non passiamo del tempo insieme.»

Mi voltai per mirarlo. Deglutii. I suoi capelli stavano diventando brizzolati. Gli anni passano...

«Ok, porto Shell.»

«Va bene, sembra andare d'accordo con Elia, vero?»

Quel cane va d'accordo con tutti. «Così sembra, perché?» Immagino già.

«Verrà anche lui.»

Ovviamente. «Mh.» Bevvi il mio caffè e me ne andai a lavoro.

Mi aspettava un full visto che mio padre aveva delle faccende da sbrigare. Il mio mal di testa mi suggerì di non bere più così tanto nei giorni pieni.

Nei momenti morti, piuttosto che guardare il continuo della serie tv, spiai Elia allenarsi con il suo coach.

Era bravo, forse fin troppo. Cavalcava onde alte e sembrava non avere limiti.

Pensai continuamente ai suoi crampi ai polpacci ogni volta che cadeva in mare, e mi domandai cosa fosse quella sensazione di vuoto e ansia ogni volta che perdeva tempo per risalire. Non voglio più provarla.

Tornata a casa mi aspettava una serata padre e figlia. Abitavamo nella stessa casa, lavoravamo insieme, ma non avevamo mai dei momenti nostri. Io per conto mio, lui per il suo, da anni.

Perciò, anche solo aiutarlo a sistemare l'attrezzatura per la pesca nel suo pick up era un evento più unico che raro.

Mi sedetti sul cassone insieme a Shell, aspettando Elia e suo padre. Uscirono di casa carichi, perciò mio padre andò ad aiutarli, mentre io adocchiai il figlio.

ANCORAWhere stories live. Discover now