Capitolo 17

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Iniziai a preoccuparmi che fosse successo qualcosa di brutto ad Harry e anche se sapevo che non era una buona idea, mi incamminai tra gli alberi. Non sapevo da che parte andare eppure continuavo a camminare finchè non vidi una borsa posata sul terreno.
Allora anche se non avrei dovuto farlo, frugai al suo interno e presi la carta d'identità. Era di Juliet. Diciamo che, in un certo senso, ero più tranquilla dato che Juliet sapeva come prendere Harry ma comunque andai avanti.
Finalmente iniziai a sentire delle voci, diventavano sempre più forti e questo comportava che mi stavo avvicinando.
Da lontano riconobbi la chioma bionda di Juliet che sussurrava all'orecchio di qualcuno, mentre un ragazzino di circa 15 anni stava lì fermo a fissarli. Il ragazzo accanto a Juliet era leggermente accovacciato e teneva la mano destra posata su un albero. Mi avvicinai allora ancora di più per vedere chi fosse anche se in cuor mio già lo sapevo.
Fingevo di non sentire da dietro quel cespuglio, Juliet dire: "Harry devi stare calmo. Adesso calmati, ti prego."
Così uscii fuori dal mio "nascondiglio" e delusa e intimorita da quella scena sussurrai il suo nome. Di scatto si voltò mostrando quegli orribili occhi che speravo tanto di non rivedere mai più, mentre Juliet urlò al ragazzino: "Portala subito via di qui!" Mi sentii afferrare il braccio destro e vedevo questo ragazzino dai capelli biondissimi, la carnagione chiara e due schiocche rosse sulle guancie, che spaventato mi trascinò in mezzo agli alberi.
Ero decisamente confusa dato che tutto questo era successo in circa cinque minuti, ma poi mi resi conto che stavo scappando da Harry e così mi fermai bruscamente, staccandomi dalla presa del ragazzo che disse: "Cosa stai facendo? Devi andartene, ora!"
"Senti, non ho alcuna intenzione di fare quello che mi dici e adesso se non ti dispiace..." mi voltai e sentii tanto rumore, di legno spezzato e urla di Juliet.
"Cosa cavolo..." stavo per dire ma il ragazzino mi ci si fiondò addosso buttandomi sul terreno. Vidi poi Juliet stesa sul suolo, dopo un lungo volo, piena di graffi e lividi. "Ronny perchè siete ancora qui?!" disse sforzandosi la ragazza che non riusciva più a muoversi. Lui dolcemente le andò vicino, cercando di aiutarla a rialzarsi. Nel frattempo davanti ai miei occhi si era alzato un grosso polverone e restavo ferma, immobile mentre Ronny si prendeva cura di Juliet.
Man mano, dalla polvere vidi una sagoma, la sua sagoma che a passo veloce si stava avvicinando.
Quando, anche se ancora abbastanza distanti, riuscivo a vedere bene il suo volto ormai era come se non lo riconoscessi più. "Harry..." dissi cercando di riuscire ad aprire un pacifico dialogo, ma vidi i suoi pugni stringersi e le sue gambe iniziare a correre verso di me.
"Scappa, Emy, scappa!" urlò ancora una volta Juliet e stavolta iniziai a correre più che mai.
Dopo non molto iniziai ad affaticarmi ma correvo ugualemente il più veloce che potevo, il problema era che lui lo era più di me.
Sentivo che era sempre più vicino finchè non mi sentii girare per la spalla. Nel giro di due secondi, mi buttò violentemente sul terreno pieno di sassi e rametti spezzati. Mi rialzò stringendo le mie braccia per poi sbattermi contro un tronco d'albero con la ferocia di una bestia.
Non riuscivo a difendermi, dopo tutto probabilmente non ci sarei riuscita con un ragazzo normale figuriamoci con uno il doppio più forte.
Mi teneva alzata dal suolo e se mi avesse lasciata sarei caduta a peso morto visto che le forze mi avevano abbandonato.
Non riuscivo a guardarlo negli occhi perchè quello non era Harry per questo non volevo. "Non sei così. Tu non sei così, Harry..." sussurrai dolcemente al suo orecchio, consumando le mie ultime forze. Lentamente mi posò per terra e mi lasciò le braccia, ma non sapeva che era proprio lui a tenermi in piedi e così caddi sul suo petto.
Sentii poi le sue braccia avvolgermi, allora sospirando mi spostai e vidi di nuovo gli occhi di cui ero pazza, in cui leggevo l'immensa collera che stava provando in quel momento.
Harry non parlava, non diceva nulla ed io non gli chiedevo niente perchè evidentemente era già dispiaciuto da sè.
Così raggiungemo Juliet e Ronny, che non si erano mossi da dov'erano e insieme andammo a casa di lei.
"E comunque ancora nessuno mi ha detto chi è questo ragazzino." dissi seduta davanti ad un bel bicchiere d'acqua.
"Sono Ronny, il fratello di Juliet. Lei può sapere che..." rispose rivolto alla sorella. "Ron, già lo sa. Emy anche lui è come me ed Harry."
"Devo stare molto attenta allora a quello che dico." sdrammatizzai.
Vedevo Harry molto strano, era molto silenzioso e mi preoccupava questo. Chiacchieravamo ma lui non partecipava ed era davvero strano dato che lui era un gran chiacchierone.
"Emy ti accompagno a casa io,va bene?" disse il ragazzo.
"Ok, un attimo solo che vado al bagno." e così dicendo andai velocemente alla toilette.
"Harry, così le cose non vanno bene." spiegò Juliet approfittando della mia momentanea assenza. "Cosa intendi?" "Oh Harry, lo sai bene. Tu forse non ti ricordi, ma stavi per ammazzare tutti noi qualche ora fa. Lo so, stai imparando a controllarti e stai facendo grossi progressi ma finchè ci sarà lei tra i piedi, peggiorerai sempre di più. E' troppo pericoloso per te e soprattutto per Emy."
Harry rimase in silenzio, senza darle una risposta.
Passarono vari minuti e dopo un po' il ragazzo perse la pazienza.
"Emy ma che cavolo stai facendo?!" urlò aprendo un po' la porta del bagno. Dallo specchio mi intravide senza maglietta, fissarmi la schiena.
"Sto venendo, un secondo!" risposi ma poi la porta si spalancò ed entrò e di scatto afferrai la maglietta mettendola davanti al reggiseno.
"Esci immediatamente da qui!" "Fammi vedere, Emy." "Che cosa, Harry? Vattene!" "Emy, girati, te lo sto chiedendo per favore."
Guardai i suoi occhi verde intenso e poi lo ascoltai e spostando i miei capelli con la mano sinistra gli mostrai la schiena.
"Harry non è niente, davvero..." mentii spudoratamente ma dallo specchio lo vedevo soffrire per quello che mi aveva fatto.
Si avvicinò e delicatamente iniziò ad accarezzare tutte le ferite che mi aveva riportato. Aprì un cassetto e afferrò l'acqua ossigenata.
La versò su una tovagliolo di stoffa e lentamente iniziò a passarla su tutti i tagli.
Un male allucinante. Stringevo la maglia per non urlare e questo Harry lo aveva capito.
"Ok, ora basta dottor Styles." scherzai infilandomi la maglia e girandomi verso di lui.
Vidi i suoi occhi così, così tristi e arrabbiati che il mio cuore si sciolse.
Posai la mia mano sulla sua guancia e sorridendo gli dissi: "Non è colpa tua, Harry. Non devi preoccuparti, sto benissimo."
Mi ricambiò il sorriso e uscimmo dal bagno.
Salutammo Juliet e Ronny e poi ce ne andammo.
Harry gentilmente mi accompagnò a casa dove ne approfittò anche per salutare i nonni. "Emy, cos'hai combinato al braccio? Hai un livido bello grosso." disse nonna Margaret, mettendomi in difficoltà.
"Ehm...beh nonna è che sono caduta. Lo sai sono un'imbranata." risposi guardando Harry accennare un sorrisetto.
Chissà cosa avrebbe fatto se avesse saputo che a procurarmi quel livido era stato proprio il suo caro Harold.

DemonWhere stories live. Discover now