Capitolo 24

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Restai a bocca aperta, stupefatta dalle parole di mamma.
Ero spiazzata, non sapevo cosa dire, in che modo rispondere.
"Guarda tesoro, che non devi darmi una risposta ora, così su due piedi. Avrai tutto il tuo tempo a disposizione inoltre poi, anche io preferirei che finissi per lo meno quest'anno scolastico." disse mamma captando il mio senso di sorpresa. Dopotutto chi ti capisce meglio di tua mamma.
Annuii solamente, dopodiché tutto ritornò come prima, ma non nella mia mente. Mille pensieri girovagavano nella mia testolina, non pensavo ad altro, mi sentivo così confusa. Così decisi di uscire a prendere una boccata d'aria che di sicuro mi avrebbe fatto sentir meglio.
Chiusi silenziosamente la porta e lentamente scesi qualche gradino per poi sedermici su. Portai le ginocchia al petto, incatenandole con le braccia. Mi godevo quell'aria natalizia, quel venticello freddo che scompigliava i miei capelli. Feci un sospiro e socchiusi gli occhi per poi gustare quei pochi minuti di assoluto silenzio. All'improvviso sentii la porta chiudersi ed istintivamente mi voltai per poi vedere Harry poggiato all'arco della porta, accogliermi con un sorriso. Con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, scese quei quattro gradini e si sedette accanto a me.
Restammo in silenzio per un po' finchè poi lui non disse: "Non ti ho ancora dato il mio regalo di Natale..." Spontaneamente si formò un sorrisetto sulle mie labbra, anche perchè quel ragazzo continuava sempre a farmi un certo effetto.
Lentamente chinò il collo per slacciarsi la collana, precisamente un crocifisso, che portava sempre con sè.
Non lo avevo mai visto senza quell'accessorio quindi pensai che per il ragazzo avesse molta importanza, per questo contestai dicendo: "Harry, no, non posso..." "Shh, zitta."
E senza neanche ascoltarmi, mi ritrovai legata al collo quella collanina.
Sentii la sua mano calda scivolare sul mio collo in giù per sistemarla mentre io non riuscivo a non fissare quegli occhi meravigliosi.
"Spero non ti dia fastidio che ci sia inciso il mio nome..." ridacchiò lui.
Feci cenno di no con la testa e sorridendo mi voltai verso lui, quando un brivido di freddo mi percorse tutta la schiena.
Infreddolita, incrociai le braccia ma dopo nemmeno qualche secondo mi ritrovai la giacca di Harry sulle spalle.
Certo che quel ragazzo, quando voleva, ci sapeva davvero fare.
Allora la strinsi forte a me e sussurrai un dolce grazie.
Continuavo a fissare il basso, ma vedevo con la coda dell'occhio i suoi maledetti occhi fissi su di me. "Smettila di fissarmi..." scherzai imbarazzata.
"Emy, non andartene..." Mi bloccai un momento mentre quelle tre parole risuonavano nella mia mente. Gli unici suoni che riuscivo a percepire era il vento che spostava le foglie cadute degli alberi e il mio cuore battere all'impazzata, quasi come stesse per scoppiare.
Non mi andava di parlare di questo e soprattutto con lui ma senza pensarci due volte, dissi ciò che pensai.
"Dammi un solo buon motivo per restare."
I nostri occhi si incontrarono per un istante, un istante che avrei voluto durasse per sempre, ma Harry distolse lo sguardo verso la sua mano che si strinse in un pugno. Sapevo che mi voleva lì con lui e bastavano poche parole per far si che restassi. Aveva una buona ragione per farmi restare ed io non aspettavo altro che parlasse ma non fu così.
Sforzai allora un sorriso. Forse ero io che mi immaginavo tutto, forse ero io l'illusa che credeva che uno come lui potesse almeno pensare ad una come me. Ma infondo io sono sempre l'ultima arrivata che non merita nulla. Improvvisamente sentii delle mani battere e vidi Josh fermo ad ascoltarci da un pezzo. "Oh che carini i due piccioncini!" disse scendendo la scaletta per poi ritrovarsi di fronte a noi e con la sua solita aria altezzosa continuò: "Emy ti facevo più sveglia, sai. Credevo che eri diversa, invece sei esattamente come tutte le altre ragazze di questa città. Non riesci a resistergli, appena lo guardi negli occhi vai in panico. Ami il verde smeraldo ma dell'oro hai paura, giusto?" "Josh, smettila..." interruppe Harry innervosito.
"Piccola," continuò poi " guardami negli occhi non noti nulla di familiare?" Abbassai lo sguardo e mi alzai dicendo "Non ti credo." ma in cuor mio sapevo da sempre chi, anzi cos'era. "Chiedilo anche al tuo amato Harry. Lui l'ha sempre saputo eppure ha preferito lasciarti correre il rischio di essere uccisa dalle mie mani, ma alla fine il vero pericolo si è rivelato lui stesso."
Mi voltai ancora una volta verso Harry che sembrava volesse spaccare la faccia a Josh ma appena vide il mio sguardo posato su di lui iniziò a dire: " Emy posso spiegarti!" Salii le scale e riaprii la porta. Tutti erano esattamente dove li avevo lasciati. Harry intanto mi afferrò il polso continuando a ripetere la stessa frase. Sospirai e con calma gli risposi: "Vattene , Harry..." Ma lui continuava a parlare e ripetere che la colpa non era sua, che doveva spiegarmi tutto. "Harry, vattene! Andatevene tutti e due!" urlai arrabbiata, attirando tutta l'attenzione del salotto. Non dimenticherò mai il suo viso, il modo in cui mi guardava.
Avevo la sensazione che fossi io quella che gli stava voltando le spalle, che ero io a sbagliare, ma oramai la cosa era stata fatta e non poteva ritornare di certo indietro.

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