Capitolo 19

4.6K 192 2
                                    

Nella mia mente riappariva ogni dieci minuti la stessa scena. Harry era così stranamente cambiato e continuavo a chiedermi se il problema fossi io. Stavolta ero io quella arrabbiata e a differenza sua non durava solo qualche ora. Infatti avevo intenzione di metterlo alla prova.
Non gli interessava nulla di me quindi non c'era nulla di male nel passare del tempo in compagnia di Josh. Vedere Harry sorridere felice insieme ai suoi amici mi faceva ancora più rabbia e come se non bastasse, l'odiosa Karen subito iniziò a girargli intorno. Ma la cosa più strana era vederlo spesso in compagnia di Alexis. Lei era la mia amica, credevo che avesse capito che in fondo Harry forse significava qualcosa di più, invece no, mi sbagliavo.
Così purtroppo fui costretta ad affrontare un'altra pessima giornata.
Infilai di corsa le scarpette, afferrai la borsa e in fretta e furia mi avviai verso scuola. Ero già in ritardo allora decisi di aumetare di un bel po' il passo. Fortunatamente ero a scuola appena suonò l'ultima campanella ed entrai in aula, dove c'era già Alexis ad aspettarmi. "McLaw, sempre l'ultima arrivata, vero?" disse ironicamente la professoressa di filosofia. Già, filosofia. Questo vuol dire che c'erano anche Harry e Karen.
"Buongiorno, Emy." disse Alexis una volta che mi ritrovai seduta accanto a lei. Le accennai un sorriso striminzito e rivolsi lo sguardo verso l'insegnante.
L'ora per mia fortuna passò in fretta, Alexis non disse neanche una parola e Harry, come sempre, fingeva che non esistessi.
"Emy, ci vediamo in palestra, subito vengo." disse la ragazza allontanandosi frettolosamente. Incuriosita la seguii per vedere dove era diretta. Ero convinta che si dovesse incontrare con qualche ragazzo e infatti così era. Il problema però è che era Harry. La salutò con un dolce abbraccio mentre io stavo per scoppiare.
Non perchè ero gelosa ma perchè la mia migliore amica mi mentiva.
Allora, prendendo la decisione che era meglio andarsene da lì, mi diressi in palestra. Come al solito, Karen e company, stavano ad allenarsi sforgiando le loro uniformi da cheerleaders. A noi poveri sfigati, toccò giocare con quel pallone mal ridotto.
"Ti adoro in tuta." Mi voltai dopo aver sentito la voce di Josh che oramai si trovava di fianco a me. Bene, ci mancava solo lui. "Ciao, Josh." risposi annoiata. "Credevo non mi avresti più rivolto la parola."
"Non ne vedo il motivo..." Oh certo che c'era un motivo, un motivo più che valido.
Molto probabilmente aveva ucciso i suoi genitori e mi preoccupava stare sola con lui, ma ovviamente non potevo farglielo capire.
"Oh guarda sono arrivati i tuoi amichetti." sorrise il ragazzo dagli occhi tenebrosi, indicando Harry e Alexis "Non ti dà fastidio che la tua amica ti abbia rubato il ragazzo?" "Senti, Josh, non è giornata. Vedi di andartene." "Dovresti sfogarti un tantino e sappiamo bene su chi..." e così dicendo il ragazzo si allontanò finchè non uscì completamente dalla palestra.
Se gli avessi dato retta chissà cosa avrei potuto fare ma improvvisamente sentii qualcosa urtare i piedi e così abbassando lo sguardo, vidi il pallone di cuoio sfiorarmi i piedi.
Pensai allora su chi avrei dovuto sfogarmi e se fosse davvero una buona idea. Harry non lo avrei mai potuto colpire altrimenti gli avrei dato troppa importanza, stessa cosa Alexis.
Così lasciai perdere questa stupida idea ma poi vidi quell'odiosa ragazza fare la ruffiana per riconquistare Harry, e dato che mi stava altamente antipatica e in qualche modo avrei dovuto fargliela pagare, tirai un calcio con tutta la forza che avevo dentro, puntando dritto dritto la faccia di Karen.
E' stato tutto una questione di pochi secondi. Sentii qualcuno urlare "Attenta!", vidi Alexis posare le sue manine con lo smalto rosa vicino alla bocca in senso di preoccupazione, ma soprattutto vidi Karen spostarsi velocemente e il pallone di cuoio sulla faccia del povero Harry. Tutta la palestra rimase in silenzio, tutti fissavano Harry mentre io trovai stranamente il pavimento molto più interessante.
"Chi è stato?!" urlò arrabbiato il professore.
E dato che, una ragazza della combricola di Karen, vide tutto, non esitò più di tanto a fare il mio nome.
"Emily McLaw!" urlò ancora una volta l'uomo.
"Merda." sussurai alzando la testa.
"Spero tu abbia una giusta motivazione per quest'azione. Sentiamo." continuò allora il docente baffuto, dai capelli brizzolati e l'alito che puzzava di fumo di sigaretta. "Ehm..." mormorai, andando alla ricerca di una buona scusa.
Mi voltai verso Alexis, leggevo perfettamente nei suoi occhi: "Emy, ma cosa hai combinato?! Adesso ti metteranno una nota e bla bla bla." Invece Karen era soddisfatta e sollevata, perchè non solo aveva schivato la palla ma mi ero anche cacciata nei guai.
E infine poi, mi voltai verso Harry. Vidi il suo naso e la sua guancia sinistra lievemente arrossati. Un colpo del genere, come minimo, gli avrebbe dovuto deviare il naso, ma sappiamo bene che Harry...beh avete capito.
Continuavo a fissarlo mentre il professore aspettava una risposta impazientemente. Cosa stavo facendo, dio mio. Sul mio viso iniziò a formarsi un sorrisetto che man mano diventò una vera e propria risata. Non riuscivo più a smettere di ridere, soprattutto se continuavo a vedere la faccia di Harry. Era troppo buffa quella situazione. Il ragazzo indistruttibile, dai "poteri megagalattici" si faceva male con un pallone che per altro aveva lanciato anche una ragazza.
Era divertente vedere come tutti si preoccupavano quando in realtà il ragazzo stava più che bene.
"Signorina, non ci trovo nulla da ridere. Sa invece cosa trovo io divertente? Il fatto che ora andrai dritto in presidenza!"
Mi afferrò violentemente il braccio e cercò di trascinarmi dalla preside.
Non resistii più e spinsi via il professore che mi stava facendo male al braccio. "So andarci benissimo da sola, non ho bisogno della sua scorta." dissi allontanandomi da lui di qualche passo.
Ma poi vidi le sue mani allungarsi e posarsi sulle mie braccia ancora una volta, in modo sempre più aggressivo, dicendo: "Ragazzina, mi stai facendo davvero arrabbiare..."
Stringeva sempre di più e non mollava nonostante continuassi a ripetergli che mi faceva male. Vidi poi una mano posarsi sul petto dell'uomo che si spostò velocemente.
Harry si era messo davanti a me in senso di protezione e placatamente disse al professore "Se ne vada..." e come un cane obbedisce al suo padrone, se ne andò. Tutti mi vennero intorno e sentii, tipo dieci volte, Alexis chiedermi se stessi bene.
C'era troppa gente e anche se tutti avevano intenzione di sapere cosa stesse succedendo e come stessi, avevo bisogno di andarmene da quella folla, dove per altro ero anche la protagonista.
Mi voltai allora per farmi spazio tra la gente e andarmene via, quando però sentii Harry afferrarmi il polso e immediatamente alzarmi la manica della giacca che indossavo.
Sul mio braccio nudo si riusciva perfettamente a vedere il segno della mano del professore. Diedi un colpo sulla mano di Harry e velocemente riabbassai la manica ma ormai era troppo tardi tutti avevano visto cosa mi aveva fatto. I volti di tutti i ragazzi erano spaventati e preoccupati ma soprattutto si chiedevano come avesse potuto fare una cosa del genere. Molti di loro tra cui, a mia sorpresa, anche Karen andarono in presidenza per provvedere che non accadesse mai più una cosa del genere. Vidi Harry allontanarsi da tutti, afferrare il cellulare e preoccupato chiamare qualcuno.
Ricordai che Harry non era l'unico ad essere "diverso" ma restava il problema che adesso non potevo fidarmi neanche più di lui.

DemonWhere stories live. Discover now