Capitolo 22

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"Io non entro in casa tua." dissi innervosita davanti agli occhi scocciati di Juliet, mentre il ragazzo era chissà dove.
"Sai una cosa? Me ne ritorno a casa. Tante belle cose, Juliet."
Muovevo velocemente i piedi, calpestando il prato che divideva ogni casa. Oramai dopo tutto il tempo che avevo impiegato a portare i biscotti a quella gente, era di già scesa la notte ma per fortuna il giorno dopo non mi spettava andare a scuola.
Mancava solo un giorno a Natale e come ogni anno lo spirito natalizio non mi faceva mai visita. Almeno il pensiero che avrei dormito moltissimo mi rallegrava.
Nonna mi aveva avvertita che il giorno seguente avremmo avuto ospiti in modo che avremmo potuto festeggiare il Natale in compagnia.
I miei piani erano andati in fumo, ma le festività erano ancora lunghe.
A mia sorpresa, quel giorno nonna Margaret non venne a svegliarmi, cosa molto strana, e infatti mi svegliai di mia spontanea volontà ma ovviamente un po' più tardi. Scendevo le scale mentre ero ancora in pigiama, per altro anche in tema natalizio, indossavo addiritura le pantofole a forma di renna con un campanellino, molto fastidioso, che suonava ogni volta che mi muovevo.
Sentivo di già il profumino del pranzetto che la nonna stava preparando e così sbadigliando entrai in cucina.
"Buongiorno a tutti." sorrisi ancora mezza addormentata.
"Giorno a te." Quel ragazzo era una persecuzione. Strofinai per bene gli occhi e vidi Harry tagliare carote con addosso un grembiulino della nonna.
Sospirai prendendo del succo nel frigorifero mentre lui era del tutto al suo agio. "Carina la tua tenuta da sera." ridacchiò lui.
"Grazie, lo so." "Dovresti prestarmele queste pantofole, davvero, così le ragazze mi cadrebbero ai piedi."
"Visto, cara, anche ad Harold piacciono." disse nonna entrando con un grosso tacchino. "Certo, nonna. Ma lui che ci fa qui? Anche il Natale vuole rovinarci?"
"Dai, Emy, non dire queste cose. Harry festeggia tutti gli anni qui con noi, la nuova invitata sei tu. E adesso vai a vestirti che c'è ancora tanto da fare." Oh, meglio di così non poteva andare!
Andai in camera e iniziai a prepararmi. Sistemai la mia camera e ritornai giù dove nonna iniziò a dar comandi in quantità.
Andai allora in garage dove la nonna mi aveva chiesto di prendere qualche sedia. E si, c'erano due uomini in casa, ma questi son dettagli.
Afferrai il cappotto e prima che nonna Margaret avesse insistito che mi mettessi anche sciarpa, guanti e cappello, uscii fuori.
Anche se faceva freddo, c'era un gran sole, si respirava un'aria pulita e si sentivano di già voci di bambini ansiosi che nevicasse.
Con le mani nelle tasche del cappotto, mi avvicinai al garage, aprii la serranda ed entrai.
Anche se era giorno, non entrava molta luce lì dentro ed era lo stesso con quella lampadina fioca accesa. Solo quel giorno mi resi conto di quanta roba c'era lì.
Guantoni da baseball, vecchie radio, addirittura quei grossi vecchi cd.
Tutta roba dei nonni che probabilmente non riuscivano a disfarsene.
Vidi allora vari scatoloni con scritto sopra dei numeri, forse delle date e così ne sfilai uno dalla grande mensola di ferro e vidi scritto con un pennarello nero "2001".
Mi sedetti sul pavimento e aprii quella scatola.
Ci trovai poi una marea di foto tutte di quell'anno.
Vidi i nonni in quella stessa casa in cui adesso abitavo anch'io, solo più giovani, nonno Fred con più capelli e nonna Margaret senz'occhiali.
C'eravamo anche noi. Mamma, papà ed io, quando eravamo ancora una famiglia unita e felice. "Emy! Emy, dove sei?"
Sentii la voce di Harry così mi alzai facendo cadere lo scatolo.
La solita sbadata. "Cosa fai? Avresti dovuto prendere le sedie."
"E tu dovresti stare a casa tua."
Sorrise rassegnato.
Mi aiutò a rimettere le foto dov'erano quando sfogliandole, ne vidi una di gruppo. La afferrai e la avvicinai leggermente ai miei occhi.
C'erano i nonni, la mia famiglia, anche quella di Harry ma...chi erano quelle tre persone? "Harry, guarda..." gli dissi porgendogli la fotografia.
Vidi i suoi meravigliosi occhi guardare con ribrezzo quell'immagine mentre stringeva la sua mascella.
"Chi sono?" continuai indicando le persone sconosciute.
"Ehm...non lo so. Dai dobbiamo andare ad aiutare Margaret."
Sfilai la foto che stava per posare e corsi dalla nonna, mentre il ragazzo mi stava dietro. "Ehi, nonna chi sono loro?" dissi mostrandole la foto. "Questi siete tu e i tuoi genitori."
"No, gli altri, chi sono?"
"Oh si, è la famiglia Hustins." "Tu lo sapevi?" dissi girandomi verso Harry che era rimasto due passi più indietro. Abbassò lo sguardo rispondendomi perfettamente anche se indirettamente. "Vado a prendere le sedie..." aggiunse poi Harry uscendo dalla casa.
"Parlami un po' di loro." chiesi mentre la nonna lavava i piatti.
"Beh ne so poco ma esattamente come gli Styles erano amici di famiglia pensa che Harry e il piccolo Hustins fino alla morte dei genitori erano molto amici." "Nonna i genitori di Harry come..." "Un'incidente. Erano insieme agli Hustins e l'impatto è stato terribile, nessuno ce l'ha fatta. Una vera e propria tragedia. Mi chiedo sempre come sta quel povero ragazzo perchè almeno Harry ha avuto noi con lui ma quel ragazzino non aveva più nessuno. Ogni anno lo invitiamo come facciamo con Harry ma non si è mai presentato." Non mi ricordavo nulla, nè degli Styles nè degli Hustins, eppure adesso avevo capito perchè Harry odiasse Josh anche se non mi sarei mai immaginata che in un tempo passato fossero stati amici.
Andai poi in salotto e mi sedetti sul divano vicino a nonno Fred.
Dopo non molto arrivarono i primi ospiti zio Jack con la sua famiglia, poi zia Meredith e poi, credendo che ormai fossimo al completo sentii suonare nuovamente alla porta, andai ad aprire e urlai: "Mamma!"

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