Capitolo 43

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Erano passati circa due mesi dalla morte di Cedric.
La scuola era finita e il mio braccio, passo passo, stava ritornando alla normalità.
Chiusi gli occhi e mi rilassai, tracciando linee immaginarie sul petto nudo di Harry. Tenevo la testa su di lui e lasciavo che la sua mano solleticasse la mia schiena.
Eravamo stretti l'uno all'altro e nessuno dei due allentava la presa.
Da quella notte, tutto era cambiato. Dopo aver provato solo la sensazione della possibilità di poterci perdere, il nostro amore era diventato mille volte più forte, più forte di qualsiasi altra cosa, più forte dell'odio, della paura e del dolore e ne avevamo avuto la prova.
I pensieri che continuavo ad avere, scomparivano se in sua compagnia.
Mi bastava un suo sguardo per poter essere di nuovo serena, di nuovo felice.
"Dovrei andare." sussurrai ancora con gli occhi serrati.
Il ragazzo mi cinse ancora più forte e sorrisi perché per la prima volta mi sentivo davvero bene.
"Scappi sempre dopo aver fatto l'amore."
"Non scappo affatto," contestai "ma sai mia madre si sposa domani."
Mi alzai poggiando la testa sulla mia mano e guardandolo dritto negli occhi.
Sorrideva mentre io portai le mie gambe tra le sue.
"Andiamo, resta. È domani che si sposa."
Allungai le braccia verso il suo addome e lo abbracciai.
"Ho tante cose da fare... Perché mi porti sulla cattiva strada?" dissi scherzosa stringendolo sempre di più "Dovresti lasciarmi andare."
"Non sto opponendo alcuna resistenza." Harry rise.
Lo guardai stizzita e mi alzai velocemente, portando il lenzuolo bianco con me che avvolsi attorno al corpo.
"D'accordo, addio." scherzai prendendo le mie cose.
Harry si mosse agilmente sul letto e afferrò il lenzuolo. Lo tirò ma stavolta ero io ad opporre resistenza, ma lui ebbe la meglio, ovviamente.
"Cos'è? Hai cambiato idea?" lo stuzzicai una volta stesa sul letto.
Mi fissava in silenzio dall'alto con il solito sorrisetto per poi rispondere: "Può darsi."
Si avvicinò al mio viso e mi baciò. Uno dei baci più belli, più coinvolgenti, più intensi della nostra storia.
Infilai le mani tra i suoi capelli e il suo corpo si posò sul mio.
Di nuovo punto e daccapo.
Finalmente dopo un'ora e mezza riuscii a rivestirmi e in fretta e furia, mi catapultai vicino alla porta, accompagnata da Harry ancora in mutande.
"Ti odio, Styles. Sono in ritardo, tanto per cambiare."
"Ne è valsa la pena." sorrise maliziosamente e mi salutò con un altro bacio.
"Ti chiamo più tardi." dissi alzando la voce per poi entrare nella chevrolet.

"Scusate il ritardo!" affermai, una volta arrivata.
La mamma e la nonna mi guardarono in cagnesco, dato che mi avevano avvertita di essere puntale.
"I fiori più in alto!"
Mi avvicinai ad Alexis che come una perfetta wedding planner, sistemava l'intera sala.
Portava i capelli legati in uno chignon, non l'avevo mai vista più raggiante di così.
"Ciao, Alexis." salutai.
"Finalmente sei arrivata. Mentre tu ti divertivi con il tuo ragazzo, ho dovuto sistemare tutto da sola. Per non parlare di tua madre che era furiosa ed io non sapevo cosa risponderle quando mi chiedeva che fine avessi fatto." mi ammonì la ragazza.
La guardai sorridendo e ringraziai il Signore per poterla ancora sentire lamentare.
La abbracciai d'istinto.
"Andiamo, l'ho fatto perché sapevo che mia madre era in buone mani e poi ti sei offerta tu di aiutare con l'organizzazione."
Mi guardò come se cercasse di essere arrabbiata ma non ci riusciva.
Così, iniziai ad aiutarla e man mano, riuscimmo a completare le ultime cose che ci mancavano per la cerimonia.
"Ehi, Emy, mi porteresti il cellulare?" domandò la biondina, dopo ripetuti squilli.
Lessi sul display "Josh Hustins".
Come previsto.
"Quindi tu e Josh..."
"Io e Josh nulla!" rispose imbarazzata, captando la mia accusa "Ok, forse c'è qualcosa..."
Ormai era inutile nasconderlo.
Era già quasi un mese da quando Josh mi aveva dichiarato che Alexis non le era del tutto indifferente e dopo varie raccomandazioni, ebbe la mia benedizione per poterle chiedere di uscire a bere un caffè.
Sapevo che la innervosiva l'argomento Josh e così lasciai perdere e mi rimisi al lavoro.
"Ehi, Emy, posso parlarti?" chiese Colin punzecchiando il mio braccio.
Ci allontanammo un po' dagli altri e ci avvicinammo alla porta dell'uscita.
"Volevo salutarti. Il mio lavoro qui è terminato."
Rimasi sorpresa alle sue parole.
Ormai ero convinta che si fosse stabilito permanente a Charlston City, eppure mi sbagliavo.
Era diventato quasi come un fratello, un fratello rompiscatole a cui però volevo bene.
"Certo, capisco."
Gli ero grata per tutto ciò che aveva fatto per me. Nonostante ci fossero state molte avversità tra noi, alla fine si era instaurato un bel rapporto di amicizia.
Si avvicinò e allungò le braccia per poi abbracciarmi. Non mi aspettavo quel gesto ma poi ricambiai senza pensarci troppo.
"Mi mancherai un po', forse, ma almeno adesso potrai dormire sul tuo letto." ridacchiò lui.
"È un arrivederci questo, vero?"
"Ne sono certo. Ti caccerai di nuovo nei guai sicuramente."
Sorrise, aprì la porta e se ne andò.

Dopo la cerimonia, arrivai al ricevimento con i piedi che mi imploravano pietà.
Non ero affatto abituata a stare su due trampoli al posto di un paio di scarpe.
Mi sedetti fuori a godermi quella brezza estiva, seduta sulla panchina di fronte al ristorante.
Chiusi gli occhi e mi rilassai.
Pensai a mia madre Spencer, era felice come non lo era da tanto tempo. La vedevo sorridere di nuovo, innamorata del suo nuovo marito.
George era un tipo a posto. Non riuscivo a togliermi l'immagine dei suoi occhi quando guardavano la mamma. Sapevo che sarebbero stati bene insieme e ne ero contenta.
Per la prima volta dopo tutti questi mesi, sorrisi dopo aver pensato e finalmente potevo dire di sentirmi davvero bene.
Improvvisamente sentii un brivido percorrermi lungo tutta la schiena che mi portò a riaprire gli occhi.
Davanti a me, c'era lui, Harry, ad accogliermi con il suo dolce sorriso.
Stava fermo, immobile, con le mani nelle tasche a fissarmi, mentre i raggi della luna facevano brillare ancor di più i suoi occhi.
Ricambiai il suo sguardo, era bellissimo.
Giacca e pantalone nero, camicia bianca e cravatta leggermente allentata.
Il quel momento capii che lui era il mio principe, magari non il principe azzurro delle fiabe, un principe più oscuro, più misterioso ma ugualmente perfetto.
"Cosa stai pensando?" domandò avvicinandosi e sedendosi accanto a me.
"A nulla. Mi sto godendo questa bellissima giornata."
Sospirai sollevata, buttando la testa all'indietro e socchiudendo nuovamente gli occhi.
Restammo per un po' in silenzio.
"Smettila!" brontolò il ragazzo.
"Di fare cosa?"
"Di farmi innamorare sempre più di te."
Sorrisi istintivamente, lusingata da quelle parole.
Mi voltai per guardarlo meglio e mi avvicinai ancor di più finché le nostre gambe non si sfiorarono.
Cautamente posò la mano sulla mia coscia, senza distogliere minimamente i suoi occhi dai miei.
"Beh, faccio questo effetto, sai." scherzai, facendo la sbruffona ma Harry non cambiò espressione e rimase impassibile alla mia battuta.
"Voglio essere io l'uomo che dovrà aspettarti e guardarti mentre attraverserai la navata della chiesa in abito bianco."
Dalla coscia passò alla mia mano e incrociò le sue dita alle mie.
"Ti amo, ti amo più di me stessa, più di qualsiasi altra cosa al mondo." gli sussurrai.
Ricambiò il mio sorriso e posò le sue labbra sulle mie.
Quel momento fu magico.
Il suono lento della musica proveniente dalla sala del ristorante faceva da sottofondo e mi sembrò di essere davvero uno dei personaggi di un film.
Mi alzai tirando con me il ragazzo.
Lo portai al centro del vialetto, tra la panchina e la fontana. Portai le sue mani sui miei fianchi e le miei attorno al suo collo e lentamente iniziammo a danzare.
L'Emily McLaw di un anno fa non si sarebbe mai immaginato nulla del genere. Non si sarebbe mai immaginato di poter avere una migliore amica, di credere nell'esistenza di angeli e demoni e di averne addirittura ucciso uno. Non si sarebbe mai immaginato di provare emozioni allora sconosciute, come l'odio, il bene, la paura, la rabbia. Ma soprattutto non si sarebbe mai aspettata di poter trovare Harry Styles, il bambino della sua infanzia, ripiombato nella sua vita, un mezzo demone pericoloso ma col cuore tanto grande, che l'ha conquistata al primo sguardo e che le ha fatto capire cosa fosse il vero amore.
Tutto questo ha contribuito all'Emily di un anno fa, di poter crescere e maturare e di diventare la persona che adesso sono.
Sono cambiata dopo aver affrontato dure prove, lo ammetto, e il tempo continuerà a mettermi alla prova, come a tutti gli esseri umani, ma avrei affrontato tutto se al mio fianco ci fosse stato lui, un mezzo demone, si, ma il mio demone.

>Spazio autrice<
Salve a tutti!! Con tanta tristezza, devo dire che siamo arrivati alla fine della storia. Ringrazio tutti coloro che hanno seguito e letto i capitoli e chiedo scusa per tutti gli errori commessi. È la mia prima storia sono ancora alle prime armi!! Spero che la storia sia piaciuta e che sia stata piacevole da leggere. Mi piacerebbe avere un vostro parere, positivo o negativo, così da poter migliorare.
Ho ricominciato a pubblicare una nuova storia, si chiama "Sixteen", se vi va dategli uno sguardo e fatemi sapere cosa ne pensate!! Grazie mille ancora, a presto! ❤️
-Michela.

DemonWhere stories live. Discover now