Capitolo 29

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"Credo sia meglio che io vada a casa adesso." dissi ad Harry infilando le scarpe.
"Emy resta ancora un po'"
"Non posso, Harry, tra poco i nonni saranno di ritorno."
"D'accordo, ti accompagno."
Così insieme ci avviammo verso casa. L'aria era davvero fredda e il sole lentamente si alzava sempre più in cielo. Camminando notai la mia vecchia casa ormai diventata di qualcun'altro. Tanti ricordi mi riaffiorarono in mente, i più belli erano quelli in cui c'era anche Harry.
Ricordo ancora come immaginavamo che la siepe che divideva le nostre due case, fosse una lunga muraglia, la mamma di Harry che ci preparava la colazione, le arrampicate sulle grondaie.
I momenti più belli erano tutti con lui.
Sorrisi senza neanche accorgermene.
"Perché sorridi?" chiese Harry incuriosito.
"Nulla. Pensavo ai vecchi tempi e a quanto eri femminuccia."
"Non ero femminuccia, ero un bambino prudente, è diverso."
"Ammettilo, Styles, ora sei grande e grosso ma quando eri bambino non eri poi così forte. Vincevo sempre io quando facevamo la lotta."
Amavo stuzzicarlo e poi amavo quando sorrideva. Alzò le sopracciglia e sospirò, sempre divertito.
"Cos'è quella faccia? Non mi dire che...mi lasciavi vincere!"
"Mi stancava sentirti lamentare per tutta la giornata quando perdevi."
"Non vale! Mi hai mentito per tutto questo tempo!" dissi spingendolo leggermente "ed io che credevo di essere una tipa tosta."
Ridacchiammo e dopo non molto arrivammo fuori casa.
Sfilai le chiavi dalla borsa e aprii la porta.
"Non mi piace proprio l'idea di te qui da sola." disse Harry accarezzandomi un braccio.
"Harry non mi succederà nulla, dovresti preoccuparti di più di aver lasciato Josh a casa tua, tutto solo."
Sorrisi cercando di risollevare il suo morale ma restava fermo sul suo pensiero.
"Tu sei diventata la cosa più importante che esista per me. Non riuscirei a sopportare se ti accadesse qualcosa."
"Harry" sussurrai poggiando la mia mano sulla sua guancia "andrà tutto bene." E così dicendo gli stampai un bacio sulle labbra.
Avrei tanto voluto che restasse ma avevo bisogno di tempo per riflettere, per pensare a tutto ciò che stava capitando.

Salii le scale per andare in camera, dopodiché decisi che la miglior cosa da fare era una bella doccia per schiarirmi le idee.
Ero convinta che l'acqua calda potesse portare via con sè anche tutti i miei mille pensieri, ma non era così anzi, riusciva a mala pena a rilassarmi. In casa regnava un silenzio tombale, l'unico suono che si udiva era quello delle goccioline che una dopo l'altra, cadevano sul pavimento quando uscii dalla doccia. Afferrai l'asciugamano alla mia destra e lo avvolsi attorno al mio petto. Ancora con i capelli umidi mi buttai sul letto, chiusi gli occhi e sospirai.
All'improvviso sentii un forte picchiettare alla finestra. Spaventata come non mai, mi pentii di non aver accettato di far entrar Harry in casa.
Agganciai la lampada sul comodino e mi avvicinai verso il rumore, molto lentamente. Cercai di mantenere la calma finché non vidi un uccellino che stanco, si stava riposando dopo un lungo viaggio.
Di corsa andai a chiudere a chiave porte e finestre, come se bastasse a qualcosa, e ritornai in camera.
Mi stesi ancora una volta sul materasso finché non notai che il diario della mamma si trovava per terra, probabilmente nell'afferrare la lampada, era caduto.
Cominciai a sfogliarlo per la millesima volta da quando lo avevo trovato. Giravo le pagine senza neanche guardare le parole in esse scritte fin quando non notai che certe pagine erano più doppie di altre. E così che scoprii che la mamma avevo nascosto alcune parti incollando due fogli tra loro. Cautamente, per non strappare nulla, tentai di dividerle per poi iniziare a leggere.
"Credo di non farcela più. La vita qui sta diventando impossibile. Ormai fra me e Scott è finita ma è ancora così difficile realizzare tutto. Perché ha dovuto rovinare ciò che avevamo creato così duramente con tanta fatica? Abbiamo una figlia da crescere e lui è ancora ossessionato da quell'orribile storia. Sono passati mesi da quando James e Cara gli hanno confessato tutto e adesso è come se stesse dando loro la caccia. Ho bisogno anzi, è necessario andare lontano da qui. Devo portare via da questo posto Emy prima che venga influenzata troppo dal padre. Sono a conoscenza del pericolo che l'amicizia con gli Styles può causare, ma io mi fido di loro e so che non farebbero mai del male a nessun essere umano nonostante la loro natura."
La mamma sapeva tutto. Anche lei conosceva chi era Harry in realtà ma non riuscivo a capire ancora con chiarezza l'intera storia.
Andai alla ricerca di altre pagine nascoste, nella speranza di trovare altri indizi, altre informazione sulla verità sugli Styles. Finalmente ne trovai un altro ma questo era più frammentato e ancora più complicato da comprendere. Non c'era un senso logico era tutto disorganico. Frasi scritte per puro sfogo ed altre al dir poco spaventose.
"Ha intenzione di farmi il lavaggio del cervello, lo so. Vuole convincermi che James e suo figlio siano dei mostri e ci sta riuscendo. Non sarei mai dovuta entrare quella sera in casa loro e vedere il piccolo Harry distruggere un tavolo di legno con un pugno. Sarei dovuta stare zitta e non chiedere nulla, invece ho insistito. James era un demone, figlio dell'oscurità e delle tenebre, ma è buono, so che lo è come suo figlio ma Scott non la pensa come me."
"Tesoro!"
All'improvviso la voce di nonna Margaret squillò nel corridoio. Sobbalzai e nascosi il diario sotto al cuscino. Velocemente mi rivestii e uscii dalla camera.
Come avevo previsto, mi aspettarono tante ma tante chiacchiere per non parlare delle domande che mi fecero, chiedendosi cosa avessi fatto durante questi giorni.
"Emily, ti vedo assonnata. Non hai dormito bene questa notte?" chiese nonno Fred, notando i miei continui sbadigli.
Se avesse saputo che avevo dormito solo tredici minuti per l'esattezza, probabilmente ci avrebbe pensato due volte prima di lasciarmi andare ad una festa.
"Già." risposi.
"Beh, allora ti conviene recuperare il sonno! Ti ricordo che le feste natalizie sono finite e domani hai scuola."
Cavolo lo avevo proprio dimenticato.
Si ricominciava di nuovo tutto daccapo ed io non ne avevo assolutamente voglia.
Anche se la stanchezza era davvero tanta, continuai ugualmente a controllare il diario della mamma. Dopo non molto però non resistetti più e andai a dormire, passando così l'intera giornata.
Il giorno seguente mi spettava il fatidico ritorno a scuola.
Era ancora difficile riprendere il ritmo e soprattutto la volontà di abbandonare il letto caldo quando fuori si gelava.
Mi preparai in fretta e furia per non ritardare il primo giorno, infilai stivaletti e cappellino di lana e mi incamminai verso scuola.
-Ecco che si riparte- questa era la frase stampata sul viso di ogni ragazzo, con l'unica differenza che c'era chi la vedeva dal lato positivo e chi negativo. Io sicuramente negativo.
"Buongiorno, principessa."
Arrivò Josh, tutto pimpante, poggiando il braccio destro sulle mie spalle.
Iniziavamo bene.
Ma all'improvviso il suo braccio cadde a peso morto, mi voltai e vidi Harry arrivare, darmi un bacio sulla guancia.
"Ti ho chiesto di darle un'occhiata quando non c'ero e preferirei lo facessi da lontano." disse Harry incrociando la sua mano alla mia.
"Cosa?" intervenni io, cercando di capire che intenzioni avevano.
"Il tuo ragazzo vuole che io ti faccia da guardia del corpo."
"Io non ho bisogno di nessuna guardia del corpo e poi sappiamo entrambi che tu non fai niente per niente, quindi cosa vorresti in cambio?"
"Nulla. Ora posso starti vicino con l'approvazione del tuo ragazzo e questo mi basta." rispose allora Josh accarezzando una ciocca dei miei capelli, per poi andarsene così senza neanche un ciao.
Mi voltai istintivamente verso Harry con la faccia di chi vuole avere spiegazioni.
"Ti ho detto che sei stupenda con questo cappello?"
"Harry."
"Ok, ok. Odio quest'idea e odio quell'idiota ma abbiamo bisogno di lui. Siamo in una situazione difficile e due braccia in più non ci faranno male. Per non parlare del fatto che ci troviamo in questo casino per colpa sua."
"Per colpa mia vorrai dire."
Il ragazzo rimase in silenzio, si fermò al centro del corridoio, mi alzò il mento con la mano e mi baciò davanti agli occhi indiscreti di tutti gli studenti del Charlston High school.
In quell'istante in cui le nostre labbra erano unite, il corridoio diventò improvvisamente silenzioso finché poi non si cominciarono a sentire bisbigli su bisbigli riguardanti noi.
"Mi baci per non rispondermi, mi metti in imbarazzo per farmene dimenticare. Bella tecnica Styles."
Rise perché avevo ragione. Dopodiché Harry mi accompagnò in classe. Lì, già c'era Alexis, super agitata ad aspettarmi.
"Oh mio Dio, Emy! Tu, Harry, voi due, quel bacio! Non mi hai detto nulla. Siete sulla bocca di tutta la scuola."
"Ehi, prendi un po' d'aria." risposi scherzosa ad Alexis con il sorriso stampato in faccia.
"Dai raccontami tutto!"
Così le spiegai com'erano andate le cose. Ovviamente la versione dei fatti era un tantino diversa dalla realtà, ma allo stesso modo riuscii a rispondere all'intero quarto grado che mi fece.
Dopo quel bacio, mi sentivo sempre osservata e seguita dallo sguardo da chiunque. Ogni volta che passavo vicino qualcuno, sentivo bisbigliare sull'accaduto e la cosa cominciò a darmi un po' fastidio.
Harry era insieme al suo solito gruppo di amici ma mi controllava lo stesso da lontano, esattamente come stava facendo anche Josh.
"Quando finirà questa storia, secondo te?" chiesi ad Alexis, poggiandomi esausta all'armadietto.
"Beh, considerando che Harry è il ragazzo più popolare della scuola, che quel bacio è stato dato davanti gli occhi di tutti e che è stato uno dei baci più intensi della storia, direi che forse per il diploma solo in pochi ne parleranno ancora."
"Perfetto."
Le ore seguenti continuarono allo stesso modo.
Arrivai in mensa con Alexis e ci sedemmo al tavolo più nascosto che esistesse ma non servì esattamente a nulla.
"Credo di non farcela più." dissi esasperata.
"Non ascoltare, fregatene e basta." rispose Harry, sedendosi accanto a me e cominciando a mangiare ciò che aveva sul suo vassoio rosso.
Lo guardai in cagnesco ma feci un sospiro per calmarmi. Lui se ne accorse e sorrise.
"Potevi anche darmi un bacio meno...cioè più..."
"Potevi evitare di ficcargli la lingua in gola." infierì Josh, che si sedette vicino ad Alexis, continuando a far crescere il vociare su noi.
"Non mi importa ciò che dice la gente, mi importa che abbiano capito che tu sei mia." rispose il ragazzo provocando un leggero rossore sulle mie guance.
Si voltò e lanciò un'occhiataccia a Josh.
"Uh, tensione amorosa."
"Oh, ti prego, non ti ci mettere anche tu, Alexis."
"Scusa." mi sussurrò ridacchiando.
"Se poi non ti è piaciuto..."
Eh che cavolo, e allora era lui che insisteva su questa cosa ma dopotutto il bacio era stato...wow.
Restai in silenzio, con un lieve sorriso sulle labbra e fissai Harry negli occhi come per dire "la smetti di mettermi in imbarazzo!"
"Ecco." concluse poi, finalmente, dopo aver letto la risposta sul mio volto.

Quando finirono le lezioni, decisi di andare in biblioteca per avere altre informazioni su ciò che diceva la mamma. Avrei dovuto chiamarla per chiederle direttamente cosa sapeva, ma la verità era che avevo paura, paura che mi portasse lontano come aveva fatto nove anni fa, ma stavolta era diverso, stavolta c'era lui.
Per prima cosa cercai informazioni da internet ma non trovavo nulla che corrispondesse a ciò che stavo vivendo. Dopo aver passato due ore seduta davanti al computer, mi alzai e gironzolai per gli scaffali, ricoperti di polvere.
All'improvviso il cellulare mi iniziò a squillare nella borsa. Tutti iniziarono a voltarsi, infastiditi dal fracasso che stavo facendo.
Era la nonna che voleva sapere che fine avessi fatto.
Nel prendere il cellulare, feci cadere alcuni foglietti sul pavimento e così mi chinai per riposarli in borsa.
E in quel momento vidi, nell'angolo dell'ultimo scaffale, un libro che attrasse la mia attenzione.
Mi sedetti lì dov'ero e lo estrassi dallo scaffale.
Credevo di non poter mai trovare nulla sui demoni in una biblioteca scolastica, ma invece mi sbagliavo.
Cominciai a leggere qualcosa in modo superficiale ma già da quel poco capii che quel libro era ciò che stavo cercando.

DemonWhere stories live. Discover now