Capitolo 3

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Ormai di Caliel neanche più la traccia.

Pazienza, ormai c'ho fatto l'abitudine direi.

Il paradiso nasconde certe bellezze che agli occhi del mondo umano è impossibile da poter contemplare o anche solo immaginare, come il piccolo lago che si presenta ora di fronte a me.

Non avevo mai visto acqua così cristallina, pulita e pura; mi sporgo e il mio viso è riflesso in quello specchio liquido.

Sono proprio bianca, quando ero viva ammetto che ero sempre stata una tipa dalla carnagione pallida ma così è veramente troppo!
Continuo a studiare il mio volto su quella superficie brillante, fino a quando - dal nulla - un petalo cade in acqua, creando piccoli cerchi intorno a se.

Alzo gli occhi al cielo e non vedo altro che nuvole; da dov'è arrivato se non ci sono fiori qui?

Questo posto è strano, come quelli che lo custodiscono e proteggono.

Torno sul petalo e mi abbasso sulle ginocchia per poi, dopo aver preso aria con la bocca, soffiare su di lui per spingerlo lontano.

Non so come, ma tempo pochi secondi ed una pioggia di bianchi petali simili a quello nell'acqua si abbatte su di me e il laghetto; alzo il palmo della mano per accoglierne alcuni fra le mie dita, mentre altri ondeggiano lentamente fino a terra.

Soffio anche su questi, che si allontanano subito da me, facendomi sorridere.

<< Ti piace? >> domanda una voce, mi giro subito e incrocio i miei occhi con quelli blu di Azazel.

<< Non pensavo che in Paradiso ci fossero laghi e petali. >> commento mentre ne spolvero via alcuni dalla mia veste, rialzandomi.

<< E' il paradiso, non una fortezza per prigionieri. >> risponde avvicinandosi a me con aria divertita; touché.

Ancora a stento riesco a credere di poter chiacchierare con un angelo << Hai ragione, solo che sulla Terra hanno disegnato in così tanti modi questo luogo. E in quasi tutte le opere non ci sono nè laghetti nè petali. >> e nel mentre parlo mi guardo ancora intorno, come una bambina la sua prima volta al parco giochi.

Azazel si ferma a qualche passo distante da me e segue il mio sguardo << Vi siete avvicinati però, le nuvole ci sono. >> e questa sua attestazione mi fa subito ridere << E anche gli angeli. >> torno a guardarlo.

Adesso che è così vicino, con il viso rilassato, posso dire che è un giovane uomo di bel aspetto; dimostra un'età compresa tra i trenta e i quaranta anni, anche se non ci sono tracce di rughe o cose simili; d'altronde è un angelo, cosa dovrei aspettarmi? Sono perfetti.

Studio tutto il suo corpo da cima a fondo e mi sento come un'artista che ammira un'opera d'arte di qualche pittore famoso, questo lo fa voltare verso di me sorridendomi e lui, come Reiyel e Caliel, mi trasmette tranquillità.

A proposito di Caliel, potrei chiedere a lui << Scusa se mi permetto Azazel, ma potrei chiederti una cosa? >> domando accorciando le distanze. Sono un po' titubante, pur essendo un essere angelico la sua corporatura è pur sempre possente.

<< Certamente. >> risponde mettendo le mani unite dietro la schiena e cominciando a camminare intorno al lago ed allora comincio a seguirlo, standogli al fianco.

<< Chi è Caliel? >> vado subito al sodo senza rigiri di parole.

<< Caliel è un angelo custode. Lei aiuta e soccorre chi ne ha bisogno. >> quindi lei mi ha detto quelle cose perché è il mio angelo custode? Di solito i morti non hanno angeli che li proteggono.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora