Capitolo 19

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<< Lucifer. >>

Il Signore si ferma ad un soffio da me continuando a fissarmi stizzito, trattengo quasi il respiro e indurisco il mio sguardo dando prova della mia non più paura.

<< Torah. >> risponde però lui, aprendosi in un lieve sorriso e girandosi verso la donna che prima era in stanza con me.

<< C'è un problema coi piani inferiori. >> la vedo posare gli occhi su di me per qualche secondo, apparendomi preoccupata, e guardare poi di nuovo l'uomo.

<< Mhmm, da quando ti interessano tanto i miei problemi? >> chiede avvicinandosi a lei.

La donna deglutisce, ma decide di affrontarlo << Ripeto: c'è un problema ai piani inferiori. >> insiste; i tre esseri incappucciati si girano verso di me e dai versi che odo sembrano che mi stiano quasi odorando.

Li vedo voltarsi verso il Signore, come lo chiama Beliel, e bisbigliare qualcosa.

<< Beliel. >> improvvisamente l'uomo parla, facendomi fare un piccolo sobbalzo.

<< Mio Signore. >>

<< Portala nella sua stanza, voglio che Sheol sia ben sorvegliata. >>

<< Sarà fatto. >> annuisce il ragazzo, stringendomi forte il braccio tanto da farmi assottigliare gli occhi, e mi ritrascina via; l'ultima cosa che vedo prima che le porte possano chiudersi è l'uomo dal lungo abito nero che chiama a sè Torah.

<< Cammina. >> mi spinge Beliel con la solita delicatezza davanti a sè.

<< Che maniere! >> lo lincio con lo sguardo mentre rifacciamo la solita strada o almeno credo, al contrario.

<< Certo che ne hai di fegato ragazzina. >>

<< Di sicuro non sono una codarda come te. >>

Beliel se la ride da bravo ragazzo logorroico che è << Pensi seriamente che il mio atteggiamento sia frutto di codardia? >>.

Appena incrocio il suo sguardo scatto sugli attenti mettendo una mano al petto, ritrovandomelo vicino << Sei per caso fatto d'aria? >> sospiro e continuo a proseguire per i lugubri corridoi.

<< Non mi hai risposto. >> sbuffo.

<< Dovrei? >> chiedo inacidita mentre finalmente ce ne usciamo da questo labirinto oscuro.

<< Sì, visto che hai davanti un essere superiore a te. >> scoppio a ridere sentendolo e mi permetto di dargli qualche pacca sulla spalla.

<< Oltre che codardo sei pure ironico, fantastico, wao! Davvero! >>.

<< Sì. Davvero simpatico. >> sento una forte pressione alla mia spalla che mi obbliga a voltarmi e il mio corpo viene spinto verso una nera colonna di marmo, sbatto la testa contro essa e chiudo gli occhi dalla fitta.

<< Pensi veramente di essere nella posizione per poterti comportare così? >> e sul mio collo sento il fiato di Beliel bruciarmi la pelle, apro gli occhi e lo vedo vicino a me. Molto vicino.

<< In questo momento per te stare qui è come nuotare in acque profonde, senza via d'uscita, senza aiuto. Sola, completamente sola. Io sono quelle bollicine che ti circondono e che non puoi afferrare ma ci sono. Bolle d'acqua nera che ti avvolgono e ti sopprimono fino a soffocare, fino a vederti arrampare verso una superficie che non c'è. Qui non riemergi, qui affondi e indovina chi sa nuotare in questo mare? >> Riesce a farmi mancare l'aria, come se stessi veramente annegando in acqua.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now