Capitolo 14

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Le fiamme mi hanno incatenata a loro, bloccando ogni mio movimento; sono loro schiava, possono farmi quello che vogliono.. Mi bruciano, mi graffiano, entrano dentro di me bruciandomi dall'interno.

Non ho più il controllo del mio corpo ma qualcosa succede. Qualcosa cambia.

Sento che diventa più forte e invece di subire questa lunga tortura, la assorbe facendone diventare parte della mia carne; la sensazione che provo ad ogni bruciatura equivale ad una doccia di lava, la mia pelle viene incisa da strinature bollenti.

Questo, come il fuoco degli angeli, punisce l'essere e divora ogni tuo sbaglio.

Accetta questa punizione, renderà libera la tua anima ma il corpo.

La voce di un uomo giunge alle mie orecchie come uno spiffero d'aria gelata che da sollievo alla mia mente mentre vengo bruciata da lingue di fuoco.

Qualcosa respinge il vero dolore, trasformandolo in piacere.

Percepisco il fuoco ma non il bruciore, posso danzarci senza scottarmi; apro gli occhi e intorno a me è tutto un unica fiamma, sono nel nucleo dell'incendio.

Abbasso lo sguardo e osservo i miei piedi sporchi non più di terra ma cenere.

Avanzo barcollando e tendo la mani verso il basso nel caso dovessi collassare, almeno riuscirei ad attutire la caduta; torno a guardare avanti ed esco dalla rossa nube di fiamme e girando su me stessa scopro di essere stata tutto il tempo sotto ad una cascata di densa lava.

Sono finita in mezzo a delle alte montagne color ebano, sporche di una nera sostanza che fuoriesce da del fumo che incenerisce qualcosa dentro ad altre piccole cascate che vedo in lontananza; avanzo con postura rigida verso una di esse guardandomi bene intorno, arrivo vicino ad uno di questi fiumi di lava e analizzo bene su cosa stia colando.

Avvicino il viso strizzando gli occhi, qualcosa all'interno della cascata si muove veloce, si lamenta, si contorce, si alza e si abbassa per poi rimanere completamente immobile.

Mi sporgo ancora un po' e quel qualcosa corre verso di me ma al contatto con la lava, questo viene ricacciata dentro tirando così urla che non riescono ad uscire dalla bolla di fuoco.

Indietreggio spaventata, gridando a mia volta e corro in tutt'altra direzione.

<< Aiuto! >> i miei piedi calpestano pietre scheggiate e residui di magma ancora bolenti a terra.

Continuo a fuggire inseguita dalla mia stessa ombra, fino a quando non trovo un piccolo vicolo cieco dove mi rifugio; qui le pareti sono gelide e strette, è una fortuna che il mio corpo riesca bene ad entrarci.

Rimango tra queste due mura godendomi il freddo venticello che arriva da un punto molto buio, facendomi capire che in realtà non è proprio un vicoletto chiuso ma che questa strettoia continua; decido di intraprendere la strettoia e strofino la schiena sulla parete per poter continuare a camminare, fino a che non esco.

Mi ritrovo nel posto di prima, dove ho conosciuto l'anziana signora.

Proseguo in tondo trovando le famose scale da cui sono scesa, stringo i pugni e le salgo.

<< Siete due idioti. >> sento improvvisamente incima ad esse.

Rinuncio alla fuga ed agitando le mani cerco un posto dove potermi nascondere.

Riscendo velocemente le poche scale fatte e alla prima colonna che trovo mi nascondo, facendomi piccola piccola ed accuciandomi a terra.

<< Sperate che sia ancora in vita o ci metterò poco a farvi fare la stessa fine. >> solo con un occhio sporto oltre la colonna riesco vedere chi stia parlando e con mio grande stupore intravedo il ragazzo che era scomparso all'entrata di questo posto.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now