Capitolo 23

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Perché mi guarda così? Cos'ho io che gli altri non hanno?

<< E' meglio che tu vada Sheol. >> mi comunica, voltandosi nuovamente verso la finestra.

Rimango però in piedi dietro di lui, a fissare quei suoi riccioli corvini. Stringo i pugni e prendo un profondo respiro prima di uscire dalla stanza. Chiudo con delicatezza la porta e faccio la strada al contrario.

Scendo la scalinata a chiocciola, ma prima di toccare l'ultimo scalino il mio viso sbatte contro qualcosa.

<< Ma guarda chi si vede. >> una sensazione di sgomento mi assale.

<< Beliel. >> faccio un cenno col viso e lo supero il prima possibile, sento il suo sguardo graffiare la mia schiena.

<< Sheol! >> improvvisamente Lucifer mi chiama. Mi volto e lo vedo vicino a Beliel.

<< Hai dimenticato qualcosa. >> porta la mano vicino alla sua tasca e ne fa uscire la spazzola << E' un peccato rovinare dei così bei capelli. >> viene lancia a mezz'aria ed io la afferro al volo, stringendola al petto. Annuisco e torno sulla mia strada.

Mentre scendo le numerose scale, osservo la spazzola e faccio passare le dita tra le morbide setole. Qualcosa risplende tra le sottili fibre bianche.

Ripeto il gesto finchè un filo dorato non si posa sul mio palmo.

<< Sheol! >> mi blocco sentendomi chiamare in quel modo. Sto odiando questo nome.

Concentro la mia attenzione sulla voce e vedo Alef alla base degli scalini più in basso.

<< Che ci fai qui? >> mi domanda, affrettandosi a salire per raggiungermi. Stringo il pugno dove il biondo filo si è posato e lo porto dietro la schiena insieme alla spazzola.

Le sorrido e scrollo le spalle << Non volevo più rimanere in quella stanza e sono uscita, però credo di essermi persa. >> dico falsamente, ridacchiando.

Inizialmente la donna mi guarda dubbiosa e mi porge la mano << Vieni con me, non devi girare da sola qui. >> gliela afferro, lasciandomi riportare verso la mia camera.

<< Tu dove stavi andando? >> D'altronde da dove venivo io c'erano le camere di Lucifer.

<< Uhm.. essendo la prima delle Cinque mi danno sempre determinati incarichi, una noia mortale. >>

<< Di che tipo? >> chiedo, guardando i suoi lineamenti contratti.

<< Portare fogli, chiamare persone e fare addirittura da dama di compagnia. >> mi spiega velocemente.

<< Dama di compagnia? A chi? >> la vedo deglutire ed accelerare il passo verso la porta della mia stanza, come se volesse liberarsi al più presto di me e non parlarne.

Tira la mia mano in modo da superarla e piazzarmi davanti all'entrata.

<< Non importa a chi. Adesso entra e non uscire fino a domani, verrà qualcuno a prenderti. Straordinariamente ci permettono di uscire dal castello una volta al giorno per poche ore. >> sapere ciò mi riempie il cuore di gioia e il corpo di così tanta energia, che potrei saltarle al collo.

Uscire! Diamine potrei approfittarne per scappare o chissà cosa!

Mentre esulto mentalmente, Alef studia il mio viso che in questo momento è attraversato da tutte le espressioni esistenti al mondo.

<< Non pensarci neanche. >> Blocco ogni mio pensiero di speranza e corrugo la fronte.

<< Che cosa? >> Alef incrocia le braccia e piega leggermente una gamba.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now