Capitolo 7

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La sera è di nuovo calata sul paradiso ed il cielo non è che un infinito tetto di lucciole brillanti dalle scintillanti sfumature bluastre.

Sono completamente sdraiata lungo lo scalino per ammirare lo spettacolo di luci, pur non essendo il massimo della comodità.

I miei capelli ricadono ondeggiando verso il pavimento, scomparendo quasi per magia nella nebbiolina che solitamente ricopre fino alle caviglie di noi anime e degli angeli che passano; mi rimetto composta e massaggio la mia nuca, mandando alcuni ciuffi dei miei lunghi capelli da un lato sulla spalla.

Anime, di fronte a me, paseggiano tranquillamente chiacchierando tra di loro; stasera ci sono molti più anziani del solito.

Mi unisco a loro, vagando sulla liscia e perfetta pietra che ci sostiene.

Osservo i miei piedi camminare in avanti e la lunga tunica, spinta dalle mie gambe, seguirne i movimenti; il solito venticello notturno scompiglia i miei castani capelli, mandandoli nuovamente sulla schiena.

In lontananza, dove nessuno sembra badarci, noto una sporgenza che non avevo mai notato; mi avvicino cautamente e, poco prima del bordo, sporgo la testa stando molto attenta.

Siamo veramente molto in alto, quello che vedo credo che sia lo stesso che possono gli astronauti.

I miei occhi assorbono il riflesso del cielo notturno, sembra che tutto quello che ci sostiene sia sorretto da uno specchio d'acqua; alzo lo sguardo e noto lo stesso spettacolo: mille mila luci bianche con sfumature blu illuminano la notte.

Torno a guardare verso il basso ed è lo stesso risultato. Ma le piccole lucette che si trovano sotto di me tuttavia, assumono dei colori più caldi, quasi d'oro, mentre altre tendono al rosso.

Mi sporgo ancora un po', avanzando di un passo e la mia punta è all'apice.

Sento l'adrenalina a mille e la testa pesare mentre vedo le stelle infuocate muoversi ed appannarsi, classico sintomo di vertigini.

Indietreggio e prendo grandi boccate d'aria; scommetto che gli angeli non ne hanno di questi problemi... Ovvio loro hanno le ali, sicuramente di vertigini non soffrono perché possono contare su di loro.

<< Ti piace il pericolo, non è vero? >> sento di fianco a me.

Giro la testa verso la mia destra e mi ritrovo Reiyel osservare verso il basso ma, a diffirenza mia, con le punte dei piedi oltre il bordo in completa tranquillità.

<< Ero solo curiosa di vedere. >> scrollo le spalle e torno alla piazzola dove le anime passeggiano in completa sicurezza, senza rischiare di fare un volo coi fiocchi.

<< Rimango ancora dell'idea che tu sia una ragazza un po' avventata. >> sbuffa una risata il biondo.

Giro l'intero corpo nella sua direzione per parlare ma vedendolo seguirmi mentre mi punta con i suoi zaffiri blu, mi fa rivoltare subito.

Rimango in silenzio per molto tempo, a sognare sui suoi occhi che ho appena rivisto, avendoli ancora ben impressi nella mente.

< Avventata? > mi schiarisco la voce e continuo a camminare con aria sognante.

Devo smetterla di bloccarmi così ogni volta, certo non è proprio colpa mia alla fine, in parte è pure sua... un angelo non dovrebbe attrarre così!

<< Sì, come quando avevi sentito quelle voci. Sei andata dritta verso di loro, ovunque fossero, per scoprire da dove provenissero; quello è stato un gesto avventato. >> sento la sua voce avvicinarsi così come i passi.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now