PER SEMPRE

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POV LORD STUART

Osservai angosciato i lineamenti del volto del mio Signore. Alec O'Braam dormiva reclinato su un fianco, nella stessa identica posizione in cui l'avevo messo qualche giorno prima, steso sopra un pagliericcio nella stalla a pochi chilometri da casa mia, fuori dalla rotta di passaggio dei commercianti. Il paese più vicino distava qualche chilometro, giù nella valle, e non vi era motivo che qualcuno potesse spingersi fin quassù. Eppure ogni giorno mi arrampicavo su per questa collina, arrivando alla vetta col fiato corto e le gambe pesanti, solo per accertarmi che la sua vita non fosse in pericolo. Chiunque, guardandolo, lo avrebbe dichiarato morto. Come in Nadine, il suo respiro era lento, monotono e poco più lieve di una carezza. Il petto si sollevava a mala pena, tirando la stoffa della tunica bianca all'altezza del cuore, i cui battiti rallentati non erano quasi udibili nemmeno se vi si posava sopra un orecchio. Eppure, il sorriso che quel giorno riuscivo a scorgere attraverso una piccolissima piega delle sue labbra, era divenuto il chiaro segnale che dentro di lui la vita stava continuando il suo cammino, passo dopo passo, ancorandosi ad un sogno apparentement entusiasmante. Non potevo comprendere fino in fondo i limiti e le costrizioni del sortilegio che avevo lanciato su entrambi, tuttavia quel giorno imparai una nuova cosa: qualunque dimensione temporale stessero attraversando, aveva il potere di trasportare le loro emozioni fino a quest'epoca.

Posai un dito all'angolo della sua bocca, sperando di riuscire a spianare quella piccola fossetta, poichè era il segno evidente che la morte non aveva strappato l'anima dal suo corpo. Avevo vegliato il corpo di Nadine fino a qualche ora prima e sembrava che le loro anime intrappolate nel futuro agissero in simbiosi. Stesso sorriso. Stessi lineamente distesi. Fin dove il giorno prima vi era la totale assenza di emozioni e una fredda immobilità, su di loro ora c'era la prova tangibile che qualcosa era cambiato.

Guardai dalla finestra alla ricerca del sole: nel suo lento movimento stava gettandosi dietro le punte innevate delle montagne per lasciare spazio alla luna di brillare solitaria nel cielo sempre più scuro. Un nuovo giorno stava giungendo al termine. Gliene restavano altri tre. Quindi tornai a controllare la pelle della caviglia, pregando con tutto me stesso di vedere comparire il tatuaggio a stella che aveva il potere di aprire il portale dentro cui avrebbe dovuto gettarsi per tornare indietro. Ora come non mai l'intero popolo aveva bisogno di lui. Da quando lord Renuar era partito alla volta di Londra le nostre terre erano rimaste senza protezione. I confini indifesi sarebbero stati attraversati ben presto dall'esercito dei clan ribelli e noi non avevamo nè forza nè armi per contrastarli.

Le parole con cui Alec O'Braam si era congedato prima di addormentarsi erano diventate un tutt'uno con la mia memoria e tronarono a martellarmi il cranio poichè sembrarono trovare conferma in quella pelle liscia e immacolata della caviglia, spoglia di qualunque simbolo. La realtà mi piombò addosso, insieme al panico. Non sarebbe tornato!

POV NADINE

La serranda di un negozio si abbassò, scontrandosi col cemento del marciapiede e il suono metallico rimbombò alle mie spalle, facendomi sobbalzare. Calciai un sassolino sul sentiero che attraversava il parco, spedendolo contro un cestino dell'immondizia, quindi sollevai lo sguardo verso il cielo, accorgendomi che le luci dei lampioni stavano accendendosi una dopo l'altra, gettando fasci di luce ambrata sul piccolo parco. Alcune mamme si affrettarono a richiamare i propri bambini, intenti a giocare ai soldati dietro ad un groviglio di cespugli che delimitava l'area giochi, quindi le vidi scomparire aldilà della strada, ingombra del traffico della sera. Per qualche secondo il silenzio tornò a fare da padrone in quel piccolo angolo erboso, che spiccava come un'oasi tra il grigio della città, ma venne nuovamente interrotto dal trillo del mio cellulare.

"Pronto?", risposi, ficcandomi lo smartphon tra la guancia e la spalla.

Il numero era sconosciuto e sulle prime sospettai che fosse una chiamata da parte di qualche call center ma appena la voce di Mary mi trapassò il timpano tirai un sospiro di sollievo.

SEI MIA PER DIRITTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora