TUTTI CONTRO TUTTI

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POV ALEC

Appoggiando le spalle contro la parete esterna della casa, piantai bene i piedi a terra e volsi lo sguardo verso quel cielo dai colori sbiaditi, attraversato dalle striscie bianche degli aerei. La gente del futuro viaggiava in continuazione, spostandosi in ogni angolo del pianeta, quasi a voler sfidare le distanze. I confini che avevano imprigionato la mia intera esistenza nelle terre scozzesi sembravano essersi dissolti: non vi era più alcuna barriera, nessun senso dello spazio, niente che potesse obbligare l'uomo a fare della propria terra la casa in cui invecchiare.

Rigirai tra le dita una sigaretta che avevo sfilato da un pacchetto abbandonato sul tavolo della cucina e torturai la rotellina metallica dell'accendino finchè una piccola fiamma apparve dal nulla, stupendomi. Aspirai lentamente il fumo e lo lasciai andare qualche istante dopo, osservando distratto la piccola nube che si disperdeva nell'aria. La sigaretta non riusciva a rilassarmi, ma almeno mi dava qualcosa da fare; sempre meglio che starmene in salotto col padre di Nadine e quelle due femmine.

Il trance in cui era precipitata Mary aveva aperto diverse ipotesi sulla sua provenienza, e di certo aveva gettato mio moglie nel panico. Insieme a suo padre stavano cercando di scavare nella mente di Mary, sebbene lei avesse detto e ripetuto decine di volte ciò che aveva visto in quel lasso di tempo.

Sulle prime l'avevo ascoltata con disattenzione ma in seguito la descrizione del granaio cui ci aveva fornito era stata così dettagliata e piena di indizi da richiamare alla mia memoria un campo quasi completamente arso dal fuoco che avevo attraversato molti anni prima, sul confine naturale che separava le mie terre da quelle dei Campbell. Troppo poco per poter credere con assoluta certezza che quella donna appartenesse alla mia epoca. Non era quello infatti ad aver spianato la strada ai miei dubbi e a farmi precipitare fuori da quella casa, in cerca di ossigeno. Ciò che aveva catturato la mia attenzione era stata quella descrizione minuziosa dell'abito che indossava: un mantello nero e viola. Nessun clan portava quei colori eppure era risaputo che il viola fosse il colore della guerra. Ogni soldato, prima della battaglia, per scaramanzia portava con sè un indumento di quel colore. Le mogli solitamente regalavano un fazzoletto o un ciondolo, mentre gli uomini celibi baciavano come buon auspicio qualunque cosa -che fosse un fiore o un oggetto- che portasse su di sé quel colore.

Non poteva essere un caso che Mary, nel suo ricordo, indossasse proprio quel mantello particolare, sopra un abito nero che sembrava richiamare la morte.

Tornai a fissare il cielo, distratto dall'acuto stridio di uno stormo in viaggio verso un posto più caldo. E se si fosse trattata di una premonizione?

Cacciai quel pensiero e aspirai nuovamente dalla sigaretta. Non avevo idea del tempo che era trascorso da quando me ne ero uscito in giardino. Dopo essermi scontrato col panico nascosto nelle iridi scure di Nadine, mosso da pietà le avevo concesso del tempo per visitare l'amica e confrontarsi col padre. Ed ora i minuti sembravano ristagnare in una pozza di attesa snervante. Gli ultimi raggi del sole si eclissarono dietro i tetti di alcune case dopo aver accarezzato la punta delle mie scarpe, ricordandomi che mi restavano solo due giorni per trovare il disegno di quel tatuaggio. Due giorni. Chiusi gli occhi e imprecai contro Dio stesso.

Se Renuar non mi avesse tradito alle spalle, non avrei mai preso in considerazione l'idea di mettere in pericolo la vita di Nadine e di mio figlio, usandoli come cavie in un sortilegio mai effettuato prima d'ora. Ma dopo aver scoperto il modo in cui Renuar stava giocando arbitrariamente sugli eventi storici, approfittando della mia assenza e delle notizie che Nadine ci aveva dato, non potevo più ignorare il fatto che la mia morte sarebbe stata la condanna di centinaia, se non migliaia, di persone.

Il mio popolo stava attendendo il mio ritorno.

Il clan dei Cambpell stava approfittando invece della mia assenza per attaccare.

SEI MIA PER DIRITTOWhere stories live. Discover now