EPILOGO

66 3 0
                                    

1 SETTIMANA DOPO
Ero finalmente libera di rientrare a casa mia, a casa nostra.
Non ne potevo più di stare in questo ospedale, non ne potevo più di avere Fede, i miei genitori ed i miei amici che mi evitavano di fare qualsiasi sforzo. Volevo solo una cosa, tornare alla normalità.

"Piccola, prendo io il tuo borsone, non devi fare sforzi!" Ok, ora non ne potevo veramente più, non ero invalida, i dottori avevano detto che mi ero ripresa completamente e che potevo anche rientrare al lavoro, quindi non capivo perché continuassero tutti a trattarmi come una malata.
"Fede, ora basta, sto bene ok? Posso tornare al lavoro quindi posso benissimo anche portare il mio borsone, non ho bisogno di una badante ho solo bisogno di tornare alla normalità.. Ti prego!!!"
Lo vedevo, non era d'accordo ma non aveva voglia di litigare quindi mi diede ragione, mi passò il mio borsone e insieme uscimmo finalmente dalla stanza dell'ospedale.

***
Ero sul divano che controllavo le mail di lavoro e Fede era al mio fianco che si passava il tempo giocando alla play, ma non riuscivo a concentrarmi, dovevo parlare con Fede, dovevo dirgli quello che avevo pensato durante il mio "soggiorno" in ospedale, ma avevo paura, avevo paura che potesse reagire nel modo sbagliato ma era giunto il momento di affrontare il discorso.

"Fede, dobbiamo parlare di una cosa" le parole mi uscirono così di getto, lui mise in pausa la partita e si voltò verso di me
"Dimmi amore, sono tutto orecchie"
" amore, voglio farti una premessa, ti amo, ti amo e questo non è cambiato ma.. Insomma io penso che dovremmo rimandare il matrimonio" la sua espressione divenne un fascio di nervi, leggevo nei suoi occhi l'incredulità delle mie parole, sembrava che cercasse di tradurre quello che avevo detto senza nessun risultato
"Cosa intendi scusa?"
"Intendo quello che ho detto, non siamo pronti Fede, abbiamo passato gli ultimi quattro mesi a litigare, la tensione dell'organizzazione delle nozze stava lentamente logorando il nostro rapporto ed io non voglio che succeda più.. Abbiamo bisogno di tempo, io ho 20 anni e te ne hai 23 nessuno ci corre dietro, non sto dicendo che non ti amo più anzi amore mio ti amo più di prima se questo è possibile, dico solo che dobbiamo fare le cose con più calma, aspettiamo un po' , poi quando saremo pronti ci sposeremo"
"Io sono pronto Francesca, ti ho visto partire per Parigi, ti ho visto tornare con un altro, ti ho vista tornare tra le mie braccia e ti ho visto stesa in un letto dove l'unica cosa che mi faceva capire che eri ancora viva era il rumore di una macchina, io ti amo e ti voglio sposare e se tu ora fai questo discorso forse .. Beh forse non mi ami" era arrabbiato e forse era comprensibile ma aveva frainteso tutto, spostai il Pc e mi andai a sedere sulle sue gambe prendendo il suo viso tra le mie mani per obbligarlo a guardarmi
"Ascoltami Fede, non ho detto che non ti voglio sposare, credo di volerti sposare dal nostro primo bacio, ho detto solo che sarebbe il caso di aspettare, prendiamocela con calma. Non dubitare mai dei miei sentimenti per te, perché è vero mi hai vista partire, mi hai vista tornare con un altro, mi hai vista tornare fra le tue braccia e mi hai vista in un letto di ospedale inerme ma il risultato finale è che io sono qua con te e se sono qua con te è perché nonostante i nostri litigi, le mie fughe, i nostri 'ti odio ' sussurrati ed i nostri ' ti amo ' urlati io ho scelto te e tu hai scelto me, io tra tutti ho scelto di amare te e te hai scelto di amare me e questo non cambierà mai.. Perché anche fra 100 anni tra tutti io amerei te"
Non ci furono altre parole, ma ci fu un bacio, un bacio che disse più di mille parole, un bacio che gridò il nostro amore un bacio che confermò che questo non sarebbe mai cambiato io ero sua e lui era mio e sarebbe stato così per sempre.

FINE



Ciao a tutte, la prima parte è conclusa, ho deciso di continuare però la storia di Francesca e Federico, vi aggiornerò nei prossimi giorni sul titolo e sulla pubblicazione del primo capitolo.

S.

Tra tutti amo teWhere stories live. Discover now