Capitolo 3

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Sì ritrovò su una specie di palco rialzato, accecato dai fari che gli impedivano di vedere, o anche solo distinguere, i volti dei possibili acquirenti che gli stavano di fronte.
Un fastidioso ronzio gli invase le orecchie, insieme a un vago chiacchiericcio, che lo assordó completamente.

Strinse gli occhi in due fessure, digrignando i denti.

<<Levi...>>

La voce di Petra.

Si voltò verso la ragazza.Per un attimo si era come scordato di lei;

<<Levi...>> Lo chiamò ancora.

<<Sono qui. Non avere paura>>

La guardia lo spinse in avanti, nascondendolo alla vista della giovane. Sbatté le palpebre, con gli occhi irritati da quella luce violenta che glieli faceva lacrimare.

La guardia lo affiancava, stringendogli la spalla con forza.
Levi gli avrebbe volentieri spezzato quelle luride dita, ma a che pro? Per farsi sparare in testa dagli altri cacciatori?

<<Lotto 517. Maschio, di probabile origine francese. Età compresa tra i venti e i ventidue anni- il battitore fece una pausa ad effetto -Nome: Angel>>
Centinaia di voci presero a sollevarsi, mescolandosi tra loro fino a diventare una confusa cacofonia.

Levi impiegó qualche secondo a capire che, ciò che quella folla invisibile stava urlando, erano numeri.

Prezzi.

Quanto erano disposti a offrire per averlo.

Maiali, fu il fulmineo pensiero che gli attraversò la mente.

<<Ehi angioletto!- la guardia al suo fianco lo afferrò per un braccio
-Smettila di startene lí imbambolato! Il tuo compratore vuole vederti!>>

Compratore?

Lo avevano già venduto?

Lanciò uno sguardo alle sue spalle, verso Petra: lei era immobile, pietrificata, con gli occhi fermi su di lui. Una espressione smarrita le si allargó sul volto cereo.

<<Muoviti!>>

La guardia lo strattonó, allontandolo da lei. Da l'unica persona che aveva fatto sembrare quel marciume meno desolante.

Abbassò lo sguardo, fremente di rabbia.

Il compratore lo attendeva in una stanza adiacente; Levi fu gettato al suo interno con una spinta che rischiò di farlo crollare al suolo.

La porta si rinchiuse di scatto.

<<Maledizione!>> urlò Levi gettandosi contro la porta chiusa.

La colpì con una spallata, ma non ottenne nulla se non un fitto dolore alla spalla.

Rimbalzó all'indietro, imprecando.

<<Sei un tipo focoso eh?>>

Una risatina deliziata fece voltare il ragazzo di scatto: vi erano due uomini, uno piuttosto giovane, avvolto con vesti suntuose e dal fascino esotico, che se ne stava pigramente seduto su un divanetto imbottito, mentre con la mano ingioiellata si pettinava i morbidi riccioli cremisi.

L'altro era uomo massiccio, dalla pelle olivastra, con indosso una semplice casacca rossa che gli arrivava sino alle cosce. Aveva lunghi capelli biondi tenuti legati in una coda bassa, che gli metteva in luce i tratti duri del viso e gli occhi opachi.

Al collo si stagliava il distinto luccichio di un collare.

<<Angel, giusto?- parlò l'uomo più giovane, mettendo in mostra un sorriso storto -Io sono Kev. L'uomo che ha appena sborsato una fortuna per averti>>

Sì sollevò in piedi, muovendo qualche passo verso di Levi.

Il ragazzo arretró, finendo col ritrovarsi con le spalle premute contro la porta sbarrata.

In trappola.

<<Non avere paura...non ho intenzione di farti del male...voglio solo guardarti>>

Sì chinò su di Levi, puntando i suoi occhi predatori dentro quelli del ragazzo.

Gli sfiorò le gote con la punta dell'indice, solcando col polpastrello ogni centimetro di quella pelle candida.

Levi si impose di rimanere calmo, lottando contro il vomito.

<<Accidenti- mormorò Kev, sfiorando il naso del ragazzo col suo -Sei così bello da far perdere la testa persino a un uomo>>

Il pugno di Levi lo raggiunse alla guancia, facendolo barcollare.

<<Stammi lontano, stronzo>> berció fuori di sé.

Non ebbe il tempo di fare nulla. Il secondo uomo, quello con indosso il collare, gli fu addosso in un attimo.

Lo afferrò per la vita, bloccandogli le braccia lungo i fianchi e lo sollevò di peso.

Levi prese a scalciare e lo colpì al naso con il capo, spezzandoglielo.

Lo sentì grugnire lasciando la presa e il ragazzo approfittò di quella distrazione per fuggire via.

Calcoló male i tempi.

E prima che potesse fare anche un solo passo il gigante lo catturó di nuovo.

<<Trattienilo>> fu l'ordine di Kev.

Levi si ritrovò nuovamente di fronte a quel maiale che lo guardava con occhi pieni di lussuria.

<<Bello e selvaggio...vali ogni centesimo- rise -Sono certo che lui ti adorerá>>

Scambió uno sguardo complice con il suo servo e questi, ubbidiente, costrinse Levi ad aprire la bocca.
Gli versarono in gola una sostanza amara che rischiò di soffocarlo.

Tossí, fissando lo sguardo su Kev: faticava a metterlo a fuoco, la testa gli vorticava e non sentiva più né gambe né braccia.

Si afflosció, come una bambola senza vita tra le risate di Kev.

Poi sopraggiunse il buio.




Apocalipse EreriWhere stories live. Discover now