Capitolo 32

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<<Angel>>

Levi si liberó dalla letargia con un lieve sussulto che, tuttavia, non gli distorse il viso inespressivo.

Posò gli occhi scavati su Duncan, piegato su di lui, con il solito ghigno allegro a distendergli le labbra.
Dovette sforzarsi per comprendere le sue parole:

<<Angel vieni... voglio presentarti alcuni amici>>

Gli tese la mano, aspettando con pazienza che il moro si decidesse ad afferrarla; per un lungo istante Levi fu tentato di rifiutarsi ma poi...

Ma poi il dolce viso di Eren lo costrinse a piegarsi.

Lasció cadere mollemente le dita sul palmo unticcio dell'uomo e si lasciò trascinare per il salone in festa.

La testa ciondolava al ritmo dei suoi passi, impedendogli di incrociare gli sguardi apprensivi dei suoi amici.

<<Rainer...Bertholdh... vi presento la mia ultima ossessione... Angel>>

Il moro mosse appena la testa, in un saluto silenzioso, mentre i due sconosciuti lo studiavano con sincero interesse: Bertholdh, il più alto dei due, dai capelli scuri e lo sguardo gentile, sembrava quasi dispiaciuto per la sua condizione e accennó a un sorriso.

Levi gli rispose schioccando la lingua.

L'altro, Rainer, biondo e massiccio, con un viso squadrato per niente piacevole, ringhió a quella provocazione, ma fu abbastanza cauto da lasciar correre.

Non era conveniente agli affari prendersela con uno dei preferiti di un collega.

<<È molto... grazioso>> borbottó Rainer.

<<Una creatura splendida>> soggiunse in fretta Bertholdh.

Duncan lo strinse maggiormente a sé, beandosi di quei complimenti come se fossero un bicchiere d'acqua in afosa giornata estiva.

Continuò a sorridere anche quando li fece accomodare.

Kev, che li raggiunse poco dopo, prese posto alla destra di Duncan, al centro della sala, intorno a un prezioso tavolino basso, circondato da tappeti e cuscini multicolore.
Levi fu costretto ad acciambellarsi tra le gambe del padrone, mentre ai due ospiti spettarono i posti dalla parte opposta.

<<Avete già visto qualche tesoro interessante?>>

Non appena la conversazione si spostò sugli affari Levi smise di ascoltare: lasciò vagare un istante lo sguardo per la stanza affollata, evitando di soffermarsi troppo su Dolcezza e Isabel, per paura di leggere la tristezza dei loro visi.

Con la coda dell'occhio, tuttavia, restava concentrato sul magnifico coltello da portata che scintillava a pochi centimetri dal suo braccio.

Sarebbe bastato un istante.
Avrebbe potuto afferrare il coltello e piantarlo dritto nella gola di Duncan.
Era sempre stato abile con i coltelli.

Distese le dita, flettendole un poco come per sgranchirle.

La lama era lì.
In attesa.

Un istante e quel porco avrebbe finalmente pagato per tutte le sofferenze inflitte a lui e al suo moccioso.

Scivolò con la mano lungo la coscia di Duncan e gli occhi felini incollati sul coltello.

Poteva già sentire l'odore del sangue stuzzicargli le narici.

Un istante ancora...

Quando fermò la mano a mezz'aria dovette fare ricorso a tutto il proprio autocontrollo.

Apocalipse EreriWhere stories live. Discover now