Capitolo 15

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Fece accomodare Eren nella sua camera, chiudendogli  la porta alle spalle. Il ragazzino per un attimo rimase abbagliato dall'incredibile pulizia che regnava nella stanza: persino il pavimento era tanto lucido da potersi specchiare. Eren gettò un'occhiata ammirata in direzione di Levi, ma questo distolse lo sguardo, seccato.

<<Hai sete?>> gli chiese solo.

<<No-no...grazie>>

<<Non ho da mangiare>>

<<Non fa niente>>

<<Puoi sederti sul letto, se ti va>> concesse ancora Levi, indicandogli il mobile con un cenno della testa.

Eren, ubbidiente, andò a sedersi mentre Levi si accostava alla finestra per lasciare vagare lo sguardo sul paesaggio che s'intravedeva dalla finestra: Furlan doveva essere da qualche parte là fuori.
A cercarlo.

Sono qui. Pensò Levi con tutte le sue forze, come se quel silenzioso grido d'aiuto potesse raggiungere l'amico.

Sono qui...

<<Non mi chiedi che sono venuto a fare?>>

Sentí appena le parole di Eren, tanto era preso dalla sua furiosa ricerca, tuttavia, il più giovane interpretó quel  silenzio come una risposta e proseguì col suo discorso:

<<Davvero non t'interessa? Non sei curioso?>>

Levi voltò il capo verso di lui, per fissare lo sguardo dentro il suo e scosse il capo, facendogli intendere che l'unica cosa che davvero desiderava era che se ne andasse e lo lasciasse in pace.

<<Grazie>> mormoró allora Eren, cogliendo l'altro completamente alla sprovvista.

<<Per quello che hai fatto...per-per aver preso le mie difese con Marco>>

Levi accarezzó distinto lo zigomo gonfio, ma restó in silenzio, in attesa che Eren proseguisse;

<<Qui nessuno fa niente per niente... siamo puttane...vendiamo il nostro corpo in cambio di qualche spicciolo. Non siamo cattivi è solo che...>>

Eren s'interruppe all'improvviso per celare la tristezza dei suoi occhi dietro a un finto sorriso.

<<...è così che ci hanno insegnato>>

Levi mandò un sospiro e finalmente  si voltò completamente verso il ragazzo, incrociando le braccia davanti al petto:

<<Che cosa vuoi Eren?>> gli intimó, più scocciato che amareggiato.

<<Dimmelo tu>> lo sfidó lui.

Eren si sollevò in piedi e si accostò a Levi tanto da percepire i battiti del suo cuore e il suo respiro sulla pelle; il  moro si morse il labbro, per non farlo tremare.

<<Che cosa vuoi da me Angel?>>
Gli soffió quella domanda sul collo e Levi, colto da una serie di brividi, lo allontanò, per sfuggire a quel contatto ravvicinato.

<<Io non voglio niente da te!>> sbottó,  chiudendosi sempre più in se stesso: detestava quella situazione, detestava la sua vicinanza.

Odiava essere costretto a stare così vicino a qualcuno.

<<Mi hai salvato!-replicó Eren, altrettanto acido -Lo avrai fatto per qualcosa!>>

Levi scosse con rabbia il capo, tappandosi le orecchie per non ascoltarlo, ma lui insistette. E quando capí che le sue grida non sarebbero valse a nulla, lo afferró per le spalle e lo scrolló,  quasi volesse fargli sputare a forza la verità.

<<Cosa vuoi?!>>

<<NIENTE!>> Urlò infine Levi, mettendolo definitivamente a tacere.

<<Non-non voglio niente...- riprese, quando scorse la sorpresa cancellare la rabbia e la paura dal viso del castano -Ho agito così per...per istinto>>

Si conficcó le unghie nella carne, come se quel vano tentativo potesse impedire alla sua voce di tremare. <<Avresti fatto lo stesso al mio posto...perciò non voglio niente in cambio>>

La sua voce aveva perso tutto il suo calore. All'improvviso era tornato apatico. Insofferente.

<<Ora ti prego di andartene...voglio restare solo>>

Gli diede nuovamente le spalle, a significare che per lui quella conversazione era conclusa.

Udì i passi del ragazzo avvicinarsi, ma restò caparbiamente fermo sulla sua posizione; sussultó quando la bollente mano del castano si posò sulla sua spalla candida.

<<Non voglio essere in debito con te...-confessò Eren, sussurrando quelle parole all'orecchio di Levi -Io-io non possiedo nulla...nulla>>

La sua mano esperta gli scivolò lungo la schiena tatuata, per poi risalire verso le scapole.

Levi avvertì le sue labbra morbide posarsi contro la pelle del suo collo teso. Gemette.

<<Nulla se non il mio corpo>> terminò Eren in un soffio leggero.

Levi si sottrasse da quel delizioso contatto e posò gli occhi dentro i suoi: dentro quei dischi verdi non lesse desiderio, né bestialità, ma una pura innocenza.

<<È questo che vuoi?- domandò -Ripagare la mia gentilezza, abusando di me?>>
Scosse il capo, distogliendo lo sguardo: <<No grazie>>

<<Ti sbagli! Io...- le gote del più giovane si tinsero di una splendida sfumatura vermiglia -...io mi sento strano quando sono con te...non faccio che pensarti...>>

<<Smettila Eren>>

<<Non voglio farti del male>>

<<Basta>>

Eren gli tappò la bocca con il palmo della mano, prima ancora che riuscisse a terminare la frase;

<<Siamo stati violentati tante volte... per una volta –per una sola e misera volta!- facciamolo per piacere>> mormorò.

Levi arretró, chinando il capo, confuso da quelle parole.

<<Eren, per favore, vattene>>

<<Ti prometto che non sarà come con Duncan>>

<<Smettila Eren>> tentò ancora di zittirlo Levi, ma il ragazzo gli afferrò la mano e gliela strinse con forza.

<<Lascia che te lo dimostri>> sussurrò, annegando i suoi occhi verdi dentro quelli d'argento del moro.

Apocalipse EreriTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon