Capitolo 30

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Eren.

Il profumo salmastro mi stuzzica le narici strappandomi a quel dolce riposo in cui sono scivolato qualche ora fa. Sbatto piano le palpebre, cercando di districarle dalle ragnatele del sonno e, subito, sono accecato dal sole che illumina le pareti candide riempiendo la stanza di una meravigliosa sfumatura dorata.

Mi metto a sedere: il lenzuolo mi scivola sulla pelle, appallotolandosi sul mio ventre nudo, mentre, una sottile brezza estiva, mi accarezza il viso.

Mi guardo intorno, soffermando lo sguardo sul mobilio, in particolare sul grande letto su cui sono disteso, cercando di ricordare come ho fatto ad arrivarci.

Da fuori mi raggiunge l'eco delle onde.

<<Sei sveglio>>

Sussulto nel sentire la voce di Levi.
È appena apparso sulla porta indossando soltanto una sottile camicia che lo copre a stento.
Deglutisco, ammirando le snelle gambe che sbucano da sotto quella stoffa candida.

Lui sorride divertito, quasi lusingato dalle mie attenzioni.
Si passa una mano fra i capelli in disordine e si distende al mio fianco, muovendosi sul materasso a quattro zampe, mentre un sorriso malizioso gli distende le labbra pallide.

Il mio groppo non accenna a scomparire.

Accidenti... è così...
Così...

Sensuale.

Si siede a cavalcioni su di me, chinandosi in avanti per depormi un bacio a fior di labbra.

<<Dove sei stato?>> chiedo con la voce arrocchita dal sonno.

<<I cavalli avevano sete... sono andato a controllare- mi bacia ancora, questa volta sulla punta del naso -Non volevo disturbarti>>

Gli accarezzo le cosce, delineando i contorni del suo corpo perfetto, giù fino ai piedi scalzi, per poi risalire, dai polpacci ai glutei sodi, per raggiungere, infine, il solco della schiena curva, là dove si staglia il tatuaggio delle ali, ormai sbiadito.

<<Cavalli?>> balbetto confuso e subito mi raggiunge un affettuoso schiaffetto sulla testa; <<I nostri, idiota! Stai ancora dormendo?>>

Scoppia a ridere, mettendo in mostra un sorriso mozzafiato.
Non l'ho mai visto così allegro prima d'ora.

<<Che ti prende?>>

Levi si sporge in avanti e viene a posare la fronte contro la mia, sfiorandomi le palpebre con le labbra dischiuse, irrorando il mio cuore con quel calore conosciuto e adorato.

Sorrido.
Non riesco a credere che tutto questo sia vero.

Il rumore del mare.
Io.
Levi.
Il mio Levi.

Non resisto.
Me lo tiro addosso, avventandomi vorace sulle sue labbra.

Lui non mi respinge, anzi, ride contro la mia bocca, prima di approfondire il bacio.

Il suo corpo pare adattarsi perfettamente al mio, quasi fossero le due metà dello stesso.
Lo sento reagire al mio tocco leggero, contorcendosi sotto le mie carezze, trattenendo a stento i gemiti di piacere.
La sua erezione, che mi preme contro la coscia, mi ruba un sorriso.

<<E-Eren...>> ansima, mentre un vago rossore gli imporpora le gote.

<<Ti amo Levi>>

Apocalipse EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora