Capitolo 21

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Levi.

La prima sensazione che mi avvolge è quella del caldo membro di Eren che spinge prepotentemente in me; contraggo le dita intorno al lenzuolo, inarcando la schiena in cerca di un contatto più profondo, mentre dalla mia gola fuoriescono continui gemiti di piacere.

Gli occhi verdi di Eren si posano su di me e le sue labbra piene si distendono in un ghigno malizioso;

<<Ti sei abituato in fretta eh?>>

La sua voce mi appare diversa, più bassa e cattiva.
Non sembra nemmeno lontanamente la voce del mio moccioso allegro.

Cercò di guardarlo, ma è come se i miei occhi non riuscissero a mettere a fuoco la sua figura; per quanto io li sbatta e strizzi, l'unica caratteristica che riesco a distinguere a pieno sono quegli occhi smeraldini.

Il ritmo aumenta e le spinte si fanno più forti e dolorose; gemo, respingendo risoluto le lacrime che mi pizzicano gli occhi.

<<Eren...fa più piano!>>

Ride, ignorando la mia supplica.

<<Maledizione Eren! Fa'...>> Non riesco a terminare la frase. Le dita guizzanti del ragazzo mi afferrano la gola, serrandola in una morsa d'acciaio.

Boccheggio, correndo con le mani verso il collo, nella speranza di liberarmi da quella stretta prima di rimanere senza fiato.

<<Er-Eren...>>
Il suo sguardo è crudele. Maligno. Non è lo sguardo amorevole e dolce che ho imparato a riconoscere.

Brividi di freddo mi attraversano il corpo come schegge gelate;

<<Lasciami Eren!>>

Lui continua a guardarmi. Non c'è amore né pietà nei suoi dischi verdi. Solo odio e...

Avidità.

<<Tu sei mio Angel- mormora di colpo, con quella voce che non gli appartiene -E non puoi sfuggirmi>>

Il viso di Eren si sfalda in centinaia di piccoli pezzi che prendono a volare per la stanza, entrandomi anche nei polmoni, per privarmi di quella poca aria che ancora posseggo.

Ed è allora che lo vedo.

Duncan.

<<Tu sei mio Angel- ripete, questa volta con la voce di Eren -Tu sei solo mio>>.

Sento il mio corpo scattare, strappandomi a quell'incubo crudele. Fatico a respirare e avverto nitidamente il tocco di quelle dita serrarmi la gola.
Il mio corpo è scosso da tremiti incontrollati.

<<Levi?>> sussulto, voltandomi di scatto verso il moccioso: è disteso al mio fianco e si sta pigramente stropicciando un occhio, nel vano tentativo di vitalizzarlo.

Scosto lo sguardo, ancora scosso.

<<Ehi...tutto bene?>>

Si stringe a me, ma non mi tocca, attendendo pazientemente che sia io a dargli il permesso di farlo.

Resto fermo, annuendo con un cenno del capo.

<<Un altro incubo?>> chiede, senza nascondere la preoccupazione dalla sua voce.

Come posso aver paura di lui?

<<Si>>

<<Duncan?>>

Apocalipse EreriWhere stories live. Discover now