Capitolo 20

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<<Ti voglio>>

Eren strinse con maggiore intensità quel corpo perfetto, esplorandone ogni centimetro celato  dalla stoffa con la punta dei polpastrelli.

<<Er-Eren...>> gemette Levi, quando il ragazzo prese a lambirgli il collo con delicate lappate e piccoli baci.

Eren sogghignó e, con le dita tremanti, liberò il moro dall'impaccio del mantello, per poi sbottonargli la camicia , scoprendo l'addome muscoloso.

<<Eren!>> pigoló ancora Levi, forse in preda al panico per quel contatto improvviso.

Spinse le mani contro le spalle del minore, cercando di allontanarlo, ma Eren lo fermò, bloccandogli i polsi con fermezza;
<<Levi...- disse deciso, sfiorando la punta del naso del moro col proprio -Smettila di fuggire>>

Levi socchiuse appena le labbra e, senza che se ne accorgesse, prese ad ansimare.

Il cuore gli batteva tanto da fargli male. Aveva paura.
Ma desiderava Eren con la stessa intensità con cui l'altro desiderava lui.

Si lasciò baciare, assaporando il gusto della bocca di Eren come se fosse un dolce nettare, mentre il ragazzo, lo traeva a sé, sollevandolo di peso perché il moro gli si avvinghiasse ai fianchi con le gambe.

<<Levi...Levi...>>

Il moro avvolse il collo del minore con le braccia e si lasciò trasportare fino alla vasca. Quando si immersero l'acqua calda lambí i loro corpi facendoli fremere.

<<Levi...>>

<<Smettila di ripetere il mio nome>> mormorò imbarazzato Levi, con gli occhi fuori fuoco a causa dei vapori caldi.

<<Levi>> sorrise ancora Eren, prima di gettarsi sui capezzoli del moro.

A Levi sfuggì un guaito e gettò il capo all'indietro, si abbandonò contro il bordo della vasca, con la gola esposta e un'espressione di puro piacere dipinta sul viso.

Eren affondó i canini attorno all'aureola,  attento a non fargli male, in modo che quei piccoli bottoncini di carne si ergessero impudichi contro la sua lingua ruvida; con la mano, intanto, liberò dall'impaccio dei vestiti Levi, lasciandolo finalmente nudo e vulnerabile di fronte ai suoi occhi bramosi.

Poi vide le cicatrici.

E smise per un attimo di respirare.

Quelle D... 

Quelle D sulla spalla e sul basso ventre spiccavano vermiglie su quella tela candida che era la pelle di Levi.

Il moro abbassò il capo, colmo di tristezza;

<<Sono orribili vero?- mormorò con un filo di voce, sfiorando quei segni con le dita -Queste cicatrici...sono orribili...come...come me>>

Cercò di ridere ma senza successo.

Fu allora che sentì le dita di Eren è entrare prepotentemente dentro di lui.

<<Eren maledi-...!>>

Si morse la lingua e in un attimo la bocca gli si riempì del gusto metallico del sangue.

<<Tu. Non. Sei. Orribile.- scandí il più piccolo, per la prima volta arrabbiato sul serio -Duncan è orribile. Quelle cicatrici sono orribili ma tu...>>

La sua rabbia sfumó mentre procedeva nel suo discorso, perso in quei dischi color tempesta a un soffio dai suoi, che lo guardavano stupiti, quasi non credessero alle sue parole.

Apocalipse EreriWhere stories live. Discover now