043. Madame Delphine LaLaurie *AHS-Coven*.

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[NB: lettura sconsigliabile a chiunque sia facilmente impressionabile, suscettibile, debole di stomaco, vegetariano e/o altamente schifabile.
IO VI HO AVVERTITI]

Marie Delphine LaLaurie (nata McCarty) nacque a New Orleans nel lontano 1775.
Marie Delphine si sposò giovane, piú precisamente nel 1800, con un ufficiale spagnolo: Don Ramon de Lopez y Angullo, Cavaliere della Corona di Re Carlo. Ben presto peró, nel 1804, l'uomo venne richiamato in patria e dovette così portare con sé la giovane moglie.
Durante il viaggio, sfortunatamente, per via di motivazioni non ben chiare Don Ramon si ammaló e così lo stesso anno morì a l'Havana (Cuba).
Inoltre, durante quei durissimi giorni, Marie diede alla luce la sua prima figlia: Marie Borgia Delphine Lopez y Angulla de la Candelaria, semplicemente chiamata Borquita. Assieme, le due fecero ritorno a casa in Lousiana.
Quattro anni dopo, nel 1808, Marie si risposò con un banchiere, mercante, avvocato e legislatore francese: Jean Blanque. Dal secondo marito, Marie ebbe quattro figli.
Nel 1816, la donna rimase nuovamente vedova ma non ci volle molto perchè poi nel 1825 ella prendesse come nuovo marito il medico Leonard Louis Nicolas LaLaurie, di qualche anno più giovane di lei.
Madame LaLaurie acquistò poi una casa al 1140 di Royal Street, dove vi finì per vivere con il nuovo marito e due delle quattro figlie fino al 1834.
Come tutte le famiglie benestanti del tempo, anche la famiglia LaLaurie poteva vantare il possesso di schiavi di colore che, per volere di Delphine stessa, erano proprio stati ospitati nella loro casa.
In pubblico Marie si mostrava gentile con chiunque e sembrava per giunta preoccuparsi molto della salute dei suoi schiavi; ne emancipò addirittura due (Jean Louis nel 1819 e Devince nel 1832), ma al riparo da occhi indiscreti i suoi schiavi apparivano ben diversamente; smunti e maltrattati. I maltrattamenti erano infatti di dominio pubblico, tanto che un avvocato venne appositamente mandato nella dimora di Madame LaLaurie in modo da ricordarle le norme vigenti sul mantenimento minimo degli schiavi, non trovandovi però nulla fuori norma.
Uno dei vicini della LaLaurie, racconta di come un giorno fu testimone della caduta di una ragazzina di dodici anni, una schiava in casa LaLaurie, dal tetto in modo da così evitare di ricevere le frustate che la donna avrebbe voluto darle. Apparentemente, la ragazzina, Lia, mentre era intenta a pettinare la padrona, aveva purtroppo tirato malamente un nodo, finendo così per scatenare le ire di Madame.
Questa vicenda, però, ebbe appunto delle conseguenze, la LaLaurie venne infatti costretta a cedere nove dei suoi schiavi per via dei palesi maltrattamenti a cui li sottoponeva, ma li riebbe immediatamente quando poco tempo dopo li fece riacquistare ad intermediari vicini alla famiglia. Si racconta anche di come una schiava da cucina fosse stata incatenata ai fornelli e di come la LaLaurie stessa picchiasse a sangue le figlie quando queste, impietosite, cercavano di nutrire i poveri schiavi.
Il 10 aprile del 1834, un incendio divampò nella magione di Madame LaLaurie. Esso venne infatti appiccato dalla cuoca, una donna di ormai settant'anni ed effettivamete incatenata ai fornelli per la caviglia. Quello della donna fu un tentativo di suicidio, credeva che morire tra le fiamme potesse essere considerato un destino migliore rispetto a quello derivante dall'essere portata al piano di sopra. "Chiunque sia stato portato lì, non è mai tornato", disse.
Nel vedere le fiamme, molti astanti decisero di aiutare. Quando poi si videro negare le chiavi delle soffitte dalla LaLaurie in persona, decisero di sfondare le porte ed entrare con la forza nei quartieri riservati agli schiavi. Lì, vennero trovati sette schiavi mutilati, appesi per il collo con gli arti allungati e lacerati da un'estremità all'altra, probabilmente lì da mesi e mesi.
Uno degli uomini a trovare gli schiavi fu il giudice Jean François Canonge, che disse appunto di aver visto "una donna con addosso un logoro collare di ferro" e "una vecchia con una profonda ferita alla testa, troppo debole per poter addirittura camminare".
Nel 1836 girava invece un'altra versione della storia. Martineau scrisse che gli schiavi vennero trovati in condizioni pietose. Emaciati, mostravano inequivocabili segni di frustate, erano legati in posizioni dolorose e innaturali e indossavano collari con spine perché le loro teste rimanessero in una determinata posizione.
Quando poi la voce sulle torture si sparse, una folla inferocita assaltò la magione dei LaLaurie e distrusse tutto quello su cui poté mettere le mani. Gli schiavi liberati vennero portati nella prigione locale, in modo che chiunque volesse, potesse vedere in quali condizioni erano stati tenuti *Aiutarli no, eh? Pure voi molto intelligenti mi dicono*
Nei giardini e nel pozzo vennero poi trovati numerosi corpi, tra i quali quelli di decine di bambini.
Quando la folla assaltò la magione, Madame LaLaurie fuggì in Francia, dove si pensa morì nel 1842, all'età di circa 67 anni.
Jeanne DeLavigne, nel suo libro Ghost Stories of Old New Orleans (1946) scrive in seguito che, nel 1834, a conseguenza dell'incendio vennero trovati:
"Schiavi maschi, nudi e incatenati alle pareti, con gli occhi cavati, le unghie strappate via alla radice; altri avevano le articolazioni spellate e infette, grossi buchi nelle natiche dove la carne era stata tagliata via, le orecchie ridotte a brandelli, le labbra cucite insieme... gli intestini erano stati estratti e avvolti attorno ai loro fianchi. Avevano buchi nei crani, dove un bastoncino era stato inserito per mescolarne il cervello"
Non si ha idea da quali fonti la scrittrice abbia dedotto ció ma resta comunque un'ombra sulla storia di Madame LaLaurie: una donna sadica e considerabile come un'effettiva SerialKiller.

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Non ignorate gli avvisi...io lo faccio per voi e il vostro stomaco😉


Ma...WTF?!Where stories live. Discover now