Trentasei.

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Cari lettori, vi avviso: questo capitolo vi farà perdere la testa, da quanto è complesso. Davvero, mi scuso con ognuno di voi. Se è online, devo ringraziare @Bomberguy (che non mi fa taggare, ma va bene), che ha letto pazientemente questo capitolo, dandomi preziosi consigli. Se non impazzirete, è grazie a lui.

Davvero, perdonatemi.  La mia mente è contorta e sforna trame assurde. Quando vi ho detto che non ho equilibrio, è proprio per questo. 

Tuttavia, se avete dei dubbi o qualcosa non vi è chiaro, non esitate a contattarmi o a lasciare un commento, io spiegherò bene tutto, così da risolvere i vostri e i dubbi degli altri.

Buona lettura!  :)

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Resto a guardarla interdetta, con le braccia lungo i fianchi e la bocca semichiusa. Rubo qualche secondo per osservarla meglio. Ha una maglia giada indosso, che le va molto larga; i capelli ricci sciolti e disordinati, e il naso rosso a causa del pianto. Per un attimo, mi sembra di essere l'origine di tanto dispiacere, ma non riesco a capirne il motivo.

Quella che dovrebbe essere la mia migliore amica, ha appena rivelato di avermi detto delle bugie? 

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Quella che dovrebbe essere la mia migliore amica, ha appena rivelato di avermi detto delle bugie? 

No, non ho sentito bene, sicuramente. Ci deve essere una strana aura attorno alle mie orecchie, densa ed ammaliante, in grado di cambiare il suono alle parole, e renderle inquietanti in modo terribile.

Alzo un sopracciglio, e d'istinto assumo un'espressione irritata. «Cosa, scusa?»

«Per favore, Alisya.» -mormora, come se fosse una preghiera. «Per favore, perdonami. Mi sento così in colpa... Non ce la faccio.» -dice, prendendosi la testa fra le mani. Stringe forte la presa, come a volersi strappare delle ciocche di capelli. Sembra tormentata da oscuri demoni, e vederla così disperata mi fa stare male.

«Perla...» -sussurro, sfilandomi le scarpe e sedendomi sul letto. «Adesso devi parlare.»

Nella mia testa doveva fuoriuscire una premurosa esortazione, ma credo che sia arrivato solo un freddo ordine. In ogni caso, restare qui a gambe incrociate e guardarla accigliata non mi sembra tanto utile.«Allora?» -mormoro, sperando di ricevere presto una risposta.

Fa un gran sospiro, e più il suo sguardo si fa cupo, più capisco che la situazione è grave. Dio, che cosa è successo?

Si schiarisce la voce, e mi guarda negli occhi. «Io... Non volevo dirti così tante bugie, ma dovevo, okay?» -comincia, agitando le mani.

Oh, che palle. Ha rotto con tutti questi giri di parole.

«Non mi serve il prologo, Perla. Va' al dunque.».

Dio, cosa stanno per sentire le mie orecchie? Deglutisco, cercando di mandare giù il groppo che mi si è formato in gola. Deve parlare.

«Alisya, tu sei in pericolo.».

Heart of CourageWo Geschichten leben. Entdecke jetzt