Capitolo 7

282 16 0
                                    

-'E' una cosa così assurda. Non riesco a crederci. Cazzo, come è potuto accadere? Dovevamo essere solo noi due.' Ripeto per la centesima volta ad una Blondie troppo calma e tranquilla. Non fa che sorridere e rassicurarmi da quando, sono arrivato con i miei dubbi e la mia furia. Avevo corso come un pazzo, arrivando a casa sua con il respiro sotto sforzo, con il cuore sotto sforzo. E' seduta sul divano, con i capelli raccolti e carezza una pancia che ancora si nasconde. Mi sorride, un sorriso timido, diverso.
-'Non si tratta di te, questa volta non ti riguarda. E' una cosa mia.' Dice serena.
-'Come cazzo fa a non riguardarmi se mi hai appena detto che questo figlio è mio? Come fa ad essere una cosa tua?' Quasi le grido contro. Lei mi guarda.
Nei suoi occhi, non ci sono ombre, né finzioni.
-'Nel senso che se non vuoi, non dovrai mai preoccupartene. Io non ci rinuncio a questo bambino, non voglio. Lo sento mio, lo sento nello stesso identico modo in cui sento te: sotto pelle. Tu mi sei dentro, come lui. Dio un figlio tuo, nostro..' Si interrompe, incapace di continuare, improvvisamente commossa, asciugandosi una lacrima con la punta delle dita. Mi avvicino a lei piano, pianissimo. Le sono difronte, lei seduta, io in piedi, e le carezzo i capelli con una mano. Lei non dice niente, sospira.
-'Sono sicura che andrà tutto bene, che ce la faremo anche questa volta, come sempre.' Mi sussurra piena di speranza e meraviglia. Le sorrido senza entusiasmo.
-'Ti amo.' Le dico così, senza poesia, di getto, con il poco respiro che mi è rimasto. Lei sorride, per poi alzarsi e stringermi a sé.
-'Anche io, sempre. Questa è una delle poche cose che non cambierà mai, qualsiasi strada prenderemo, per quanto lontano tu possa andare, per quanto lontana io possa essere.' Mi dice ed io ho voglia di crederle.

In serata sono ubriaco. C'è una luna grande stasera, riesco a scorgerla dal bancone della cucina. Sono alla terza bottiglia eppure sono ancora lucido, ancora fisso sulla mia recente scoperta. Non mi sono mai pensato padre. Certo, all'epoca fantasticavamo, o meglio lei, fantasticava spesso sull'idea di avere un bambino. Ma capitemi, erano solo congetture, fantasie che non credevo si sarebbero realizzate. Ma adesso, è diverso. Adesso lei ha qualcosa che cresce dentro di sé, qualcosa che ha la sua carne e il mio sangue. Posso lasciarla da sola ad affrontare tutto questo? Lei diceva di si, io dico di si, ma qualcosa dentro di me, qualcosa di oscuro e profondo, dice di no. Ma io non so come si sta vicino alle persone, ogni volta che ci provo, faccio un casino assurdo.
Avrei mai potuto stare accanto a un figlio?
Scuoto la testa frustrato.
E' colpa della luna.
Quando si avvicina troppo, fa impazzire tutti.

Mi sveglio di soprassalto. E' mezzanotte passata e sono madido di sudore. Ho voglia di vederla. Così senza pensarci, mi vesto in fretta e la raggiungo a casa. Entro direttamente dalla sua finestra e lei è lì, completamente vestita che mi guarda.
-'Ti stavo aspettando.' Dice cogliendomi di sorpresa. Indossa la sua mini di pelle rossa, quella che farebbe diventare matto chiunque, insieme alla sua camicetta bianca mezza sbottonata. E' a piedi scalzi mentre mi raggiunge e mi sfila la giacca di pelle.
-'Sei così bello.' Dice, sbottonandomi i primi bottoni della camicia e baciandomi i primi peli del petto. Mi inebria. Questa notte odora di qualcosa di diverso, non mi ricorda l'innocenza, ma il peccato, la lussuria. Continua a baciarmi, a scendere più giù.
-'Ai Bree, attenta. Così mi distruggi.' Mi viene da dirle. Lei sorride, un sorriso strano, prima di baciarmi. Finiamo sul suo letto ed io dimentico tutto quello che ho nella testa, dimentico perfino me stesso.

Quando riapro gli occhi, Bree mi guarda. E' seduta ai piedi del letto e non indossa nulla, nonostante la sua pelle d'oca evidente. La guardo male.
-'Piccola copriti. Hai freddo.' Le dico avvolgendola nel lenzuolo e poi tra le mie braccia. Le scappa un singhiozzo. Mi sorprendo.
-'Che succede, stai male?' Chiedo con una nota di ansia nella voce. Lei scuote la testa e si nasconde nel mio petto. La stringo più forte.
-'Ah Bree, sei la creatura più strana e più affascinante che abbia mai conosciuto. Non smetti mai di incantarmi.' Le sussurro, baciandole i capelli.
-'Sono stata a letto con James.' Dice d'un fiato.
Ecco questa è la notizia che mi mancava, questa è la coltellata alla schiena che mi fa concludere la giornata. Lei mi guarda aspettando che dica qualcosa, che faccia qualcosa, ma in questo momento sono vuoto fino all'orlo.
Così resto lì a guardarla, a guardare la mia Bree che oggi non è poi così mia.
-'Ti prego, ti prego, ti prego perdonami.' Mi implora con le lacrime agli occhi.
Il signore dovrebbe perdonare, mica io.
-'Vado a casa.' E' tutto quello che ho da dirle. Lei balbetta qualcosa che non capisco, prima di coprirsi il volto con le mani e piangere più forte. Mi volto e la lascio lì in una stanza buia che ricorda il mio cuore.

Rehab. Non ti amerò mai come meriti.Where stories live. Discover now