Capitolo 9

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'Sei davvero un bellissimo esemplare di maschio sai?' Qualcuno blatera al mio orecchio. Apro gli occhi mezzo attonito e noto che non sono nemmeno le quattro del mattino. Magari sto sognando. Guardo dall'altra parte del letto e noto Grace. E' poggiata su un gomito nel suo abito lungo color crema. La coda di cavallo le dona particolarmente. Strabuzzo gli occhi, la voce ancora velata dal sonno.
-'Grace, sei bellissima.' Mi vien da dirle. Lei sorride spensierata, abbassando leggermente gli occhi, in modo che le ciglia lunghe sfiorino le sue belle guance. Le carezzo con le dita.
-'Non è un po' presto per qualsiasi cosa tu abbia in mente?' Sussurro nel buio. Lei scuote la testa, divertita come una bambina. Si passa la mano sul collo, distraendomi. Assottiglio lo sguardo.
-'Sto partendo e volevo salutarti. Andrò a Madrid con la tournée e tornerò tra un paio di settimane. Mi mancherai.' Sussurra per poi baciarmi l'angolo della bocca.
-'E se ti chiedessi di restare?' Replico civettuolo. Lei scoppia a ridere.
-'Piccolo forse non sono la persona giusta a cui chiederlo..' Dice e sembra abbia appena confessato un qualche oscuro segreto.
-'Fa il bravo.' Dice prima di scoccarmi un bacio e andare via.

Il mattino sono stralunato e confuso. Grace mi aveva appena detto che non era la persona giusta a cui chiedere di restare. A chi dovrei chiederlo? A Blondie? A Bree? M'attacco alla bottiglia.

-'Capo è tutto apposto? Posso fare qualcosa per te?' Chiede Gaston vedendomi troppo su di giri. Se ne sta sulla soglia della porta con i suoi occhi sinceri e il suo sorriso sghembo. Gli sorrido fugacemente.
-'Torna pure a lavorare Gaston, è tutto apposto. Grazie.' Lui accenna un debole si con la testa, poco convinto. Gaston ci vedeva lungo e riusciva a farmi sentire in colpa, con la sua premura onesta.
Quando ero troppo fuori di me, preferivo non averlo intorno. Il resto della mattinata passa pigro. Non ci sono riunioni, investitori o donne a distrarmi. Distrattamente penso a mia madre e alla sua possibile reazione nello scoprire che sto per diventare padre. Merda. Mio padre aveva fatto un gran lavoro con me o almeno si era impegnato tanto, ma io ero un ragazzino scapestrato che già sapeva stare al mondo. Blondie voleva tenere il bambino anche se io non volevo tenere lei.
Ho la testa che mi scoppia, ho bisogno di bere. Ora.

In serata, mi dedico al vino. Mi fa sentire sempre audace un bicchiere di vino rosso, più di quanto non sia già. Il vino mi fa pensare a lei, come quasi tutto del resto. Ha dei seni così belli. Quando sono ubriaco è la prima cosa che penso. Amo stringerli tra le dita e baciarli per poi passare al suo collo, al suo ventre piatto, ai fianchi, alle sue gambe. Mi perdo sempre guardando le sue gambe. Guardando i suoi occhi, i suoi capelli, le sue mani. Mi perdo sempre in lei.

Apro gli occhi di scatto, madido di sudore. Sono le tre del mattino e fuori è buio. Mi guardo intorno cercando di calmarmi quando i miei occhi si posano su lei. E' seduta sulla poltrona con un bicchiere tra le mani. Si alza lentamente, sedendosi ai bordi del letto. Indossa un maglioncino azzurro e dei comodi jeans. I capelli sono lasciati morbidi sulle spalle. Sembra giovane e bellissima. Mi sorride dolcemente in segno di scuse ma non ho voglia di parlare, stanotte le mani parlan meglio di me. Mi avvino e la tiro sul mio petto. Bree si lascia carezzare, si lascia spogliare. I suoi abiti cadono ai suoi piedi, così come le mie poche certezze, cadono ai suoi piedi.

-'Buongiorno scricciolo.' Sussurro al suo orecchio, per poi morderle un lobo. Lei si distende accanto a me, stringendo i miei capelli tra le sue dita.
-'Mi è piaciuto il tuo benvenuto ieri sera, o meglio stanotte. Pensavo ti arrabbiassi e invece..' Dice, facendomi l'occhiolino.
-'Ah Bree, cosa devo fare con te? I modi per vedermi arrabbiato li conosci ma non credo ti piaccia vedermi così.' Lei scuote la testa.
-'Infatti, ti preferisco di gran lunga quando sei spensierato e pronto a giocare..' Dice sembrando una ragazzina. Le sue guance, si colorano di rosa.
-'E a cosa vorresti giocare? Oggi è il tuo giorno fortunato.' Dico facendole un lungo sorriso. Lei sbatte le ciglia velocemente, cercando di restare calma ma il suo respiro corto la tradisce.
-'Posso arrivare direttamente al premio?' Dice sbattendo le ciglia e mordendosi un labbro.
-'E dov'è il divertimento?' Mi fa la linguaccia, per poi baciarmi. Il bacio si trasforma, incendiando il mio inguine. Sono sopra di lei, la sovrasto, la imprigiono. La faccio mia, ma in realtà, sono io che sono suo.

-'Sei più andata al letto con James?' Chiedo dopo un lungo silenzio.
-'Sei impazzito? No, dannazione. E' stato un maledetto errore.' Dice, coprendosi il viso con le braccia. La carezzo dolcemente. Bree aveva provato a parlarmi dell'accaduto ma io avevo liquidato la faccenda, con un gesto spazientito della mano. Non avevo voluto sapere i dettagli, ne il resto. In realtà, non avevo voluto sapere un emerito cazzo. Non riuscivo a sopportarlo, non riuscivo a sopportare lei, tra le braccia di un altro.
-'Ei piccola, non fare così.' Alza gli occhi umidi, mordendosi con forza un labbro. Lo sfioro con la punta delle dita.
-'Voglio solo te, quando lo capirai?' Chiede esasperata.
-'Un giorno forse.'

Rehab. Non ti amerò mai come meriti.Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ