Capitolo 10

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-'Non mi rompere le palle, che oggi proprio non è giornata! E sei ancora li? Levati dai coglioni!' Grido forte a un Gaston che per una volta se ne sta zitto e se ne va. Non so cosa io abbia oggi. Sono agitato, nervoso e non riesco a controllare il mio umore. Blondie ieri mi ha mandato un messaggio dicendo che era stata dal medico e che il bravo dottore le aveva detto che aspettava un maschio. Riuscivo a leggere la sua commozione, la sua ansia e la sua meraviglia in quelle poche righe scritte di getto. Da quando ho letto quello stupido messaggio, non sono più riuscito a bere, a dormire, a fare qualsiasi cazzo di cosa. E la stessa cosa mi succede adesso, in ufficio, dove non riesco ad essere padrone di me per una volta. Cazzo Blondie, qualsiasi cosa faccia, è sempre colpa tua.

In serata sono più calmo. Mi sono scolato un paio di bicchieri, a dire il vero, più di due ma non ricordo quanti con precisione, nel bar giù all'angolo. Ho tolto la giacca, perché stasera l'aria è più appiccicosa del solito e mi dirigo leggero verso casa.
Apro la porta, mi tolgo le scarpe e mi accendo una sigaretta. La porta sul terrazzo è aperta e mi sento sexy e brillo mentre sono a piedi nudi e niente mi sfiora. Per un attimo penso a Bree. Penso a quando l'ho conosciuta, a quando è venuta nel mio ufficio chiamandomi stronzo, a quando mi ha offerto la sua verginità, a quando il suo dolore per me l'ha resa più bella. Ah Bree, forse è il vino che mi fa parlare e forse domattina nemmeno me lo ricorderò più questo mio discorso filosofico del cazzo, ma voglio che tu diventi una donna di valore più che di successo. Voglio che tu cerchi di diventare una donna che quando lascia una stanza, sa restarci dentro comunque. Voglio che tu non dimentichi chi sei, che impari tantissimo dagli altri senza cambiare te stessa. E ti dico queste cose perché tu sei la mia voglia anche se non te lo dico mai. Sei la mia voglia di scappare e allo stesso tempo la mia paura di star bene.

Il giorno dopo in ufficio, sono più tranquillo. E' venerdì e la mia calma, va di pari passo con la mia voglia di una donna. E' da troppo che non strigo una donna tra le braccia e i pantaloni cominciano a starmi stretti.

In serata, mi fermo al ristornante in centro, troppo pigro per mettermi a cucinare. Sono intento a pagare il conto quando mi arriva un messaggio di Bree: Tra poco devo uscire ma ho voglia di vederti. Passi da me? Rimpicciolisco lo sguardo dinanzi a quelle parole scritte senza sentimento, ma per stasera andava bene, così la raggiungo in fretta e senza pensarci. Apre la porta ancor prima che bussi e mi salta letteralmente addosso. Il suo corpo è nudo, liscio, sa buono e di pesca. Non arriviamo nemmeno nella sua camera, tanto è grande il suo desiderio. Una volta saziati, siamo entrambi senza fiato.
-'Cosa mi fai.' Mormora ancora col respiro corto. Sorrido mentre le carezzo il viso.
-'Potrei dire lo stesso.' Rispondo sempre sorridendo.
-'Dove vai?' Chiedo mentre mi rivesto. Lei fa lo stesso.
-'Ad una festa. Ti va di venire?' Chiede ma non noto entusiasmo nella sua voce. So che lo sta facendo per pura cortesia ma per una volta, non mi disturba.
-'No piccola. Ho da fare.' Dico tanto per dire. L'unica cosa che avevo da fare era bere. Mi dirigo alla sua porta e lei mi accompagna civettuola. Le do una pacca sul sedere e lei grida contenta, così non mi trattengo e le strappo un altro bacio. Potrei spingermi oltre ma il mio telefono inizia a vibrare. Sbuffo mentre mi stacco da lei ma il nome sul display riesce a scuotermi: Blondie. Di conseguenza, tutto il mio corpo cambia, perfino il mio umore e lei se ne accorge.
-'E' lei non è vero?' Mi chiede ma non ha bisogno della mia risposta. Mi affretto ad andare. Mi segue lungo il viale per poi trattenermi con una mano.
-'Non te ne andare.' Mi sussurra di colpo bambina ed io sono sul punto di crollare.
-'Ha bisogno di me.' Mi viene da dirle. Lei sorride tristemente.
-'Ne ho più bisogno io e anche tu hai bisogno di me. Lo sappiamo entrambi. Perché per una volta non getti via la maschera? Con me non hai bisogno di fingere. Io so chi sei.' Dice con una grinta che pensavo non avesse. E' audace e mi sorprende.
-'Chi cazzo sai chi sono? Nessuno lo sa. Non ho bisogno di nessuno. Tanto meno di una ragazzetta come te e poi non dire cazzate. Tu non hai bisogno di me. Tu hai lui, appena mi volto corri da lui!' Ormai sbotto e fanculo la mia calma. Lei trema per poi piangere. Lacrime silenziose corrono sulle sue guance ma io non so asciugarle.
-'Oh, e adesso non piangere.' Dico passandomi le mani tra i capelli frustrato. Lei si asciuga il volto con le mani prima di avvicinarsi. Faccio un passo indietro, ma non demorde, si avvicina ancora e allunga una mano sul mio volto. Il suo palmo è caldo, morbido, rassicurante contro la mia barba ispida. Per un attimo, dimentico tutto. Lei si avvicina ancora, la sua bocca si avvicina ma io non posso.
-'Blondie è incinta. Aspetta un maschio e il bambino è mio. Sarò padre. Non mi fai le congratulazioni?' Dico bastardo. Lei si accascia sul pavimento, come se le mie parole fossero il colpo di grazia che non le lascia scampo. Vedo James che le si avvicina in fretta, timoroso e forse anche un poco incazzato. Non mi ero accorto che era fuori ad aspettare, che avesse assistito al nostro intimo spettacolo. Ma in questo momento poco mi importa. E' l'unico modo che ho per allontanarmi da lei.

Quando rientro, non lo so come mi sento. Blondie era bella come non mai nel suo baby-doll argentato, che messa a confronto con la luna, sembrava solo un gigantesco satellite. Ha insistito per farmi vedere l'ecografia o foto del bambino, come diavolo l'ha chiamata ed era tutta contenta, tutta piena di magia e meraviglia che non me la sono sentita di dire un emerita parola. Me ne sono stato lì come un'idiota mentre sorrideva e mi baciava come se la vita che sta nascendo dentro di lei, fosse l'inizio di una nuova vita anche per noi. Scuoto la testa mentre mi riempio un bicchiere. Lo svuoto d'un fiato e mentre mi metto a letto, stanco, devastato mi arriva un messaggio di Bree: E' finita. Non c'è scritto altro. Due parole che mi spezzano e mi compongono allo stesso tempo.

Rehab. Non ti amerò mai come meriti.Where stories live. Discover now