Capitolo 23

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-'Stavo pensando che magari, potevamo prendere una casa più grande.' Mi distrae Blondie. Alzo lo sguardo nella sua direzione, mentre è intenta a vestirsi per andare in ufficio. Si ostina a voler andare a lavorare, sebbene la sua assistente Hannah, riesca a cavarsela da sola.
-'Mi ascolti?' Mi riprende, avvicinandosi nella mia direzione. Chiudo il computer, accogliendola tra le mie braccia. La stringo a me. Mi fa bene.
-'Perchè non ha funzionato l'ultima volta? Perchè è finita Blondie?' Mi vien da dire. Con la mente ritorno al passato, a quando c'amavamo senza speranza. Lei era arrabbiata, andavo a letto con tutte. Si irrigidisce mentre ci pensa, per poi sospirare, tornando a rilassarsi.
-'Devo andare a lavorare.' Dice, sviando l'argomento e dandomi un bacio sulla fronte. Sospiro piano.

In ufficio, la giornata passa a rilento. La mente continua a vagare tra vecchi ricordi. Chiudo gli occhi e mi ritornano alla mente immagini confuse di Blondie, a quando era solo lei, a quando eravamo solo noi. Ricordo le nostre dita sempre intrecciate, le sue urla quando non riusciva a piangere, il mio silenzio quando non sapevo chiedere scusa. Mi passo una mano tra i capelli e ho voglia di bere. Sono appena le tre del pomeriggio e cerco di calmare la mia arsura. Tentativo inutile.

-'Un brandy per favore.' Dico, togliendo la giacca e accomodandomi a uno dei tanti sgabelli vuoti al bancone.
-'Brutta giornata?' Mi chiede, la barista con un sorriso sul viso, mentre mi porge il mio liquore. Alzo fugacemente lo sguardo, prima di rivolgere altrove la mia attenzione. Lei insiste.
-'Vuole compagnia? Magari posso bere un bicchierino con lei.' Scherza la giovane barista. Alzo gli occhi, ma non mi attira. Ha gli occhi neri spenti e i capelli castani tagliati in un modo che mi infastidisce. Faccio spallucce.
-'Vorrei bere in santa pace.' Mi esce di bocca con un tono aspro. Lei si imbroncia e batte in ritirata, continuando però a guardarmi da lontano.
-'Posso unirmi a te?' Qualcuno blatera al mio orecchio. Sbatto il bicchiere sul tavolo, davvero spazientito, girandomi di scatto.
-'Ma cos'hai contro i cazzi propri?' Dico furioso. Bree rimpicciolisce sotto il mio sguardo. Non mi ero accorto fosse lei. Chiudo per un secondo gli occhi, passandomi una mano fra i capelli, frustrato.
-'Scusami.' Dico solo, tornando al mio bicchiere.
-'Di solito quando avevi una brutta giornata, correvi da me.' Dice a voce flebile, lasciandosi cadere sullo sgabello, prima di prendersi la testa tra le mani. La guardo. Ha l'aria triste. Non riesco a dirle niente.
-'Non hai niente da dirmi?' Mi chiede ancora. Sospiro piano.
-'Oh Bree, sapessi quante cose vorrei dirti, ma non posso dirti niente e allora me ne resto zitto a bere.' Dico svelto, senza guardarla. Non ci riesco. Lei insiste.
-'Allora parlo io. ' Dice, per poi prendere un lungo respiro.
-'A volte ripenso a quando ti ho visto per la prima volta. E no, non mi riferisco a quel giorno nel bar. Andavi spesso li. Una sera, tornando da casa di un' amica, ti ho visto li che bevevi qualcosa da solo. Avevi l'aria triste e ti scattai una foto con il telefonino.. Si, non sorprenderti, è la foto che tengo nella mia camera..' Dice, prendendo fiato e ordinando qualcosa da bere. Io l'ascolto senza dire nulla, quasi rapito.
-'per un paio di sere di fila, ho continuato a venire, nella speranza di incontrarti, ma tu non c'eri. Poi quella mattina, ho alzato gli occhi e tu eri lì. Dio, mi trema ancora la voce quando ci penso. Tu sei stata la mia boccata d'aria. Vivevo in un mondo fatto di tenebre prima di incontrarti. Tu hai cambiato la mia vita. L'hai resa bella. Degna.' Sussurra asciugandosi una lacrima con la punta delle dita. Deglutisco.
-'Bree..' Dico appena, sfiorandole il volto con la mano. Lei socchiude gli occhi per un attimo, per poi guardarmi.
-'Ti ho amato così tanto, ti amo così tanto e questo non cambierà mai. volevo solo che sapessi quello che provavo, prima di andare avanti. Così posso andare avanti anche io.. Chissà magari in un'altra vita, ci ricontreremo e non ci lasceremo più..' Dice, sforzandosi di sorridere.
-'Io solo questa vita conosco e in questa vita ti amo.' Mi vien da dire, così di getto, rispondendole nello stesso modo in cui un giorno mi aveva risposto lei. Bree Trema gettandosi tra le mie braccia.
-'Non doveva finire così..' Dice Bree tra i songhiozzi. Vorrei dirle qualcosa, ma cosa le dico? Sono impotente dinanzi a tutto questo. Così mi limito a cullarla, sperando che Dio riesca a perdonarmi.

Quando torno a casa, sono esausto. Blondie è ancora fuori, così mi stappo una birra prima di spogliarmi. La birra è fresca, scivola facile giù per la mia gola. Ho perso Bree e questa sensazione, non mi da tregua. Era inevitabile signori e signore della giuria, conoscevate questo triste destino, così come lo conoscevo io, eppure mi trovo impreparato per tutto questo. Come ci si difende dal dolore? Come ci si ritrova dopo essersi persi?

-'Non so bene perchè sia finita all'epoca.' Mi dice, guardandomi dalla soglia della porta. Con le mani di accarezzi la pancia piena e con gli occhi mi guarda. Io chiudo il computer, per poi guardarla ad occhi sgranati, incrociando le braccia sul petto. Ci guardiamo a lungo. Sospira.
-'Ti ripetevo costantemente che non volevo dividerti, ma forse ero io quella che non sopportava l'idea di essere divisa. Mi sentivo lacerata quando non c'eri. All'epoca non sai quante notti ho passato insonni.. da vigliacca fingevo di dormire, mentre tu ti rigiravi nel letto. E lo sapevo che non riuscivi a dormire, che con il respiro corto mi chiedevi di restare.. ma come ci si difende dal dolore? Ero totalmente risucchiata dalla nostra relazione, da non riuscire più a difendermi..' Mi dice tranquilla, mentre si siede ai piedi del letto, allungando una mano sulla mia gamba per stabilire un contatto. Mi avvicino e prendo la sua mano tra le mie. Socchiude gli occhi per un attimo, ma poi continua.
-'Quando me ne sono andata, non sapevo come mi sentivo. Avevo voglia di tornare, appena ho chiuso la porta, ma avevo bisogno di tempo e anche la nostra relazione ne aveva bisogno. Forse se io non me ne fossi mai andata, adesso non staremmo qui.' Mi dice ancora Blondie, allungando una mano e sfiorandomi il volto. La sua pelle mi fa bruciare la carne. D'improvviso la stringo forte a me, dimenticando tutto per un attimo.
-'Ti amo maledettamente Blondie e ti proteggerò quando avrai paura, ti difenderò dagli incubi e dalla tristezza, che inevitabilmente ci accompgnerà durante alcuni momenti della nostra vita. Non scapperò dinanzi alle avversioni del destino, ti amerò fedelmente e non posso prometterti tante cose ma ora e per tutti i giorni che la vità mi darà, io ti prometto me stesso.' Le dico svelto, con il poco fiato che mi è rimasto, poichè solo tu riesci a dare un senso a tutto il resto.
-'Quanto bene mi fai.' Dice solo, prima di baciarmi e metter fine alle parole.

Rehab. Non ti amerò mai come meriti.Where stories live. Discover now