Capitolo 19

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-'Voglio chiamarlo come te.' Mi sussurra Blondie. Ho ancora gli occhi chiusi, ma lei mi è vicina. Sento la sua fragranza e non voglio svegliarmi. Allungo una mano e lei la prende, se la poggia sul viso, poi sulla bocca. Bacia un pollice ed io tremo. Poi continua ad accarezzarsi, se la poggia sul seno.
La stringo, sono sveglio.
-'Questi si che sono bei regali di natale.'  Mi alzo di scatto, e in un attimo sono sopra di lei. La bacio.
-'Dio se ti amo.' Mi sussurra, improvvisamente commossa.' La bacio ancora, di più.
-'Perché vuoi chiamarlo come me?' Le chiedo, strofinando la mia barba sulla sua pelle. Lei ansima. Stringe le gambe attorno alla mia vita. Mi eccita.
-'Perché spero che un giorno, qualcun'altra possa avere la fortuna di avere l'intero universo tra le mani. Anche se penso che sarò sempre gelosa, di questo piccolino.' Dice in un sussurro. Mi prende il volto tra le mani. Ci guardiamo. Mi perdo in lei.
-'E così sono il tuo universo? Magari il padrone del tuo universo.' Dico prendendola in giro.
Lei sbuffa per poi sorridere.
-'Ah, penso che tu potresti essere per me tutto quello che vuoi.'

Abbiamo cantato la canzone del tanti auguri a te al babbo, nel salone decorato apposta per l'occasione. E' venuta tutta la famigliola e tutti si sono congratulati con noi perché stiamo per diventare genitori. Blondie sorride e abbraccia i parenti di buon grado, mentre io me ne sto zitto, me ne sono rimasto zitto per gran parte del tempo.
-'Cos'hai figliolo? Non sei contento? Stai per diventare papà.' Mio padre mi scuote dai miei pensieri con una pacca sulla spalla. Si siede accanto a me sul divano mentre beve vino bianco da un grosso calice. Mi sorride benevolo.
-'Non lo so. Ancora devo capire il mondo, questa grossa ruota che gira, come posso spiegarla a qualcun altro? Non lo so se sono pronto.' Ammetto, passandomi una mano tra i capelli, mentre il mio sguardo vola verso Blondie. Deglutisco.
-'Vedi, quello del genitore, è il mestiere più difficile del mondo. Pensi che io fossi pronto quando tua madre mi ha detto che saresti arrivato? Non conoscevo un cazzo quando sei nato, ma vedi, sei stato tu ad insegnarmi tutto. Sono cresciuto insieme a te, sono diventato grande insieme a te e tra poco divento nonno. Non si smette mai di crescere.' Mi dice sorridendo. Lo guardo meravigliato, un poco spiazzato.
-'Hai fatto un buon lavoro papà. Spero un giorno, di poter dire lo stesso.' Dico e lui mi abbraccia, di colpo commosso.

-'Sei stanca del viaggio? Vuoi che ti accompagni di sopra?' Chiedo a Blondie mentre accostiamo sotto casa sua. Era stata tranquilla e silenziosa per tutto il tempo, dopo aver lasciato casa dei miei. Mi sorride.
-'Sto bene. Tu vuoi rimanere? Mi farebbe piacere.' Dice e sembra ci sia qualcosa di pù dietro questa richiesta. Qualcosa di profondo. Le bacio la fronte.
-'Ho del lavoro da sbrigare. Ma ci vediamo domani in serata va bene? Ti porto fuori a cena.' Le chiedo facendole l'occhiolino. Lei sorride, un sorriso che non coinvolge gli occhi però. Scende dalla macchina, recuperando il suo borsone.
-'Ti aspetterò. Lo faccio sempre.' Dice, prima di voltarsi senza guardare indietro.

Rientrato a casa, sono stanco. Mi sono stappato una bottiglia di vino, ancor prima di accendere le luci. C'è uno strano silenzio, una strana calma. Ripenso ai due giorni trascorsi e mi sembra di averli vissuti dentro una bolla. Tra meno di un mese, il bambino verrà alla luce e non potrò più rimandare. Cosa devo fare signore mie? Mi scoppia la testa. Mi stendo sul letto ancora vestito, e mi arriva un messaggio di Bree: 'nelle nostre camere separate, a dichiarare guerre, a scrivere sui muri che mi pensi raramente.' Mi viene da sorridere, lei e Brondi. Penso di risponderle, digito anche il testo ma poi cancello perché mi rendo conto che ho voglia di vederla. Faccio una corsa a casa sua, bussando come un pazzo alla sua porta. Mi apre lei. Indossa dei jeans scuri con un maglioncino bianco che le risalta i voluminosi capelli ricci, ormai indomabili. Sembra una ragazzina, giovane e bellissima.
-'Non ti penso raramente. Forse è raramente che non ti penso.' Mi vien da dirle. Lei sorride per poi gettarmi le braccia al collo. Quello che succede poi, non posso dirvelo, quello che succede poi è stelle e fantasia.

Apro gli occhi e vedo Bree che dorme. Dorme sul mio petto e non voglio svegliarla, non voglio muovermi. Sto bene così, anche se non riesco a dormire. Mi viene da pensare, vorrei bere, vorrei che fosse facile decidere. Vorrei tante cose, cose forse irrealizzabili, o forse cose che ho paura di volere.
Voglio Blondie. Non ho dubbi.
Voglio Bree, voglio un'altra vita per volerla.
Ma cosa cazzo mi prende?

Rehab. Non ti amerò mai come meriti.Where stories live. Discover now