Capitolo 21

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-'Ogni volta che faccio l'amore con lui, io penso a te.' Mi dice tranquillamente Bree, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Alzo lo sguardo dal computer per guardarla. Indossa uno dei miei pigiami, che le sta un po' grande. Tra le mani una tazza di thè ormai fredda. Non riuscivo a dormire, quando ha bussato alla mia porta dopo che è uscita con James.
-'E questo che significa?' Mi vien da dirle. Lei alza le spalle corrucciata, consapevole della risposta.
Fa un lungo respiro.
-'E' un bravo ragazzo, ti ama veramente. Dovresti stare con un bravo ragazzo.' Le dico, mentre chiudo il computer e mi accendo una sigaretta, uscendo fuori sul terrazzo. Sento i suoi passi alle mie spalle. Sospiro.
-'Io voglio stare con te.' Dice in un singhiozzo. Mi giro a guardarla. Ha gli occhi rossi. Mi sembra una bambina. L'abbraccio istintivamente.
-'Io sono un enorme casino Bree. Non ho un punto di arrivo, non ho sicurezze o fari di luce e di speranza. Non sono bravo in queste cose. Non dovresti stare con me.' Butto fuori parole senza un senso, ma che fanno breccia in lei. Si scioglie dall'abbraccio e indietreggia asciugandosi il volto. Mi guarda.
-'Mi stai lasciando?' Mi chiede con la voce che trema.
-'No.. Non ne ho la forza. Vuoi lasciarmi?' Chiedo io adesso. Lei piega leggermente la testa, come se non capisse, poi strizza gli occhi e mi guarda a lungo.
-'Sei l'amore della mia vita. Non posso lasciarti, ma tu mi lasci continuamente..' Dice, asciugandosi il volto con le mani prima di recuperare le sue cose. La guardo impotente.
-'Resta' le sussurro. Lei scuote la testa, prendendo la borsa.
-'Dammi un buon motivo.' Chiede, con la mano sulla maniglia della porta.
-'Ti amo.' Dico, svuotandomi, gli occhi fissi su di lei. Fa un mezzo sorriso.
-'Non è abbastanza.' Risponde, prima di aprire la porta e andare via.

Sono stanco. Sono le dieci passate e sto uscendo adesso dal bar sotto casa. Ho saltato il lavoro e sono venuto qui verso l'ora di pranzo credo. Non so quanto io abbia bevuto, credo molto visto che il barista voleva le chiavi della macchina per impedirmi di guidare. Ma sono venuto a piedi, quindi barista vaffanculo. L'aria mi punge il viso. Mi imbatto in Grace. Da quanto non la vedo. Indossa una gonna di lino bianca, con una camicia che lascia poco spazio all'immaginazione. Ha cambiato colore di capelli, cedendo il suo castano scuro in un rosso fuoco.
-'Wow Grace!' Dico alzando troppo la voce, a giudare dall'espressione di alcuni passanti. Grace mi si avvicina.
-'Andiamo a bere qualcosa.' Dico, passandole una mano sul volto. Lei scoppia a ridere.
-'Direi che hai bevuto fin troppo. Andiamo, ti accompagno a casa.' Dice, aiutandomi a salire sulla sua nuova macchina nera. Non riesco a distinguere il modello, ma ha i sediolini in pelle verniciata, tutt'altra storia rispetto alla sua vecchia auto. Arriviamo a destinazione e Grace, sale con me fino al mio appartamento. Le chiedo di restare per un po' e lei accetta senza troppi indugi. Si sfila la giacca, poggiandola su uno sgabello mentre io crollo sul divano, coprendomi il viso con le mani. Mi siede accanto.
-'Chi ti ha ridotto così?' Dice, sfilandomi le scarpe. Mugolo.
-'Le donne.' Rispondo svelto, tirandola per un braccio e facendola sedere accanto a me. Passo un dito sul suo collo, poi giù, fino alla sua scollatura. Sospira piano Grace.
-'Forse non dovremmo.. è passato del tempo.' Dice indugiando, ma senza tirarsi indietro. Le sbottono la camicia per poi sfilargliela. Ha un corsetto bianco di pizzo che mi manda in estasi.
-'Io sono sempre lo stesso.' Sussurro, baciandole il collo, poi il petto. Lei sospira.
-'Io sono cambiata.' Dice senza convinzione e lasciandosi toccare. La guardo.
-'Andiamo Grace. Perché sei salita se non volevi? Perché sei ancora qui, mezza nuda? La vedo la tua voglia. La sento.' Dico, aspettando una risposta. Lei mi bacia e mette fine alle parole.

Quando apro gli occhi sono confuso. La tenda è aperta e il sole mi illumina. Dov'è Grace? Mi alzo dal letto e la scorgo in cucina, è in piedi accanto al bacone mentre si versa una tazza di caffè. Alza lo sguardo e mi sorride dolcemente.
-'Ne vuoi?' Chiede, rimpiendo una tazza anche per me, senza aspettare una risposta. Mi siedo sullo sgambello mentre ne prendo un sorso. Ci voleva. Restiamo per un po' in silenzio, ognuno preso dai propri pensieri.
-'Tra due mesi, mi sposo.' Mi va di traverso il caffè. La guardo. Lei mi sorride.
-'Quindi questa è stata l'ultima volta che abbiamo fatto sesso. Però possiamo essere amici.' Dice, prendendo un altro sorso dalla sua tazza. Continua a parlare.
-'E' un magnante del legno. Forse lo conosci, tu conosci sempre tutti. Si chiama George, è uno dei produttori che finanzia gli spettacoli teatrali. Ci siamo conosciuti durante uno spettacolo. Mi ha chiesto di sposarlo, durante la tornèè a Parigi, due settimane fa. E' improvviso lo so, ma lui mi ama e credo che questa sia la mia occasione di essere felice.' Dice improvvisamente felice. Non so che dire.
-'Stai andando avanti Grace, sono felice per te.' É tutto quello che ho da dire.
-'Una volta, pensavo che fossi tu la mia occasione di essere felice.' Sussurra, forse più a se stessa che a me. Mi passo una mano tra i capelli mentre mi alzo e la raggiungo. Le alzo il viso con la punta delle dita. Mi guarda. I suoi occhi sono puri, limpidi.
-'Meriti di essere felice. Io sono sempre stato un casino e tu lo hai sempre saputo.' Dico sincero. Lei continua a guardarmi.
-'Anche tu meriti di essere felice. Sei una brava persona, un grande uomo. Non sprecare la tua vita. Blondie è la tua occasione, sta per donarti un bambino. Forse èarrivato il momento di crescere e mettere radici. Non credi?' Mi chiede, accarezzandomi il volto.
-'Sei sempre stata buona con me.' Dico baciandole la mano.
-'Lo hai sempre meritato.'

In serata, sono già a letto. Guardo l'orologio e segna le undici e mezzo. Non ho sonno, non ho sete per questa sera. Grace mi ha salutato nel pomeriggio, dopo aver fatto l'amore per l'ultima volta, con un 'ci vediamo presto' sussurrato tra le lenzuola. Sta per sposarsi, sta andando avanti. Bree mi ha lasciato.. Cazzo. E io forse dovrei scegliere Blondie. E' la cosa giusta, la cosa ovvia. Io la amo.
L'amore può bastare a tenere unite due persone?

Rehab. Non ti amerò mai come meriti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora